Sono passati mesi dall’ultima volta che abbiamo sentito parlare della diatriba legale fra OPPO e Nokia. Tutto partì nel 2021, quando la compagnia finlandese citò in giudizio quella cinese per la violazione di brevetti relativi ad alcune tecnologie 2G, 3G, 4G e 5G. Dopo circa un anno, Nokia ottenne l’approvazione da parte dei tribunali a cui si era rivolta, e da quel momento OPPO ma anche i sub-brand OnePlus e Realme e la compagnia “sorella” vivo hanno iniziato ad avere forti difficoltà in mercati come quello europeo.
Prosegue il contenzioso nei tribunali fra OPPO e Nokia per la questione royalties
Fra 2022 e 2023, infatti, sia OPPO che OnePlus si ritrovarono legalmente estromesse dalla Germania, in cui fu proibito loro di vendere smartphone causa il mancato pagamento delle royalties richieste da Nokia. Fu poi il turno della Francia, dove però la motivazione principale non era tanto legata ai brevetti quanto allo scarso successo commerciale; infine vivo, che oltre a vedersi anch’essa bloccata in Germania ha scelto di uscire (in maniera più o meno ufficiale) da mercati quali Italia e Polonia.
La richiesta di Nokia consiste nel pagamento di royalties per 3€ su ogni smartphone, definita da OPPO “irragionevolmente alta“; il problema riguarda non soltanto il mercato europeo ma anche quello Global, perché accettare di pagare queste cifre per tornare in Germania potrebbe significare doverle pagare anche altrove, persino nel più lucrativo mercato dell’India.
In questi mesi, lo scontro legale fra OPPO e Nokia è arrivato anche nei tribunali della Cina, dove però l’esito è stato opposto rispetto a quanto accaduto finora. La Prima Corte Intermedia del Popolo di Chongqing ha dato ragione a OPPO, affermando che Nokia debba far pagare meno per i tassi delle royalties, in quanto riguarderebbero brevetti essenziali standard (SEP) necessari affinché i prodotti siano conformi agli standard di settore. Per l’esattezza, i costi di licenza stabiliti dal tribunale di Chongqing ammonterebbero a 1,151$ per i dispositivi 5G in Europa e 0,707$ in Cina, scendendo a 0,777$ e 0,477$ per quelli 4G.
OPPO ha ovviamente accolto la decisione con favore, invitando Nokia a regolarsi di conseguenza “in modo che entrambe le parti possano tornare rapidamente a negoziati costruttivi“, nella speranza che questa decisione “stabilisca un punto di riferimento per il settore, e che i prezzi fissati dal tribunale costituiscano un forte riferimento in altre controversie“. Prontamente è arrivata la controbattuta di Nokia, che ha annunciato che farà appello contro la sentenza, definita “limitata esclusivamente alla giurisdizione cinese e come tale rappresentante solo un punto di vista“, aggiungendo che “i tribunali fuori dalla Cina hanno confermato che Oppo sta violando i suoi impegni come utente della tecnologia Nokia in standard aperti. Rimaniamo fiduciosi della nostra posizione nella controversia generale e speriamo di risolvere presto la questione“.
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