Fino a qualche tempo fa, parlare di Huawei significava parlare dell’azienda in prima linea nell’evoluzione del 5G. Nonostante sia stato Samsung la prima a lanciare uno smartphone 5G, la compagnia di Ren Zhengfei è stata una di quelle che maggiormente ci ha investito. Sin dal 2019, nel catalogo sono stati via via lanciati più di 20 modelli marchiati Huawei, così come più di 10 con il brand Honor. Qua da noi è stata la serie Huawei P40 e Mate 40 a portare il 5G sugli scaffali, mentre i mid-range 5G sono rimasti vincolati alla sola Cina. Senza contare che già nel 2009 avviò il suo progetto per le reti di nuova generazione. In questo modo, Huawei è riuscita a sviluppare un know-how che l’ha resa una delle aziende leader nelle infrastrutture telefoniche, superando compagnie blasonate come Nokia ed Ericsson.
Questo prima del ban statunitense, però. Da quando l’amministrazione Trump ha messo il veto su Huawei, la società ha rapidamente perso tutto il vantaggio accumulato negli anni. Diverse nazioni hanno sospeso o messo in discussione (Italia compresa) la presenza di Huawei nella rete 5G nazionale. Il ban USA si è ripercosso anche sul mercato consumer, imponendole il divieto di produrre ed acquistare chip 5G. Come prevedibile, l’appeal degli smartphone Huawei è rapidamente scemato in favore di brand rivali come Xiaomi, OPPO, vivo e Samsung. Gli incassi delle divisioni consumer sono crollati e si vocifera che Huawei possa star prepararsi ad un nuovo corso come fornitore di servizi e software. Si vocifera addirittura che i negozi Huawei in Cina possano iniziare a vendere smartphone di terze parti. Senza contare che uno dei primi smartphone con EMUI 12 non è nemmeno marchiato Huawei.
Huawei parla di un suo possibile ritorno sul mercato degli smartphone 5G
Alla luce di tutto ciò, alla recente conferenza Huawei All Connect si è parlato proprio del futuro della compagnia. In molti si chiedono se l’azienda riuscirà a tornare sui suoi passi, viste anche le recenti presentazioni di smartphone. Sia la serie Huawei P50 che quella Nova 9 sono state annunciate al pubblico con soluzioni Qualcomm e Kirin 4G, sottolineando l’impossibilità ad utilizzare modem 5G. Una situazione che ha portato persino ad un innalzamento del mercato dell’usato degli smartphone Huawei 5G, con la stessa Huawei che ha iniziato una strategia dei ricondizionati per capitalizzarci su.
Alla conferenza a rispondere a questi dubbi c’era il presidente Xu Zhijun, le cui dichiarazioni si sono concentrate sulle difficoltà che Huawei sta affrontando. A differenza di quanto avvenuto con Honor, la compagnia non sta valutando di cedere la sua divisione smartphone, nonostante i pesanti limiti imposti. Ma il presidente Huawei ha tenuto a fare una specificazione piuttosto importante: ci potrebbero volere anni prima che Huawei torni sul mercato degli smartphone 5G. Una dichiarazione che sembrerebbe quindi smentire l’esistenza della serie Huawei P50 in 5G, uno smacco non da poco rispetto alla concorrenza.
“Ora Huawei è in un processo di sopravvivenza“, ha affermato Xu. “In questo processo, molte aziende sceglierebbero di ridimensionarsi ed effettuare licenziamenti. Huawei ha scelto la strada opposta“. Ma c’è anche chi si chiede che fine farà HiSilicon, la divisione chip che ha reso Huawei la potenza che conoscevamo anni fa. Il crollo di Huawei l’ha portata ai minimi storici, venendo superata anche dalla modesta UNISOC. Ma anche se HiSilicon non può più sopperire alla necessità di chipset per smartphone, l’azienda continuerà ad investirci, come già dichiarato in precedenza. “HiSilicon è un dipartimento di progettazione di chip, non un’organizzazione redditizia. Non abbiamo pretese di profitto: finché vivremo, la supporteremo assorbendo anche i migliori talenti in circolazione per gettare le basi e prepararsi al futuro“.
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