Secondo Intel, oggi i microchip sono più importanti del petrolio nella politica globale, e lo dimostra lo scontro in atto fra USA e Cina che ha coinvolto Huawei in prima linea. Da quando è stata bannata e inserita nella Entity List, l’azienda cinese si è vista costretta a ridimensionare pesantemente la sua divisione semiconduttori HiSilicon. Ma dopo anni di stasi, i SoC Kirin sono tornati a far parlare di loro, alimentando una serie Mate 60 campione di incassi. Un successo che ha però destato dubbi e preoccupazioni nel governo statunitense, al punto da valutare nuove sanzioni non solo contro Huawei ma anche contro le compagnie partner.
Gli Stati Uniti vogliono sanzionare le aziende cinesi collegate ai microchip di Huawei
Come riportano le fonti anonime di Bloomberg, il governo Biden starebbe valutando il ban di varie aziende cinesi collegate a Huawei, realtà che l’avrebbero aiutata a tornare in auge nei semiconduttori in modo illecito. In più di un’occasione, i funzionari statunitensi hanno puntato il dito contro la compagnia di Ren Zhengfei, accusandola di violare le leggi americane. Ultimamente si è discusso di come il Kirin 9000S sarebbe stato realizzato usando tecnologie proibite, e in precedenza gli USA avevano avanzato l’ipotesi che Huawei avrebbe costruito impianti segreti per bypassare il ban.
Tornando al caso odierno, le aziende cinesi che rischierebbero di finire nella blacklist sarebbero proprio legate a questi impianti di produzione microchip, cioè i chipmaker Qingdao Si’En, SwaySure e Pensun. Ma le sanzioni potrebbero colpire anche altre realtà, come il produttore di memorie ChangXin, Pengjin e il produttore di attrezzature per la stampa di microchip SiCarrier. Nonostante non sia chiaro se il governo americano abbia prove concrete della loro colpevolezza, sarebbero accusate di agire per conto di Huawei per entrare in possesso di quelle apparecchiature che lei non può acquistare liberamente.
Secondo l’analista di Jefferies Edison Lee, “l’aggiunta di altre società cinesi alla Entity List statunitense è un evento altamente probabile, è facile da implementare e giustificare, e impedirà ulteriormente ad alcune importanti aziende cinesi di sfruttare le attuali lacune nelle restrizioni all’esportazione”. Un’eventualità che si aggiunge a un’altra mossa che gli Stati Uniti starebbero valutando, in questo caso contro SMIC, chipmaker che starebbe dietro alla fabbricazione degli ultimi SoC Huawei Kirin, che rischia di vedersi bloccata la sua fabbrica più importante.
Una mossa del genere segnerebbe un’altra escalation nella campagna statunitense volta a delimitare e limitare le ambizioni di Pechino nel campo dell’intelligenza artificiale e dei semiconduttori
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