Nella crisi generale che sta colpendo un po’ tutte le aziende tecnologiche, Xiaomi sta anch’essa subendo le complicazioni che conseguono dalle difficoltà globali. Se nel 2021 era da imputare alla scarsità dei semiconduttori e dalle conseguenze della pandemia, l’attuale crisi economica nasce dalla somma di varie cause, che sia la crisi energetica, l’inflazione o l’innalzamento dei prezzi delle materie prime. Non sorprende scoprire, quindi, che anche Xiaomi si starebbe apprestando a effettuare vari licenziamenti per sopperire ai minori introiti registrati negli ultimi anni.
Aggiornamento 20/12: Xiaomi rilascia un comunicato sulla vicenda, lo trovate a fine articolo.
Numerosi licenziamenti in arrivo per Xiaomi a causa della crisi economica in corso
Sin dai primi mesi dell’anno, si era parlato di come diverse società, Xiaomi compresa, avessero ritoccato al ribasso la produzione di smartphone in vista di mesi particolarmente difficili. E così è effettivamente stato, a partire dal Q1 proseguendo nel Q2 e nel Q3, non soltanto in Cina ma anche in Europa. Uno dei motivi per cui le vendite sono calate è anche per lo spostamento di preferenza nei consumatori: chi acquista uno smartphone low-cost tende a mantenerlo sempre più a lungo, forti di prodotti più duraturi rispetto agli anni passati. Se si parla invece di top di gamma, è soprattutto Apple ad aver compensato la scomparsa di Huawei, proiettando la compagnia di Cupertino sul gradino più alto del podio mondiale. Al contrario dei telefoni economici, quelli premium sono sempre più venduti; anche la categoria dei pieghevoli è cresciuta, ma Xiaomi è praticamente assente nelle classifiche di vendita.
Lo stesso possiamo dire anche in altre categoria, come in quella dei tablet dove Xiaomi è tornata alla ribalta ma senza riscuotere particolare successo; o in quella delle cuffie, dove sono altri i marchi che crescono al contrario di Xiaomi. Per l’azienda di Lei Jun non è facile far salire i guadagni, specialmente in una situazione dove più smartphone vengono venduti e più calano gli incassi, anche a causa del calo della crescita della MIUI. Lo stesso Lei Jun è intervenuto parlando della crisi e di come gestirla, ma ciò non è bastato a evitare i primi licenziamenti dei mesi scorsi a cui starebbero per aggiungersene di ulteriori.
Stando a quanto dichiarato da alcuni dipendenti ai media cinesi, Xiaomi starebbe programmando una serie di licenziamenti in varie divisioni aziendali. I tagli ai posti di lavoro sarebbero ingenti, dato che si tratterebbe di un -15% generale sui circa 35.314 dipendenti in tutto il mondo (di cui 32.609 solo in Cina), per un totale di circa 5.300 posti tagliati. I dipartimenti interessati includerebbero anche quello relativo agli smartphone, ma anche quello Internet of Things per cui sarebbe previsto un taglio del -40% e si cita addirittura un -75% per altre divisioni dell’azienda.
Tutto ciò farebbe parte del cosiddetto “piano N+2”, probabilmente una riorganizzazione aziendale atta a compensare la crisi che sta attanagliando la società cinese. Il capo di Xiaomi Group, Wang Xiang, ha parlato di riduzione dei costi umani e miglioramento della produttività all’ultima riunione finanziaria del Q3 2022.
Comunicato ufficiale | Aggiornamento 20/12
Ecco quanto comunicato da Xiaomi Italia:
“Xiaomi ha recentemente messo in atto misure di ottimizzazione del personale e di efficienza organizzativa che hanno interessato meno del 10% della forza lavoro totale. Le parti interessate hanno ricevuto un indennizzo in conformità alle normative locali.”
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