Nel piano B di Huawei c’è anche la tecno-sanità

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Da quando Huawei è finita vittima del ban USA, la compagnia si è dovuta rapidamente adeguare e cambiare i suoi orizzonti. Nel 2021 il corposo crollo degli incassi ha sottolineato come l’azienda non possa più fare affidamento economico sui prodotti che l’hanno resa celebre. Da decine e decine di modelli lanciati fino al 2020, il catalogo smartphone 2021 di Huawei ha subito un pesante ridimensionamento, con soltanto il pieghevole Mate X2 e le serie P50 e Nova 9. Non potendo più utilizzare i servizi Google, la creazione di HarmonyOS e degli Huawei Mobile Services rappresentano una delle chiavi di volta per il suo nuovo futuro. Per non parlare di EulerOS, il sistema operativo pensato per il mondo business.

L’impressione è che Huawei voglia effettuare la transizione che la porterebbe da una azienda hardware-centrica ad una software-centrica. Che Huawei abbia provato a convincere le aziende cinesi a passare ad HarmonyOS non sembrerebbe un mistero, per quanto non abbia trovato molto appoggio. Senza contare che Huawei starebbe cercando di entrare nel settore dei pagamenti, contrapponendosi al duopolio cinese WeChat/AliPay. Ciò nonostante, il pedigree di Huawei la rende ancora convinta di volersi cimentare nel mercato fisico, come dimostra il proseguimento nel mercato computer.

Il futuro di Huawei la vede prepararsi all’ingresso nel mercato sanitario

Oggi non c’è compagnia tecnologica che non guardi al mercato della salute come una lauta fonte di incassi nonché di dati statistici su come vivono i propri utenti. Non fa differenza Huawei, che negli anni ha arricchito il mercato di smartwatch e smartband di vario genere, come nel caso del Huawei Watch GT 2 Pro. Cito quest’ultimo perché, nel panorama globale, ad oggi è uno dei pochi modelli ad essere dotati di capacità di misurazione ECG. Ma vien da sé che non poter più vendere smartphone fa venire meno l’appeal anche dei dispositivi indossabili targati Huawei.

Huawei Watch GT 2 Pro

Tuttavia, non sembrerebbe proprio che Huawei sia intenzionata ad abbandonare questo settore, anzi. Lo dimostrano le certificazioni ricevute dall’ente cinese Food and Drug Administration, confermando l’intenzione di proporre apparecchiature mediche. Che si parli di smartwatch o meno, ogni aziende che produce un prodotto ideato per monitorare parametri importanti come l’elettrocardiogramma deve passare rigorosi test medici. Per quanto non vadano considerati come dispositivi medici, gli smartwatch con ECG devono comunque garantire una certa precisione o si correrebbe il rischio di avere misurazioni falsate con conseguenti allarmismi evitabili.

Ecco, quindi, che il presidente He Gang ha confermato che il primo smartwatch Huawei con misurazione della pressione sanguigna ha superato questi test. Ma smartwatch a parte, le certificazioni cinesi comprendono altri tre dispositivi medici: un registratore della pressione sanguigna ECG da polso, un sistema di analisi ECG ed un sistema di analisi dei disturbi della frequenza cardiaca. L’idea è che Huawei possa realizzare veri e propri apparecchi medici da affiancare ai prodotti più tipicamente consumer, anche se per il momento è ancora presto per dirlo con certezza. Ma che Huawei sia coinvolta nel settore medico non è un segreto, come indica il sito ufficiale Huawei Medical.

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