Huawei Pura 70 Ultra e Kirin 9010: nuovi benchmark, fra sorprese, misteri e bugie

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Aggiornamento 22/04: nuovi benchmark effettuati sul Kirin 9010, li trovate nell’articolo.

Per quanto l’azienda cerchi di tenerlo nell’ombra, dentro ai nuovi Huawei Pura 70 (ma solo su Pro, Pro+ e Ultra) c’è il Kirin 9010, l’ennesimo sforzo di una HiSilicon che, nonostante il ban USA, ha ripreso la sua produzione. Dopo essersi affidata per anni a Qualcomm e MediaTek, Huawei è tornata a utilizzare i suoi microchip proprietari, pur facendolo quasi di nascosto, senza minimamente pubblicizzarli come invece faceva pre-ban, quando addirittura teneva eventi dedicati solamente per parlare del suo ultimo SoC di punta.

Kirin 9010, il nuovo SoC di Huawei Pura 70 Pro/Pro+ e Ultra in azione nei benchmark

La svolta per Huawei è arriva a fine 2023, quando con la serie Mate 60 debuttò quel Kirin 9000S che l’ha riportata sul radar delle aziende capaci di prodursi in casa i componenti, similarmente a Apple e Samsung. Tuttavia, attente analisi dimostrarono che il “nuovo” SoC tanto nuovo non fosse, rivelandosi invece una sorta di riedizione del vecchio Kirin 9000 del 2020. Non a caso si chiama Kirin 9000S e non 9100: anche Huawei lo sa, e preferisce attendere di avere un vero e proprio SoC di nuova generazione per il cambio di nome.

Quello della serie Huawei Pura 70 non fa eccezione: se si chiama Kirin 9010 è proprio perché è anch’esso una nuova versione del Kirin 9000, e lo si può notare dalle sigle incise sul microchip stesso. “Hi36A0” è la stessa sigla presente su 9000 e 9000s, così come soprattutto “CN0902” e “2035“: la prima conferma la produzione in Cina (quasi sicuramente da parte di SMIC sul nodo a 7 nm), la seconda che è avvenuta nella 35esima settimana del 2020. Fine agosto, pochi mesi prima della presentazione del Kirin 9000.

huawei pura 70 pro pro+ ultra kirin 9000s1 9010

Come anticipato, non tutti i modelli montano questo SoC, che è esclusiva di Huawei Pura 70 Pro, Pro+ e Ultra: sul modello base Huawei Pura 70 c’è invece il Kirin 9000S1. Come lascia intuire il nome, è un’altra versione del succitato Kirin 9000S, un po’ come accaduto col Kirin 9000SL di Huawei Nova 12 Ultra, e ha una CPU depotenziata che da 2,62 scende a 2,48 GHz di picco.

Ma parliamo del protagonista, Kirin 9010, dentro cui si cela una CPU non specificata ufficialmente e i cui dettagli ci vengono rivelati da app e benchmark di riferimento. HiSilicon avrebbe mantenuto una configurazione octa-core con hyper-threading a 12 core, una tecnica che vediamo solitamente sui PC con cui i core inutilizzati vengono virtualmente sfruttati per simularne di più.

  • Kirin 9000S
    • 7 nm SMIC
    • CPU octa-core ARMv8-A (2,62 GHz TaiShan V120 + 2,15 GHz TaiShan V120 + 1,53 GHz Cortex-A510)
  • Kirin 9010
    • 7 nm SMIC
    • CPU octa-core ARMv8-A (2,62 GHz TaiShan V121 + 2,18 GHz TaiShan V121 + 1,55 GHz Cortex-A510)

Se confrontate con Kirin 9000S, queste specifiche sembrano un passo indietro anziché in avanti, con il core ad alte prestazioni che cala da 2,62 GHz a 2,3 GHz, con un aumento quasi ininfluente degli altri core. Tuttavia, i benchmark ci raccontano un’altra storia:

Nei test Antutu, l’ultimo Kirin 9010 fa meglio sia del Kirin 9000 che del 9000S, con un punteggio superiore del +8% dovuto principalmente proprio alla CPU, che nonostante abbia frequenze meno alte fornisce comunque una potenza maggiore. Il processore ottiene un punteggio Antutu superiore del +19%, e anche secondo GeekBench i punteggi single/multi-core sono più alti del +8%/+15%.

Kirin 9000Kirin 9000SKirin 9010
Antutu909.400
CPU 242.171
GPU 315.801
Memorie 155.272
UX 188.275
904.545
CPU 279.677
GPU 200.982
Memorie 225.491
UX 194.615
979.511
CPU 331.778
GPU 195.573
Memorie 275.492
UX 176.668
GeekBenchSingle-core 1.266
Multi-core 3.512
Single-core 1.337
Multi-core 4.123
Single-core 1.447
Multi-core 4.765
3DMarkWild Life 6.071Wild Life 5.055

Se le frequenze sono più basse, com’è possibile? Ritorniamo alla foto del Kirin 9010 e alle sigle incise sopra, perché la dicitura “GFCV121” potrebbe confermare il passaggio dai core TaiShan V120 ai TaiShan V121. Anziché affidarsi ai core ARM come fanno Qualcomm e MediaTek, Huawei utilizza i suoi core proprietari TaiShan, un tempo utilizzati esclusivamente in ambito server ma adesso riutilizzati anche su smartphone.

Mettendolo a confronto con SoC di fascia alta già esistenti, si può constatare che le prestazioni lato benchmark del Kirin 9010 risultano indietro di diverse generazioni, specialmente se lo si paragona all’ultimo Snapdragon 8 Gen 3. Da parte di Qualcomm, anche il mid-range Snapdragon 7+ Gen 3 riesce a fare meglio del SoC HiSilicon su piattaforme come GeekBench e 3DMark.

Svolgendo test più approfonditi, alcuni utenti hanno riscontrato che il core a 2,3 GHz del Kirin 9010 restituisce prestazioni paragonabili al core ARM Cortex-A77 dello Snapdragon 870 ma consumando di più, avendo consumi paragonabili al core ARM Cortex-X2 dello Snapdragon 8+ Gen 1 ma risultando il 30% più lento. Probabilmente è per questo che Huawei ha abbassato le frequenze: per evitare consumi che sarebbero stati troppo alti, considerato anche che i 7 nm non sono il nodo più efficiente in circolazione.

Abbiamo parlato di benchmark, ma come si comporta Huawei Pura 70 Ultra all’atto pratico, nei contesti più tipicamente quotidiani come il gaming? Nei test eseguiti giocando a Genshin Impact, con impostazioni grafiche settate al massimo, il frame rate medio restituito dal Kirin 9010 si aggira attorno ai 55 fps durante una sessione da 15 minuti, con temperature arrivate fino ai 49,6° C.

Riprendendo il punteggio Antutu, la presenza della stessa GPU Huawei Maleeon 910 a 750 MHz fa sì che l’elaborazione grafica sia rimasta sostanzialmente invariata, mentre non si può dire per le memorie, che restituiscono un punteggio aumentato del +22%. Anche qua ci dobbiamo attenere ai dati che circolano in rete, ma pare che il Kirin 9010 abbia aggiunto il supporto alle memorie RAM LPDDR5X, mentre rimane invariato quello alle ROM UFS 3.1.

Anche qui si apre il toto-nomi sui chipmaker coinvolti: lato ROM, sarebbe la cinese YMTC ad aver fornito le memorie UFS 3.1 e non sarebbe la prima volta, visto che anche alcuni dei recenti top di gamma Xiaomi ne sono dotati. Discorso differente per le RAM: l’unico chipmaker cinese capace di produrle di fascia alta è Changxin, che però a fine 2023 ha presentato le sue prime memorie LPDDR5. Risulta difficile credere che Changxin non pubblicizzerebbe tale svolta produttiva, e visto che per ora non c’è alcuna prova concreta del supporto LPDDR5X da parte del Kirin 9010 è possibile che il SoC sia ancora fermo allo standard LPDDR5.

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