Stati Uniti e Cina, Taiwan e Sud Corea: è questo il fulcro dello scontro tecnologico a suon di microchip che sta segnando gli ultimi anni del panorama tecnologico. In questo contesto, il ban statunitense contro Huawei giocò un ruolo primario, perché l’azienda era in prima linea per diventare leader dei semiconduttori cinesi. I paletti degli Stati Uniti la estromisero rapidamente dall’olimpo dei migliori, ma con il lancio prima della serie Mate 60 e poi della serie Pura 70 c’è stato un ritorno di fiamma. Quest’ultima è mossa dal nuovo Kirin 9010, SoC che si sta rivelando anch’esso controverso, nel bene e nel male.
Kirin 9010 non è fabbricato a 5 nm: il teardown ne svela il processo produttivo
Se vi fate un giro sul sito ufficiale, Huawei non menziona mai in alcun modo il Kirin 9010: non ne viene citato il nome, non viene elencata alcuna specifica, non è nemmeno indicato se lo smartphone sia compatibile col 5G o meno (lo è). Se siamo in grado di parlarne è esclusivamente merito di coloro che, una volta messa mano su Huawei Pura 70 Pro, Pro+ o Ultra, ha usato le app di rito per avere un quadro delle sue caratteristiche.
Se si guardano i benchmark, il Kirin 9010 non è un mostro di potenza, erogando performance in linea con i migliori microchip di qualche generazione fa. Quello che le app non ci possono dire è la tipologia di processo produttivo utilizzato per fabbricarlo: anche in questo caso, chi l’abbia stampato non è dato saperlo in via ufficiale, ma quasi sicuramente è opera della cinese SMIC, la stessa del Kirin 9000S.
Nell’opera di ammodernamento che la Cina sta attuando per rendersi più competitiva e indipendente nell’industria dei microchip, SMIC rappresenta la sua punta di diamante. Essendo anch’essa bannata dagli USA, però, non può acquistare gli stessi macchinari litografici EUV che TSMC, Samsung e Intel utilizzano per stampare a 5 nm e oltre. Il risultato è che SMIC è ancora ferma ai 7 nm: per capirci, è il nodo su cui veniva stampato lo Snapdragon 855 nel 2019.
È stato comunque un traguardo importante per una SMIC che, nell’arco di meno anni della concorrenza e con meno importanti clienti da cui monetizzare, è passata dai 14 ai 7 nm. Da qualche mese, poi, si vocifera che sia pronta al passaggio ai 5 nm, ed è qui che torniamo al Kirin 9010, perché quando è stata lanciata la serie Huawei Pura 70 in rete si è letta la possibilità che il System-on-a-Chip non fosse più a 7 ma a 5 nm.
Considerato che né da Huawei né da SMIC arriverà mai una conferma o una smentita, ci ha ancora una volta pensato il teardown di TechInsights a darci delucidazioni in merito. Una volta eseguite le analisi al microscopio, la società ha smentito le indiscrezioni “con grande sicurezza“, confermando che Kirin 9010 è sempre a 7 nm, più precisamente sul nodo N+2 che SMIC ha utilizzato per il precedente Kirin 9000S. Il ché apre a tutta una serie di dubbi, con gli stessi Stati Uniti che ne parlano come di un SoC “nato vecchio“.
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