Huawei ha un piano B: parte la sfida a WeChat e Alipay

huawei pay

Nel “lontano” 2016 debuttava Huawei Pay, la piattaforma per i pagamenti in mobilità che la compagnia inaugurò in madre patria. Da allora, si è vociferato a più riprese che Huawei fosse pronta a portarlo in Europa. Una strategia che l’avrebbe messa a confronto con le dirette rivali Apple e Samsung e le rispettive piattaforme di pagamento. Se ne parlava già nel 2018 per il lancio di Huawei P20, poi ancora nel 2020 ma tutto si è tramutato in un nulla di fatto e il motivo è presto detto. Il ban USA ha tagliato le gambe alla divisione occidentale, che da allora si è pesantemente ridimensionata arrivando a sparire dal panorama degli smartphone.

Certo, la compagnia opera in molti altri settori e giusto poche ore fa ha presentato in Italia i nuovi MateBook e MateView. Ma è innegabile che la dipartita dalla telefonia sia stata una brutta batosta, non soltanto a livello economico ma anche mediatico. Senza contare che gli USA continuano a far pressioni affinché tutte le nazioni europee si liberino delle attrezzature di rete Huawei. Sin dall’annuncio di HarmonyOS, l’intento di Huawei non è stato soltanto quello di bypassare l’impossibilità di usare i servizi Google. Tutto sembra far parte di una sorte di “bigger picture“, un piano B con cui l’azienda possa risollevarsi ed inserirsi (o espandersi) in altri settori del mondo tecnologico. Lo si può constatare dal fatto che l’OS di Huawei venga utilizzato su smartphone di altre aziende, così come gli stessi Huawei Mobile Services. Ma potremmo parlare anche di EulerOS, un altro sistema operativo a cui Huawei sta lavorando per il mondo business.

I pagamenti mobile potrebbero essere uno dei piani B del nuovo corso di Huawei

Tornando a parlare di Huawei Pay, fino ad oggi la piattaforma per i pagamenti via smartphone si è appoggiata su UnionPay. Si tratta di uno dei principali circuiti finanziari della Cina, nonché fornitore di carte di pagamento autorizzato dallo stato. Ma storicamente parlando, la Cina è come se avesse saltato uno dei tre step che hanno rappresentato l’evoluzione del denaro e dei pagamenti che abbiamo vissuto in occidente. Dal denaro contante, carta o mente che siano, si è poi passati alle carte di debito/credito per poi ai pagamenti digitali in ultima battuta.

Huawei Pay

Essendo la Cina una nazione che si è aperta al mondo più tardi rispetto all’occidente, è prontamente passata dal mondo analogico a quello digitale. Di conseguenza, compagnie come Tencent e Alibaba hanno prontamente capitalizzato su questo passaggio, ponendosi come le due principali scelte in tal senso. Mi riferisco a WeChat e Alipay, quello che è a tutti gli effetti il duopolio che controlla il 90% della gestione dei pagamenti in tutta la nazione.

Ma le recenti mosse della compagnia di Ren Zhengfei evidenziano come Huawei potrebbe porsi come terzo player del settore. Tutto è partito ad inizio 2021, quando l’azienda ha acquisito Xunlian Zhifu, ex azienda di ZTE specializzata proprio nella fornitura di pagamenti digitali. Questo gli ha permesso di acquisire una licenza nazionale per operare nel mercato a fianco dei due colossi cinesi. Un primo passaggio lo si trova per la Huawei Developer Conference 2021, alla quale sappiamo che sarà presentato HarmonyOS 3.0. In occasione dell’evento, l’azienda ha dato occasione agli sviluppatori di avere uno sconto sul biglietto pagando tramite la nuova funzione Huawei Zhifu mediante l’app Huawei Pay.

Il futuro mercato dei pagamenti mobili in Cina potrebbe diventare una corsa a tre tra Alipay, WeChat Pay e Huawei Pay, spezzando così l’attuale duopolio” ha affermato Guo Tao, vice direttore del China International Electronic Commerce Centre. Diventando anche soltanto il terzo brand del settore, Huawei acquisirebbe una fonte importante di incassi, data la mole dell’utenza presente in Cina. Certo è che il crollo delle vendite ha colpito Huawei anche in madre patria, dove storicamente ha sempre resistito anche alle peggiori flessioni di mercato. Tuttavia, quello che Huawei ha rispetto a Tencent e Alibaba è un enorme ecosistema fatto di smartphone ma anche tablet, PC ed Internet of Things. E questo potrebbe aiutarla non poco a scalare la vetta del settore pagamenti.

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