Giusto qualche giorno fa, contro Huawei è stato inflitto l’ennesimo blocco da parte del governo statunitense, sempre più afflitta da limiti che la ostracizzano dal mondo degli smartphone. È evidente che la compagnia stia vivendo un momento poco felice, come dimostra la recente cessione della divisione server. Se si guarda alla divisione smartphone, nonostante tentativi come Huawei Nova 9, l’azienda cinese è rapidamente crollata nelle preferenze dei consumatori. Sono bastati pochi mesi per farla passare da essere una delle realtà principali a praticamente scomparire dai mercati occidentali e persino quello cinese.
Per chi non lo sapesse, tutto ciò deriva dal fatto che, essendo stata inserita dagli USA nella Entity List, Huawei non può avere a che fare commercialmente con tutta una serie di compagnie. In primis Google e TSMC, tagliandola fuori di fatto dalla produzione di smartphone che possano competere alla pari. A tal punto da costringere Huawei a cedere Honor a una cordata cinese e a guardare diversamente al suo futuro.
Huawei diventa un produttore di smartphone per terze parti
Seguendo gli ultimi risvolti, sembra che i piani di Huawei si stiano sempre più diversificando. La creazione di HarmonyOS, degli Huawei Mobile Services e dell’AppGallery ha aperto le porte alla possibilità che diventi un’azienda software. Per esempio, LeTV S1 è uno degli smartphone non di Huawei ma dotato dei suoi servizi HMS e si è vociferato che possa accadere lo stesso con Meizu. Si è poi parlato di un suo possibile ingresso nel mondo dei pagamenti in mobilità e persino delle apparecchiature mediche.
Spostandoci sul mondo hardware, forse alcuni di voi ricorderanno che a inizio 2021 era spuntata una voce secondo cui Huawei stesse valutando la cessione della divisione smartphone. La compagnia non tardò a smentire tale indiscrezione, ma la realtà dei fatti è che la voce potrebbe prendere corpo in una forma differente. Anziché cedere la divisione, perché non darla in licenza ad altri?
Giusto pochi giorni fa vi ho parlato di come TD Tech abbia realizzato quello che è a tutti gli effetti un rebrand di Huawei Mate 40, così come anche uno di Nova 8 Pro. Una notizia che ha confuso in prima battuta, ma che diventa sensata quando si scopre che TD Tech è una joint venture fra Huawei e Nokia. Nata nel 2005 per occuparsi del mondo delle telecomunicazioni sotto il profilo infrastrutturale, Huawei potrebbe aver deciso di utilizzarla come via alternativa per proporre smartphone senza le limitazioni del ban USA. Non a caso, al contrario di tutti gli ultimi smartphone Huawei castrati in 4G, quello di TD Tech è dotato di connettività 5G.
Ecco quale potrebbe essere il futuro della divisione mobile di Huawei
Per esempio, la scorsa estate è stato presentato FFalcon Thunderbird FF1, smartphone del brand partner di TCL ed evidentemente nato dalla stessa filiera produttiva di Huawei. Ma potrei citarvi anche il più recente Maimang 10 SE: una volta la denominazione “Maimang” era una delle serie Huawei, mentre a questo giro è uno smartphone realizzato per l’operatore telefonico China Telecom.
Ecco, a proposito di operatori, un nuovo report di Bloomberg parla di come Huawei sarebbe intenzionata a dare in licenza i propri progetti di smartphone ad altre aziende. Secondo fonti vicine all’azienda, ciò permetterebbe a Huawei di monetizzare sui propri brevetti, dandoli in licenza a produttori di terze parti. Inoltre, questi produttori potrebbero agire liberamente affidandosi alle TSMC di turno, non essendo soggette al ban americano.
Il report parla di come Huawei starebbe valutando di fornire queste licenze all’azienda statale China Postal Telecommunications Appliances. Da questo accordo dovrebbe nascere la divisione Xnova, già operativa in quanto venderebbe già in Cina gli smartphone della famiglia Huawei Nova. Questo marchio sarebbe così in grado di realizzare smartphone proprietari ma basati sui design di Huawei.
Sempre secondo questo report, gli ingegneri Huawei starebbero già lavorando per riadattare i design in modo che i chip HiSilicon possano essere agevolmente essere sostituiti da quelli MediaTek e Qualcomm. Secondo le stime di Huawei, le vendite di questi smartphone e dei propri potrebbero raggiungere 30 milioni di unità nel 2022. Per il momento, tutte le parti tirate in causa si sono rifiutate di commentare la notizia.
Ecco tutti i partner di Huawei | Aggiornamento 29/11
Grazie all’insider Teme, possiamo avere un’idea più chiara di quali siano le aziende con cui Huawei sta lavorando per la produzione di smartphone a loro nome. Ecco la lista:
- Huawei + China Telecom = Maimang
- Huawei + China Unicom = U-Magic
- Huawei + China Mobile = Nzone
- Huawei + TCL = Thunderbird
- Huawei + China Post Communication = Hinova
- Huawei + Nokia = TD Tech
Come già spiegato, l’obiettivo è quello di dare in licenza smartphone ad altre compagnie, le quali potranno a loro volta farseli fabbricare senza incappare nei limiti di Huawei, in primis l’impossibilità di usare modem 5G.
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