MediaTek e il fallimento del Dimensity 9000

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Sin dalle settimane che ne precedettero la presentazione, MediaTek Dimensity 9000 aveva fatto sperare tutti coloro che volevano un’alternativa a Qualcomm. Nella storia degli smartphone, la fascia alta dei chipmaker è sempre stata dominata da pochissimi nomi, molti dei quali occupati a produrre chip soltanto per sé stessi. Penso ad Apple e Samsung, o a Huawei e Honor prima del ban USA: per tutti gli altri, la scelta è praticamente una sola, cioè Qualcomm. Sin dal suo ingresso nel mercato mobile, il chipmaker statunitense ha sviluppato un mercato quasi monopolistico; e si sa, quando un’azienda potrebbe rompere un monopolio è sempre una buona notizia per i consumatori. E sembrava proprio che, dopo anni di stasi, MediaTek ce la potesse fare con un Dimensity 9000 che, però, sta tradendo le aspettative risposte in esso.

MediaTek Dimensity 9000 è potente, efficiente ma in pochi possono averne uno

Per arrivare a capire la situazione odierna dobbiamo partire dal passato, quando nel 1997 il chipmaker taiwanese United Microelectronics Corporation (UMC) dette vita MediaTek. All’epoca era una divisione dedicata alla creazione di chip per TV, feature phone e lettori multimediali; sin dagli esordi, si è concentrata sul mercato economico, diventando uno dei principali punti di riferimento per la progettazione di chip in Asia. Con l’avvento del primo iPhone, nel 2004 MediaTek ha puntato la sua attenzione al nascente mercato degli smartphone, specialmente in Cina al fianco di realtà come Xiaomi, OPPO e ZTE.

Con la sempre più crescente diffusione dei brand cinesi nel mondo, non c’è voluto molto affinché MediaTek diventasse uno dei chipmaker più grossi sul mercato. Se si guarda allo scorso 2021, l’annata si è conclusa con MediaTek al primo posto per volume di vendite: tuttavia, la situazione si fa ben diversa se si analizzano le vendite in base alla fascia di prezzo. Fintanto che si parla di smartphone fino ai 299$, MediaTek ha il maggior numero di vendite, ma la situazione cambia drasticamente se si passa alle fasce più premium.

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Il problema dell’essere leader del low-cost

Sin da quando ve ne parliamo sulle nostre pagine, MediaTek rappresenta un nome di riferimento per gli smartphone più tipicamente low-cost. Se si prende la classifica dei modelli più venduti del 2021, 7 su 10 sono iPhone, mentre gli altri 3 sono smartphone Android low-cost e tutti con SoC MediaTek. Essere una colonna portante della fascia economica è senz’altro un suo punto di forza, anche perché sono questi gli smartphone che vendono in maggior quantità in tutto il mondo; tuttavia, non sono quelli più profittevoli, ma questo è un altro discorso. E così come gli smartphone low-cost non sono i più profittevoli, lo stesso vale per i chipset low-cost.

Se Qualcomm può vantare un catalogo di SoC per tutte le tasche, in particolare quelle più “gonfie”, MediaTek non può dire lo stesso. Non che MediaTek non ci abbia provato in passato a proporre soluzioni più avanzate: per esempio l’MT6592, il primo SoC con CPU octa-core, o l’Helio X20, il primo con CPU tri-cluster nonché la prima CPU deca-core. E come non ricordare l’Helio X30, che nel 2017 vide MediaTek provare per la prima volta a fare concorrenza alla fascia alta di Qualcomm e al suo Snapdragon 835; entrambi a 10 nm, il SoC MediaTek si spingeva oltre con una CPU a 2,6 GHz (lo Snap 835 si fermava a 2,45 GHz) e una GPU PowerVR 7XTP-MT4 fino a 850 MHz (l’Adreno 540 arriva a 740 MHz). Peccato che, a parte smartphone scarsamente diffusi come il Meizu PRO 7 Plus e il Vernee MIX 2, nessuno montasse il SoC MediaTek.

MediaTek Helio X30 MWC 2017

La rinascita di MediaTek con la serie Dimensity

Dal 2017 in poi, MediaTek ha preferito tornare a concentrarsi ai chipset più economici, ottenendo importanti risultati di vendita con le serie Helio A, Helio P ed Helio G. Forse non è un caso che la serie Helio X si sia fermata con lo sfortunato Helio X30; per tornare a qualcosa di più performante dobbiamo passare alla serie Dimensity, inaugurata da MediaTek nel 2020 e grazie alla quale il mercato degli smartphone 5G è fiorito in tutto il mondo. Tuttavia, fino al 2021 non abbiamo visto nessun SoC MediaTek in grado di essere un’alternativa a soluzioni Qualcomm come lo Snapdragon 865 o lo Snapdragon 888.

Arriviamo così al 2022, l’anno di quella che sembrava potesse essere la riscossa per MediaTek. L’annuncio del Dimensity 9000 ha mosso non poco le acque, presentandosi al mondo come il primo SoC al mondo a 4 nm, anticipando per la prima volta (seppur di pochi giorni) la diretta rivale Qualcomm. Un SoC di tutto rispetto, se confrontato con lo Snapdragon 8 Gen 1: entrambi con CPU fino a 3 GHz, entrambi con GPU oltre gli 800 MHz, entrambi con memorie LPDDR5 e UFS 3.1; il chip MediaTek riuscì a stupire tutti, ottenendo punteggi strabilianti nei benchmark AI e dimostrando di essere più efficiente della controparte Snapdragon.

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MediaTek sembrava avere tutte le carte in regola per poter finalmente porsi come un’alternativa valida a Qualcomm, ma così non è stato. Nonostante si sia presentato come il primo al mondo a 4 nm, per vedere il primo smartphone con Dimensity 9000 abbiamo dovuto aspettare 4 mesi con il debutto di Redmi K50 Pro, a cui sono poi seguiti nel tempo modelli come vivo X80 e Honor 70 Pro+. In ogni caso, parliamo di modelli relegati esclusivamente all’Asia (quasi unicamente alla Cina) e che nel caso di Xiaomi e OPPO diventano in tiratura minore: entrambi hanno adottato un approccio ancora più conservativo, lanciando delle Dimensity Edition dei rispettivi flagship Xiaomi 12 Pro e OPPO Find X5 Pro.

Quello che sarebbe dovuto essere il rivale dello Snapdragon 8 Gen 1 si è rivelata un’alternativa poco diffusa nel mercato globale, dove Qualcomm continua a fare la voce grossa con i vari top di gamma Samsung, Xiaomi, Redmi, POCO, Honor, OPPO, Realme, OnePlus, vivo, iQOO, Motorola, ZTE, Nubia, Red Magic, Black Shark, Sony e Sharp.

E potrebbe servire a poco la presentazione del più potente Dimensity 9000+, la risposta di MediaTek allo Snapdragon 8+ Gen 1. Se non fosse per la palese differenza di diffusione:

  • MediaTek Dimensity 9000+
    • Xiaomi 12 Pro Dimensity Edition
    • ROG Phone 6D
  • Qualcomm Snapdragon 8+ Gen 1
    • Samsung Galaxy Z Fold 4, Z Flip 4
    • Moto Edge 30 Ultra e RAZR 2022
    • ASUS ZenFone 9
    • Huawei Mate 50
    • Xiaomi 12S Ultra, 12T Pro, MIX Fold 2
    • Redmi K50 Ultra
    • OnePlus 10T, Ace Pro
    • Realme GT 2 Master Explorer
    • iQOO 10, 10 Pro, 9T
    • Nubia Z40S Pro
    • ROG Phone 6, 6 Pro
    • Red Magic 7S, 7S Pro
    • Lenovo Legion Y70

Nonostante ciò, MediaTek afferma che le vendite dei suoi chipset di fascia alta stanno andando molto bene; tuttavia, in questi numeri rientrano anche le vendite del Dimensity 8100, la cui diffusione è più capillare e tocca anche il nostro continente, con modelli come Realme GT Neo 3 e POCO X4 GT, ma anche OnePlus 10R/Ace, Xiaomi 12T, Redmi K50/K50i, Honor 70 Pro, Redmi Note 11T Pro/Pro+, OPPO Reno 8 Pro/Pro+ e vivo S15 Pro. Tuttavia, un SoC come il Dimensity 8100 è paragonabile alla serie Snapdragon 7 di Qualcomm. Resta quindi la speranza che MediaTek possa prima o poi imporsi come vera rivale di Qualcomm, non soltanto dal punto di vista della fascia economica.

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