Lo scorso trimestre ha messo nero su bianco un andamento poco positivo per le vendite di smartphone, penalizzate sia dalla crisi dei componenti che da quella energetica. Ciò che è paradossale è che in realtà il calo delle vendite è più da attribuire all’offerta che non riesce a sostenere la domanda. Se si parla di crisi dei chip, anche il 2022 dovrebbe essere un anno tutt’altro che esente da difficoltà, ma c’è una speranza all’orizzonte. Secondo gli analisti del team TrendForce, il prossimo anno sarà quello che segnerà il ritorno delle vendite ai livelli pre-pandemia. Checché se ne dica, oggi uno strumento come lo smartphone è sostanzialmente essenziale per buona parte del vivere quotidiano. Lo dimostra l’impennata che la domanda di gadget elettronici ha avuto nel 2020: nonostante il periodo non fosse dei migliori, la gente si è riscoperta ancor più desiderosa di smartphone, tablet, PC e console.
Secondo TrendForce, il 2022 dovrebbe essere un anno molto proficuo per le casse dei produttori di smartphone. Nel corso del prossimo anno sono stimate vendite pari a 1,39 miliardi di smartphone venduti in tutto il mondo. Se così fosse, la crescita ammonterebbe al 3,8% su base annuale, se si sommano tutti i produttori di smartphone che ci sono in circolazione.
Le previsioni danno le vendite di smartphone nel 2022 in piena crescita
Ma scendiamo più nello specifico. Partiamo da Samsung, che per TrendForce manterrà la sua posizione di leadership, per quanto con meno margine rispetto alle rivali. Con un quota di mercato del 20% e 276 milioni di smartphone venduti, avrebbe la crescita annuale più bassa nella top 5, pari a solo il +1.1%. La strategia della coreana sarebbe quella di affinare la proposta nella fascia alta, con una serie S22 che farà ancor più sua l’eredità di quella Note e forte delle vendite nei pieghevoli. Per rendersi più competitiva nella fascia medio/bassa, dovrebbe delegare la produzione dei modelli a produttori di terze parti.
Farebbe meglio la seconda in classifica, con Apple che con il suo 18% di mercato e 243 milioni di unità vendute dovrebbe registrare una crescita del +5,4%. In quel di Cupertino ci si sta preparando al rilascio della terza generazione di iPhone SE, cioè il melafonino che porterà il 5G nel segmento meno costoso. Senza contare che la generazione iPhone 14 dovrebbe attirare più attenzione (e vendite) rispetto a iPhone 13.
Dopo il duo Samsung / Apple, dalla terza posizione in poi si fa sempre più insistente l’avanzata delle casate cinesi. In primis Xiaomi, che dovrebbe consolidare la terza posizione con la crescita più alta di tutte, pari al +15,8%. Le vendite di smartphone Xiaomi, compresi i marchi Redmi, POCO e Black Shark, dovrebbero attestarsi sui 220 milioni, facendole conquistare il 16% del mercato globale. Fra l’altro, i dati di vendita attuali ci dimostrano come sia Redmi il marchio portante dell’intera società.
Subito dietro a Xiaomi troveremmo OPPO al 15% di mercato, di poco distante dalla diretta rivale di Lei Jun, anch’essa in grado di penetrare il mercato grazie al trio OPPO, OnePlus e Realme. Un plus non da poco, anche nel caso di OnePlus che, pur essendosi fatta un nome nel mondo dei flagship, sta puntando moltissimo sulle vendite dei medio di gamma. TrendForce prevede che OPPO venderà quindi 208 milioni di smartphone, registrando una crescita annuale del +2,5%.
Meglio di OPPO farebbe la “cugina” vivo, che con una previsione del +6,4% si stabilizzerebbe in quinta posizione con l’11% del mercato. Con 149 milioni di smartphone venduti, vivo dovrebbe continuare a vendere soprattutto in Cina, per quanto la concorrenza di Honor inizi a farsi sentire.
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