In questi giorni si sta tenendo la OPPO Developers Conference 2021, evento che sta rivelando diverse novità, come CarLink per il mondo automobilistico. Sul palco dell’evento di Shanghai si è parlato in lungo e largo della nuova ColorOS 12, ma la compagnia non si è limitata a ciò. Il mondo del gaming mobile è in costante crescita, nonostante continui a portarsi dietro critiche e numerosi detrattori delle meccaniche che popolano i titoli videoludici per smartphone. Ma quello su cui OPPO si è concentrata non è lo sviluppo di giochi, quanto piuttosto le tecnologie che li supportino. E se pensa a quale sia la “next big thing” del gaming su telefono, questa risponde al nome di ray tracing.
Il ray tracing diventa realtà su smartphone, anche grazie ad OPPO
Ci provò prima Huawei qualche anno fa, ma adesso i chipmaker Samsung Exynos e MediaTek si stanno preparando a portare il ray tracing anche su smartphone. Fino ad oggi, questa tecnologia è esclusiva unicamente del gaming PC e sulle console di ultima generazione come PlayStation 5 e Xbox Series X. Se non sapeste di cosa sto parlando, il ray tracing è una tecnica che permette di migliorare notevolmente la resa grafica dell’illuminazione nei giochi. Fino ad oggi, la tecnica della rasterizzazione ha permesso agli sviluppatori videoludici di simulare le condizioni di luce presenti in un ambiente. Riassumendo, un oggetto tridimensionale viene proiettato (o rasterizzato) su un piano bidimensionale e ogni pixel che lo compone viene processato tramite gli shader, cioè un algoritmo che conferisce all’oggetto luci ed ombre. Questo significa che l’illuminazione è pre-confezionata in partenza, con tutti i limiti che ne conseguono.
Al contrario, la tecnica del ray tracing permette una simulazione realistica e dinamica di come le luci agirebbero realmente della scena in riproduzione. Basta mettere a confronto due scene con e senza ray tracing per accorgersi della differenza, anche se non si ha un occhio molto allenato.
Ovviamente l’utilizzo del ray tracing comporta uno svantaggio principale, ovvero le prestazioni. Mettere in atto questa tecnologia significa porre sotto stress l’hardware, in quanto richiede un maggior quantitativo di calcoli in tempo reale. Non sorprende, quindi, che ad oggi siano PC e console next-gen ad averne l’esclusiva, ma non ancora per molto. Come vi ho anticipato, sia MediaTek che Samsung (e immagino anche Qualcomm) si stanno preparando a realizzare SoC in grado di supportare (e sopportare) questa novità.
Ma oltre ai chipmaker, servirà un lavoro corale per introdurlo nel mondo degli smartphone, coinvolgendo sia gli sviluppatori che i team software delle varie case. Ed è qui che entra in gioco OPPO, che alla sua conferenza per gli sviluppatori ha mostrato i suoi avanzamenti in tal senso. Il video mostrato è stato catturato utilizzando un OPPO Reno 6 guidato dal MediaTek Dimensity 1200, a dimostrazione di come l’hardware già esistente sia già in grado di sfruttare il ray tracing. A detta di OPPO, il suo ray tracing si basa sulle librerie grafiche API Vulkan ed è integrato nella sua ColorOS, anche se non è chiaro se si tratti di una versione inedita o meno della UI.
Sicuramente se ne riparlerà più concretamente a partire dal 2022, cioè quando i chipmaker in ballo lanceranno sul mercato i SoC di prossima generazione. Penso ad esempio al MediaTek Dimensity 2000 e allo Snapdragon 898, per citare i due chip high-end più attesi.
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