Aggiornamento 16/04: nuovi risvolti nella diatriba americana sulle auto cinesi, trovate i dettagli a fine articolo.
Dopo le controversie legate a Huawei e ZTE in smartphone e reti 5G, le autorità statunitensi guardano con crescente attenzione verso altre industrie con un’importante presenza asiatica, una su tutte quella delle auto elettriche cinesi. Con il rapido aumento della loro popolarità e il costante miglioramento delle tecnologie annesse, il settore automobilistico cinese ha ottenuto notevoli progressi e una crescente rilevanza a livello internazionale, con numerose aziende emergenti che hanno guadagnato una quota significativa nel settore. Tuttavia, la prosperità di questo mercato tecnologico potrebbe essere minacciata dalle crescenti preoccupazionidel governo USA.
Il governo USA solleva preoccupazioni attorno all’industria cinese delle auto elettriche
A dirlo è stato Pete Buttigieg, segretario ai trasporti, verso cui si sono rivolti alcuni legislatori statunitensi per richiedere restrizioni verso le aziende cinesi che operano nel mercato automobilistico. Ai microfoni di Reuters ha così dichiarato: “come ci sono preoccupazioni per le telecomunicazioni o TikTok ci sono anche per le tecnologie di trasporto“, aggiungendo che gli USA hanno bisogno di “capire la vera proprietà delle imprese che forniscono elementi dei nostri sistemi di trasporto” facendo riferimento agli storici legami fra governo e aziende cinesi.
Semiconduttori, sensori, fotocamere ma anche guida autonoma e quindi radar, LiDAR e intelligenza artificiale: tutti elementi che compongono la struttura hardware e software delle auto di nuova generazione. E così come avviene su smartphone, tablet e PC, molta di questa tecnologia viene prodotta in Cina, e secondo i legislatori “può essere utilizzata per raccogliere dati sul popolo e sulle infrastrutture americane che potrebbero essere condivisi con il Partito Comunista Cinese (PCC)“. A sollevare le prime preoccupazioni sono state alcune compagnie cinesi fra cui Baidu (la Google cinese) e Pony.ai, che da tempo stanno testando veicoli autonomi sulle strade della California.
Nello scorso anno, degli oltre 85 milioni di veicoli prodotti nel mondo oltre un terzo è stato prodotto in Cina da marchi come SAIC, FAW, DongFeng, BAIC, GAC e Geely, poco noti se non sconosciuti oltre i propri confini ma che stanno rapidamente acquisendo importanti fette di mercato. C’è poi tutto un panorama fatto di aziende altamente tecnologiche come BYD, ZEEKR, NIO e Xpeng, per non parlare di Xiaomi che ha fatto il suo debutto nell’industria EV. È come se la storia si stesse ripetendo: dopo gli smartphone, la Cina vuole sfondare anche nelle auto e vuole farlo proponendo veicoli hi-tech a costo inferiore: avete mai visto l’incredibile tecnologia Battery Swap di NIO?
Il governo USA pensa a nuovi dazi | Aggiornamento 16/04
A esporsi sull’argomento questa volta è stato Josh Hawley, senatore repubblicano che ha proposto un aumento dei dazi verso l’importazioni delle auto elettriche cinesi. C’è una crescente preoccupazione che la Cina, definita “minaccia esistenziale“, possa incrinare la competitività dell’industria statunitense e compromettere la stabilità dei suoi lavoratori a fronte di “pratiche commerciali sleali“.
La proposta di Josh Hawley riguarda un disegno di legge che porterebbe l’aliquota dal 2,5% al 100%, per dazi che salirebbe così dal 27,5% al 125%, in particolare per quei veicoli cinesi che vengono assemblati in Messico, che secondo i gruppi di difesa del settore manifatturiero dovrebbero essere bloccati dall’importazione. Secondo l’Alliance for American, “l’introduzione di automobili cinesi a buon mercato – sono così economiche perché sostenute dal potere e dai finanziamenti del governo cinese – nel mercato americano potrebbe finire per essere un evento a livello di estinzione per il settore automobilistico statunitense“.