È ormai assodato che il 2022 sia l’anno della crisi degli smartphone: tanti produttori stanno rivedendo le proprie previsioni, e fra questi c’è anche Realme. Soprattutto in Cina, dove si stanno vendendo mai così pochi telefoni come negli ultimi 10 anni, complici i numerosi lockdown che hanno messo in ginocchio l’economia nazionale. Ma la crisi si è fatta sentire anche in occidente e in Europa: nel nostro continente quasi tutti i produttori di smartphone non stanno vendendo quanto sperato. Questo ha portato grandi nomi quali Samsung e Apple ha rivedere le proprie previsioni, ma anche le principali realtà cinesi come Xiaomi, OPPO e vivo a fare lo stesso.
Per Realme il 2022 sarà un anno problematico: calano le previsioni di vendite
Una situazione a dir poco complessa, ma che secondo i primi dati del 2022 sembrava non interessare particolarmente Realme; un’azienda che in pochi anni è divenuta la più veloce della storia a raggiungere quota 100 milioni di smartphone venduti nonché uno dei principali brand su scala globale. Tuttavia, la dirigenza ha affermato che si vedrà costretta ad abbassare le previsioni di vendita per il 2022, adattandosi a un’economia globale indebolita dal conflitto fra Russia e Ucraina, crisi energetica, inflazione galoppante e crisi dei semiconduttori.
Lo afferma il vicepresidente Madhav Sheth: sulla base di questi scenari di mercato, Realme prevede una crescita del 30% in Cina anziché del 50% come precedentemente previsto. Al contempo, Realme è fiduciosa di mantenere una crescita del 50% fuori dai confini nazionali, in particolare in Europa dove ha dimostrato di essere il brand più in crescita, anche in Italia. Tuttavia, all’orizzonte c’è un’aspra diatriba legale con Nokia che potrebbe seriamente comprometterne l’operatività in Europa, come accaduto per OPPO e OnePlus. Anche l’India è un mercato molto importante per Realme, dove siede sul podio dei produttori più di successo, per quanto il governo indiano stia cercando di limitare la competitività delle aziende cinesi. In tutto ciò, Realme ha già dichiarato di essere intenzionata a produrre meno smartphone e ridurre il catalogo, probabilmente proprio per evitare di andare in surplus.
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