Redmi compie 10 anni: ve lo ricordate il primo Xiaomi Hongmi?

xiaomi primo smartphone redmi hongmi
Crediti: Xiaomi

Se oggi Xiaomi può vantare un ruolo di rilievo nel podio delle vendite globali, gran parte del merito va a Redmi, un marchio che negli anni è divenuta una realtà a sé stante sotto forma di sub-brand. La sua genesi avvenne esattamente 10 anni fa, quando il 31 luglio 2003 ebbe luogo l’evento di presentazione del primo Redmi 1.

Sono passati 10 anni dal lancio del primo smartphone Xiaomi della serie Redmi

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Crediti: Wang Hua

A ricordare l’accaduto è Wang Hua, oggi direttore delle pubbliche relazione Xiaomi ma all’epoca uno dei giornalisti locali che seguivano un ambito tecnologico cinese che si dimostrava sempre più in fermento. La Xiaomi di allora era ben diversa dalla realtà consolidata che conosciamo oggi, erano passati poco più di tre anni dalla sua fondazione, a cui seguì il primo prodotto, che non era uno smartphone bensì la MIUI, di cui abbiamo già ripercorso la storia in questo video-editoriale.

Nell’agosto del 2011 avvenne l’esordio del primissimo Xiaomi Mi One, quello che possiamo considerare il primo storico flagship killer, ma ben presto la compagnia capì che la strada per il successo doveva essere lastricati anche e soprattutto da prodotti più modesti ma d’ampio respiro. Fu allora che nacque il marchio 红米, cioè Hongmi in Cina e successivamente Redmi per il pubblico internazionale, la cui traduzione è “riso rosso“, una simbologia cinese che richiama a concetti quali prosperità, ricchezza, buona fortuna, abbondanza.

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Crediti: Xiaomi

Quello proposto da Xiaomi fu uno smartphone, il primo Redmi, dalle ambizioni modeste: schermo IPS da 4,7″ HD con Gorilla Glass 2, MediaTek MT6598T a 28 nm, CPU quad-core a 1,5 GHz Cortex-A7, GPU PowerVR SGX544MP2, 1 GB di RAM, 4 GB di memoria, fotocamera da 8 MP e batteria da 2.000 mAh removibile con ricarica via porta microUSB. Pensate, il software era l’allora MIUI 5 basata su Android KitKat 4.2.2, la scocca era interamente realizzata in policarbonato e le cornici erano ancora all’ordine del giorno; per questo, i produttori dell’epoca usavano quella inferiore per integrare i classici tre tasti touch capacitivi. Insomma, Redmi 1 non era un mostro delle specifiche, ma quello che era cruciale era il prezzo: 799 CNY, circa 100€.

La sua presentazione avvenne in una piccola sala conferenze a Pechino: non c’era nemmeno un proiettore né tantomeno un maxi-schermo, e le slide del prodotto venivano mostrate su un televisore. Oltre a poche decine di giornalisti, all’evento erano presenti solamente Lei Jun e i dirigenti dell’operatore e partner dell’azienda China Mobile. Un contesto decisamente più modesto degli eventi odierni di Xiaomi, ma tanto bastò a convincere il pubblico: in 3 minuti vennero vendute 100.000 unità, rigorosamente tramite lo store ufficiale per ottimizzare costi e logistica. Talmente era l’hype che Wang Hua ricorda la presenza di scalper fuori dall’albergo che cercavano di vendere i biglietti per la conferenza, al termine della quale avrebbero regalato un sample dello smartphone.

Tale fu il successo che nella primavera 2014 venne realizzato il suo successore, Redmi 1S, che si differenziava per la presenza di uno Snapdragon 400 e 8 GB di spazio interno. Per celebrare l’avvenimento, Xiaomi mise da parte Hongmi e scelse Redmi come nome ufficiale per la sua linea di smartphone low-cost, anche in virtù della crescente attenzione mediatica internazionale. Non a caso, nel 2013 Xiaomi aveva accolto fra le sue fila Hugo Barra, ex Google assunto per spianarle la strada verso quello che sarebbe stata la sua espansione fuori dalla Cine negli anni successivi. Fu proprio lui a presentare gli eventi di presentazione di Redmi e dei successivi prodotti fuori dalla Cina.

smartphone più venduti febbraio 2014

Che il marchio Redmi fosse importante per Xiaomi lo si iniziò a capire già nel febbraio 2014, quando l’azienda cinese comparve per la prima volta nella lista degli smartphone più venduti, classificandosi in 7° posizione proprio col suo Redmi, oltre che in 10° posizione con il top di gamma Xiaomi 3. Ma il 2014 fu altrettanto importante per la nascita di quello che possiamo considerare il vero cavallo di battaglia della compagnia.

Mi riferisco a Redmi Note, che esordì sul mercato cinese nel marzo di quell’anno con un IPS da 5,5″ HD, SoC MediaTek MT6592 a 28 nm con CPU octa-core a 1,7 GHz A7, 1/2 GB di RAM, 8 GB di ROM, fotocamera da 13 MP, MIUI 8 con Android 4.4.2 Kitkat e una batteria da 3.200 mAh sempre con microUSB. Uno smartphone sempre modesto ma più in linea con i gusti di chi voleva uno schermo più ampio per fruire meglio dei contenuti multimediali, venduto ancora una volta attorno ai 100€ e sold-out in pochi minuti, superando i 10 milioni di unità vendute in qualche mese.

redmi note evoluzione
Crediti: Xiaomi

Da lì in avanti, il marchio Redmi assunse un’importanza così strategica da spingere Xiaomi a renderlo un sub-brand a sé stante nel 2019, e il resto è storia. Negli anni, la famiglia Redmi Note ha macinato qualcosa come 300 milioni di vendite nel mondo, diventando un caposaldo anche del mercato occidentale. I dati parlano chiaro, d’altronde: se Xiaomi è diventata la realtà che conosciamo oggi è grazie soprattutto ai numeri di vendita del sub-brand Redmi.

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