Nonostante sia soggetta ai forti limiti del ban USA, Huawei sta provando con tutte le sue forze ad andare avanti per la sua strada. Ha presentato un ottimo pieghevole, una serie P50 che è volata al primo posto su DxOMark e ha sviluppato HarmonyOS per compensare l’impossibilità di usare a pieno Android. E questo è ciò che vediamo pubblicamente, ma l’operato dell’azienda continua ad andare avanti anche nel privato dei suoi laboratori, dove nascono le tecnologie del futuro. Come nel caso di questo Arc Display, ovvero l’evoluzione dello schermo con tasti virtuali che venne utilizzato a bordo di Huawei Mate 30.
La tecnologia Arc Display potrebbe debuttare su Huawei Mate 50?
Sull’ex top di gamma Huawei, lo schermo aveva una curvatura ad 88° molto avanzata, al punto da sacrificare i tasti del volume in favore di una regolazione touch. Una soluzione che non convinse granché, al punto da far tornare Huawei sui propri passi e riportare i tasti su Mate 40. Anche perché, da un po’ di tempo a questa parte, l’apprezzamento per gli schermi curvi sta scemando e diverse aziende stanno utilizzando display piatti o poco curvi. La stessa Samsung, l’azienda che li introdusse al grande pubblico con la serie Edge, è stata una delle prime a cambiare idea, vista la quantità di critiche ricevute. Uno schermo curvo è sì affascinante e pregiato, ma rende lo smartphone più fragile e costoso da riparare, nonché vittima degli artefatti visivi in corrispondenza della curvatura.
Ma a quanto pare questo non importa a Huawei, che con questo brevetto depositato presso l’USPTO si spinge ancora più in là. La tecnologia Arc Display consiste in uno schermo così curvo da arrivare a toccare la sezione posteriore. Un po’ come avveniva su Xiaomi Mi MIX Alpha, ma in maniera molto meno estrema. D’altronde la stessa Huawei è spesso solita brevettare soluzioni futuristiche, come questo simil-Mi MIX Alpha o anche un dispositivo con una porzione di display nel frame. Avevamo visto anche uno schermo touch nella fotocamera, con cui sostituire i tasti fisici e sbloccare featuree fotografiche.
Tornando a questo brevetto specifico, entrambi i lati dello smartphone sono a tutti gli effetti uno schermo touch, perciò hanno dei vantaggi in termini di funzionalità. In primis la possibilità di avere i tasti del volume da entrambi i lati, senza dover essere vincolato dall’averli a destra o sinistra. In secundis, la possibilità di avere delle sorte di grilletti virtuali per quando si gioca tenendo lo smartphone in orizzontale. Inoltre, questa porzione dello schermo è sensibile alla pressione, aprendo le porte a tutta una serie di funzioni aggiuntive. Penso, ad esempio, alla funzione di “squeeze” di alcuni smartphone Google ed HTC per azionare Google Assistant.
E quindi il pensiero va subito a Huawei Mate 50, per quanto rimanga una forte dose di scetticismo. Specialmente da quando Huawei può vendere telefoni praticamente solamente in Asia, dubito che voglia rischiare di produrre uno smartphone dallo schermo così estremo. Soprattutto dopo quanto accaduto fra Mate 30 e Mate 40, anche se mai dire mai.
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