A molti potrebbe suonare come qualcosa di mai sentito prima, ma Transsion sta salendo agli onori della cronaca come uno dei brand di smartphone più grandi al mondo. Ma la verità è che dietro a Transsion si “nascondono” diverse compagnie che stanno dimostrando di avere qualcosa da dire: sto parlando di Tecno, Infinix e Itel, perciò ripercorriamone la storia per conoscere un marchio che in futuro potrebbe diventare una realtà conosciuta anche a noi occidentali.
Alla scoperta di Transsion, l’azienda che possiede Tecno, Infinix e Itel
Prima di parlare di Transsion bisogna parlare del suo fondatore, Zhu Zhaojiang, che nel 1996 (all’età di 23 anni) entrò a far parte di Ningbo Bird, quello che nei primi anni 2000 sarebbe diventato il più grande produttore cinese di telefoni, anticipando le varie Huawei, ZTE, Xiaomi e BBK. Quando Zhu entrò fra le sue fila, Ningbo Bird era diventato il più grande marchio nella produzione di cercapersone (erano pur sempre gli anni ’90), la cui gestione delle vendite venne affidata proprio a lui.
La scalata aziendale lo portò poi a coprire il ruolo di vicedirettore, e fu allora che propose a Ningbo di espandersi fuori dalla Cina, abbracciando la politica “Going Out” con cui il governo cinese iniziò a incentivare i propri imprenditori a espandersi verso l’estero, quella che sarebbe poi diventata la Belt and Road Initiative (detta anche Nuova Via della Seta). Da allora, Ningbo Bird toccò oltre 90 mercati nel mondo, un’esperienza internazionale che formò Zhu e che lo portò a scegliere di mettersi in proprio.
In quel di Hong Kong, nel 2006 Zhu Zhaojiangfondò Transsion. Sin da subito si dimostrò un’azienda precorritrice, adottando la strategia dei sub-brand anni prima che lo facessero Huawei, Xiaomi, OPPO e vivo. Subito nel 2006 nacque quindi Tecno, a cui poi seguirono nel 2013 Infinix e nel 2014 Itel, ma non solo: per offrire un servizio completo e capillare, Transsion non si limitò ai soli telefoni ma creò anche il servizio di assistenza Carlcare, il brand d’accessori Oraimo, la gamma di smart TV ed elettrodomestici Syinix e la compagnia internet mobile Afmobi.
Degno di menzione Boomplay, servizio di streaming musicale che Transsion lanciò in Africa nel 2015 in collaborazione con il colosso cinese NetEase, e che in pochi anni superò i 30 milioni di abbonati. Da questa partnership nacque la joint venture Transsnet, azienda software che dette alla luce applicazioni alternative alle tipiche opzioni occidentali: al posto di Spotify ci sono Boomplay e Soundi, al posto di TikTok c’è Vskit, al posto di Facebook c’è More e al posto di Paypal c’è Palmpay.
Transsion venne presto soprannominata “African Legend“, in quanto il suo esordio nel mercato telefonico avvenne proprio nel continente africano, dove la compagnia si fece inizialmente conoscere nel settore dei feature phone. Detti anche dumb phone, gestiscono telefonate, SMS e poco altro, costano poco e sono quindi perfetti per i mercati emergenti. L’esperienza di Zhu in Ningbo Bird l’aveva portato a viaggiare per anni in Africa, capendo che la migliore tattica sarebbe stata quella di introdursi con prodotti economici che avrebbero cavalcato la crescente onda tecnologica in Africa.
Nel 2006, il lancio di Tecno partì da Lagos, in Nigeria, in collaborazione con l’imprenditore locale Nnamdi Ezeigbo, fondatore della catena elettronica nigeriana SLOT. Egli cercò a lungo di convincere brand come Nokia a produrre telefoni dual SIM per l’Africa ma senza successo, in quanto sarebbe stato economicamente svantaggioso perché avrebbe permesso alle persone di acquistare un solo telefono anziché due. Fu così che nacque l’accordo con Transsion, dando vita al primo prodotto, il Tecno T101 comprensivo di doppio slot SIM.
Secondo i dati IDC, nel 2014 Transsion ebbe un’impennata in Africa del +108%, arrivando nel 2018 a imporsi come brand #1 con quasi il 50% dello share, molto sopra a competitor quali Samsung, Nokia, Huawei e TCL. Se i suoi marchi riuscirono a conquistare una fetta di mercato così grande è grazie a un’attenzione maggiore verso il pubblico di riferimento. Mentre compagnie come Apple e Samsung realizzavano prodotti che dovevano accontentare una platea generalista, Transsion si focalizzò su quello che serviva agli utenti africani.
Zhu Zhaojiang deciso di creare un gruppo di lavoro incaricato di fare analisi di mercato, per esempio raccogliendo database con milioni di foto di persone africane per analizzarne i volti. Il risultato furono smartphone dalla fotocamera ottimizzata per immortalare meglio le pelli più scure, ma le attenzioni non finiscono qui. Molti africani hanno più SIM per evitare sovrapprezzi nel chiamare gli altri operatori ma soltanto un telefono per ragioni economiche, pertanto tutti i telefoni Transsion vennero prontamente dotati di supporto multi SIM, con alcuni modelli addirittura in grado di leggere 4 SIM simultaneamente.
È stata prestata attenzione anche al software, con tastiere in più idiomi africani (come amarico, swahili e hausa), così come l’utilizzo di sistemi di protezione dal calore e batterie capienti per compensare i problemi di blackout che affliggono alcune regioni africane. Persone come Sewedo Nupowaku, CEO di Revolution Media in Nigeria, passarono da un modello premium come Samsung Galaxy S3 al più modesto Tecno L8 perché “con Tecno posso telefonare e navigare per 24 ore, con Samsung assolutamente no“.
E poi ovviamente i prezzi, con feature phone sotto i 10€ e smartphone sotto i 100/200€, cifre ideali per il potere d’acquisto in nazioni dove uno smartphone entry-level può arrivare a costare il 70% dello stipendio mensile. E mentre modelli come Huawei Y6 Pro costavano 100 dollari, alternative come l’Itel IT1406 si proponevano a soli 35 dollari, a fronte di rinunce come fotocamere multiple, schermi ad alta risoluzione e chipset avanzati.
Visto il successo riscosso, Tecno pensò bene di sviluppare maggiormente la sua presenza sul territorio, arrivando a contare oltre 10.000 dipendenti in Africa, uffici in diverse città e stabilimenti di assemblaggio in Nigeria ed Etiopia. In questo modo, non soltanto venivano abbassati i costi rispetto a un’importazione totale dall’Asia ma anche consolidata positivamente l’immagine del brand agli occhi di consumatori e istituzioni. Basta farsi un giro per le strade di Lagos, Nairobi e Addis Abeba per imbattersi in giganteschi cartelloni che sponsorizzano i marchi Transsion.
Africa a parte, Transsion si è progressivamente inserita in altri mercati emergenti in Medio Oriente, Sud America e Sud-est asiatico. Nel 2016 si è anche affacciata in India con Tecno e nel 2017 con Infinix, oltre ad acquistare l’80% del brand locale Spice Mobile, in passato uno dei top 5 marchi nella nazione (salvo poi scendere in classifica dopo l’avvento dei brand cinesi).
È stato nel 2022 che il nome Transsion ha fatto capolino nella top 5 europea, con un boom del +1.297% in una regione in crisi economica. Qualcuno potrebbe giustamente chiedersi: ma cos’è possibile una crescita del genere in Europa per un marchio sconosciuto? Questo è vero solo per il versante occidentale, perché Tecno opera in paesi come Grecia, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Bosnia ed Erzegovina, Turchia, Ucraina e Russia; c’è poi Infinix, anch’esso presente in Est Europa e che ha recentemente aperto divisioni in Regno Unito, Spagna e persino Italia.
Al contrario delle varie Xiaomi, OPPO e vivo, Transsion ha preferito portare avanti il suo approccio, rivolgendosi alle fasce più tipicamente economiche e guidando la crescita tecnologia dei paesi emergenti, avendo sì margini più stretti ma lavorando con platee più ampie. Anche perché il business in Africa è numericamente inferiore solo a Cina e India: secondo i report di GSMA, nel 2023 si costano oltre 1 miliardo di utenze telefoniche mobili africane, e si prevede che nel 2025 toccheranno gli 1,3 miliardi. E i risultati si vedono: nel Q2 2023, il marchio Transsion si è ufficialmente consolidato nella top 5 globale con il 9% del mercato mondiale.
Di cosa è in grado Transsion?
Ad anni di distanza dai suoi esordi, il gruppo Transsion si è costruito un’utenza consolidata che le sta permettendo di ampliare i suoi orizzonti e iniziare a creare prodotti decisamente più avveniristici, anche alla luce della quotazione in borsa STAR in Cina che nel 2020 l’ha portata a una capitalizzazione di oltre 7 miliardi di dollari. Una volta conquistato il mercato africano, l’obiettivo si è spostato verso Asia ed Europa, che al contrario dell’Africa hanno un panorama tecnologico ben più evoluto nonché un pubblico più difficile da convincere. Soprattutto in Europa, dove anche brand grossi come OPPO, Realme e vivo stanno non poco faticando a rivaleggiare contro il duo Apple e Samsung.
Il requisito affinché il pubblico asiatico e occidentale possa notare i marchi Transsion è quello di spiccare dalla massa, e fra 2022 e 2023 abbiamo avuto più dimostrazioni interessanti, con primati sotto il fronte estetico. Tecno Spark 10 Pro è il primo smartphone al mondo con tecnologia Luminous Eco-Leather, e potrei dire lo stesso per la tecnologia RGB Chameleon Coloring e la policromaticità di Camon 19 Pro Mondrian. Innovazioni che non riguardano esclusivamente la componente visiva, come nel caso della fotocamera retrattile di Phantom X2 Pro.
Tecno si è persino spinta nell’industria dei pieghevoli, attualmente dominata da Samsung e in cui è difficile inserirsi sia per l’alta competitività che per il rischio di produrre terminali così evoluti, costosi e difficili da vendere. Lo abbiamo visto con la presentazione al MWC 2023 di Tecno Phantom V Fold, a cui seguirà Phantom V Flip; per non parlare del folle Phantom Vision V, il primo concept che unisce un pieghevole a uno schermo arrotolabile ed estendibile.
Oltre a Tecno, anche Infinix ha fatto sfoggio di tecnologie che solitamente vediamo associate a compagnie ben più blasonate. Oltre all’originalità visiva di GT10 Pro e alla selfie camera da record di Zero 20, il Concept Phone 2021 non soltanto faceva sua l’elettrocromia ma dava via a una sequela di evoluzioni a tema ricarica rapida, prima toccando i 160W, poi i 180W e infine i 260W.
Chi vedremo per primo in Europa?
Dei tre brand di smartphone nelle mani di Transsion, probabilmente sarà Infinix il marchio che tenteràl’esordio ufficiale nell’Europa occidentale, vista l’apertura delle divisioni britannica, spagnola e italiana e la partnership con un centro di design in Francia. Tuttavia, la presenza di Tecno al MWC 2023 di Barcellona potrebbe aver anticipato la voglia di portare anche questo marchio alle nostre latitudini. La storia di Transsion in Europa è ancora tutta da scrivere, e soltanto il tempo ci dirà se il successo riscosso altrove verrà ripetuto anche nel nostro continente.