Recensione vivo X90 Pro+: il punto di RIFERIMENTO per gli smartphone del 2023

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Diciamola tutta, nonostante le vendite non proprio eccezionali in Italia (probabilmente per via di un prezzo troppo alto) con l’X80 Pro (qui la recensione) vivo ha deciso di scoprire le sue carte e puntare al poker, prendendosi non pochi rischi. D’altronde negli ultimi anni la serie X dell’ormai noto brand è sempre stata la più valida alternativa ai top di gamma di Xiaomi e di OPPO, raggiungendo traguardi non indifferenti, soprattutto nel mercato asiatico.

Ebbene, dopo circa un anno dall’arrivo in Italia del suo primo vero ultra-premium, vivo ci riprova e con la sua nuova serie di dispositivi con i quali, questa volta, mette la quinta sperando di riuscire a superare i suoi diretti competitor soprattutto in termini di prestazioni e qualità fotografica.

In realtà però, nel vivo X90 Pro+ c’è molto dei nuovi Xiaomi 13 (qui l’approfondimento): è il primo smartphone ad essere animato dal nuovo Qualcomm Snapdragon 8 Gen. 2, utilizza un display E6 di Samsung di tipo LTPO 4.0, ed il comparto fotografico è padroneggiato dal Sony IMX989, lo stesso sensore principale da 1” che abbiamo visto nello Xiaomi 12S Ultra e che vedremo nei nuovi 13.

Insomma, con il vivo X90 Pro+ l’azienda conferma la sua intenzione di produrre smartphone al top della categoria, con la speranza di essere riuscita a “correggere” alcune imperfezioni che in molti abbiamo notato nella generazione precedente.

Sia chiaro, il modello che abbiamo in prova non è una versione Global (ma, attenzione, dispone della lingua italiana), per questo non ci soffermeremo troppo sul software che, molto probabilmente, da noi sarà profondamente diverso e per questo, in questa recensione mischieremo le carte, partendo dalle due caratteristiche che sono sicuro vi interesseranno di più: la fotocamera e le performance. E ce ne sono di cose da dire.

Recensione vivo X90 Pro+: prestazioni, fotocamera, display e caratteristiche

Fotocamera

E allora, si parte al contrario. Guardando esclusivamente la scheda tecnica, le fotocamere del vivo X90 Pro+ sono molto diverse rispetto a quelle che abbiamo visto nello Xiaomi 12S Ultra, ed in termini qualitativi il divario è piuttosto importante, eccezion fatta per la fotocamera principale che utilizza il Sony IMX989, ossia lo stesso sensore da 1” che vedremo anche nella nuova serie 13 di Xiaomi ma che, anche grazie alla collaborazione con Zeiss e gli sviluppo ottenuti con il chip Vivo V2, nel nuovo smartphone è stato gestito profondamente meglio.

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Ecco le caratteristiche di tutte le fotocamere integrate nel vivo X90 Pro+:

Infine, X90 Pro+, è il solito Camera Phone per eccellenza. Si parla di una Quad Camera da 50 + 50 + 48 + 64 MP con stabilizzazione OIS e con:

  • Sensore principale Sony IMX989 da 1″;
  • ultra grandangolare IMX589 FOV 114°
  • zoom 2x IMX758 (f/1.6, la lente più ampia della categoria)
  • periscopica Omnivision OV64B40 con da 3,5X (e ibrido 10X)

Infine, la selfie camera è la stessa per tutti e tre ed è un sensore da 32 MP Samsung GD2. Tutto il comparto principale del trittico è poi co-ingegnerizzato con ZEISS tra ottiche e software.

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Quindi, partiamo dalla fotocamera principale. Tralasciando le polemiche sulle reali dimensioni fisiche dei sensori da 1” negli smartphone che, in realtà, non sono davvero così grandi, quando si scattano foto con la fotocamera principale del vivo X90 Pro+ i vantaggi dell’IMX989 sono palesi. Teoricamente, questi sensori così spinti dovrebbero riuscire ad assorbire più luce e garantire una migliore gestione della gamma dinamica, assieme ad un numero maggiore di dettagli ed un effetto bokeh molto più spinto.

Tutte caratteristiche che effettivamente si trovano quando si scatta con la fotocamera principale dello vivo X90 Pro+. Qualsiasi sia lo smartphone con cui lo si vorrebbe paragonare, qualsiasi siano le condizioni di scatto, le immagini realizzate con lo smartphone di vivo hanno costantemente un effetto sfocato molto più profondo e naturale e si allontanano (finalmente) dalla tipica “piattezza” delle fotografie scattate con gli smartphone.

Giusto per chiarire meglio il concetto, guardate le due foto in alto. Quella di sinistra è stata scattata con il vivo X90 Pro+, mentre quella di destra con un iPhone 14 Pro: noterete subito che il risultato prodotto dal vivo ia caratterizzato da un bokeh molto più naturale, diverso per tutta la lunghezza dell’obiettivo della fotocamera inquadrata, mentre quella realizzata con il Samsung è molto più “piatta”.

Detto questo, è inutile dire che in condizioni di buona luminosità le foto scattate con il vivo X90 Pro+ siano di ottima qualità, con una buona gestione del colore (molto diversa rispetto a quella vista negli Xiaomi) ed una gamma dinamica di qualità fantastica. E devo ammetterlo: nonostante io apprezzi di più il bilanciamento del colore di Leica, la presenza delle ottiche Zeiss e della modalità “Zeiss” (che è stata pensata per immagini quanto più naturali possibili), rendono le immagini scattate con il sensore principale tra le più nitide e naturali mai viste in uno smartphone, con la migliore gamma dinamica mai ottenuta fino ad oggi da un dispositivo mobile.

Rispetto alla generazione precedente poi, il brand ha risolto il problema relativo alla bassa profondità di campo che avevamo riscontrato con la fotocamera principale, che non riusciva a mettere a fuoco oggetti molto ravvicinati proprio per una distanza minima di messa a fuoco piuttosto ampia: con l’apertura di f/1.75 nella fotocamera principale del vivo X90 Pro+ il problema è stato risolto.

Detto questo gestione del rumore è piuttosto buona e lo è altrettanto quando si scattano fotografie in modalità notturna. Vivo da tempo ormai è diventato uno dei brand con cui la fotografia notturna è protagonista, e nel vivo X90 Pro+ continua ad essere così.

I veri passi avanti però, a mio parere sono stati fatti con le altre ottiche, ed il motivo è semplice: sia con lo Xiaomi 12S ultra che con il vivo X80 Pro, il divario qualitativo tra le fotocamere principali e quelle secondarie era molto profondo. Sia chiaro, anche nel vivo X90 Pro+ la migliore fotocamera rimane quella principale, ma sia lo zoom che l’ultragrandangolare si comportano davvero molto bene.

Lo zoom 2x, ad esempio, utilizza un sensore Sony IMX758 ma grazie ad un’apertura f/1.6 e all’aiuto del chip V2, è in grado di produrre scatti dall’ottima gamma dinamica e di ottima qualità anche di notte. E lo stesso vale per l’ultragrandangolare che, ok, forse è la fotocamera un po’ meno in forma tra tutte le tre “tradizionali” integrate nello smartphone, ma che garantisce comunque immagini di ottima qualità soprattutto di giorno, ma anche di notte.

Buono anche lo zoom periscopico, che però nel vivo X90 Pro+ è meno “spinto” in termini di fattore di ingrandimento rispetto alla generazione precedente, ma che con i suoi 3.5x ottici e 10x ibridi, è in grado di produrre scatti di buona qualità sia di giorno che di notte che di certo non lasciano gridare al miracolo, ma che a mio parere sono qualitativamente migliori rispetto a quelli che si otterrebbero con lo Xiaomi 12S Ultra ed il Samsung Galaxy S22 Ultra.

Quando si scattano foto con il vivo X90 Pro+ è importante ricordarsi sempre una cosa: gli scatti che verranno salvati, saranno profondamente diversi da quelli visti nel mirino in fase di acquisizione. Questo perché il chip V2 (almeno per ora) non esegue tutta l’ottimizzazione delle foto in tempo reale, ma lo fa con un elaborazione post-scatto che non è velocissima ma neppure troppo lenta.

Sui video, oltre alla qualità generalmente migliorata rispetto alla generazione precedente (grazie ai nuovi sensori), vale il discorso che abbiamo fatto con il vivo X80 Pro.

La risoluzione massima di registrazione è 8k a 30 fps, e sono presenti decine di effetti e metodologie di stabilizzazione. C’è una modalità cinematografica realizzata in collaborazione con Zeiss che genera dei video a 24 fps con un fantastico effetto sfocato, questa volta però dai miei test è risultato funzionare non solo con le persone, ma anche con gli animali: l’AI che la gestisce riconosce i volti e punta il fuoco sul soggetto e, a differenza di quanto riscontrammo con la generazione passata, questa volta ha funzionato anche con il mio meraviglioso cane (il mitico Frankie).

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C’è poi un fantastico sistema di stabilizzazione che l’azienda ha chiamato “linea orizzontale” con il quale, in soldoni, si potrà ruotare lo smartphone come si vuole, ma l’inquadratura rimarrà sempre perfettamente orizzontale: e se avete mai utilizzato una Insta360 ONE X2 (qui la recensione) o una Insta Go 2 (qui la recensione) sapete di cosa parlo. In realtà la fotocamera del vivo X90 Pro+ ha talmente tante funzionalità, che per parlarne spiegarle tutte non basta una sola recensione, ma ci vorrebbe un approfondimento a parte.

Il punto però è uno: nonostante rispetto alla generazione precedente i passi fatti avanti sono a dir poco palesi e che questo fattore sia migliorato sensibilmente, qualsiasi sia la modalità con cui si registra i video continuano a non reggere il confronto con la fluidità che si trova in iPhone 14 Pro. Perché, vuoi per la stabilizzazione, vuoi per l’effetto scelto, le immagini potrebbero soffrire di piccoli scatti e non sempre sono fluide, né in anteprima né in riproduzione. C’è da dire però, che ora il divario è molto meno marcato.

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C’è poi un altro limite con i video: manca un’uniformità di risoluzione ed fps con le diverse modalità. In soldoni, non sempre si potrà registrare in 4k a 60 fps, ma in base alla modalità video, alla stabilizzazione scelta, e alle ottiche che si vuole utilizzare, si avrà una discontinuità piuttosto marcata nel risultato finale.

La fotocamera anteriore è piuttosto buona: una volta disattivata la modalità bellezza e l’effetto mirroring, gli scatti sono di buona qualità, anche se la gestione della gamma dinamica potrebbe risultare piuttosto piatta in determinate condizioni di luce e non vengono troppo modificate dall’intelligenza artificiale.

Hardware e prestazioni

vivo X90 Pro+ è il primo smartphone ad essere animato dal nuovo Qualcomm Snapdragon 8 Gen 2, che è affiancato da 12 GB di memoria RAM di tipo LPDDR5x e memorie interne di tipo UFS 4.0. E ve lo dico subito: stiamo parlando della configurazione hardware più potente che ho mai avuto modo di testare. A breve pubblicheremo un confronto tra lo Snapdragon 8+ Gen. 1 e il nuovo 8 Gen. 2, ma il divario tra i due SoC è notevole.

Se paragoniamo 1465 punti in Single-Core ed i 5215 punti in Multi-Core che il vivo X90 Pro+ ha ottenuto su GeekBench, con i 1310 punti in Single-Core ed i 4169 punti in Multi-Core dello Xiaomi 12S Ultra, salta subito all’occhio come le prestazioni del nuovo SoC siano decisamente migliorate. Lo stesso lo si nota paragonando i 951.145 punti del 12S Ultra in AnTuTu rispetto al punteggio di 1.289.771 ottenuto dal vivo X90 Pro+. Si tratta di punteggi talmente alti che le stesse app di benchmark li ritengono eccessivi: 3D Mark non è riuscita a dare un voto allo smartphone, tanto che il punteggio era alto, e la stessa AnTuTu ha segnalato un punteggio anormale, soprattutto per via delle memorie RAM LPDDR5X che sono, a conti fatti, davvero velocissime.

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Ma le vere differenze le si nota paragonando i risultati dello stress test di AnTuTu in entrambi i dispositivi. Se si vanno a paragonare i grafici relativi alla velocità dei Core e le prestazioni della CPU, si nota che effettivamente la gestione del nuovo Snapdragon 8 Gen. 2 è molto simile a quella che abbiamo visto nel 12S Ultra animato dallo Snap 8+ Gen. 1 anche se, arrivati a metà test, le frequenze di funzionamento di alcuni core vengono palesemente limitate. Insomma, il throtteling c’è e valutando i grafici relativi alle frequenze dei core è un po’ più marcato sul Gen. 2, ma non non è un problema di rilievo in entrambi i dispositivi, così come il surriscaldamento: la nuova generazione di SoC migliora sensibilmente quanto visto con variante “Plus di 1 generazione” e si conferma ottimo nella gestione dell’efficienza energetica: non solo le temperature di IDLE sono più basse (cioè quelle ad inizio test), ma con lo Snap 8 Gen. 2 sono aumentate di 4.5 gradi, contro i gia ottimi 7.4 gradi di incremento dello Snapdragon 8+ Gen. 1.

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Questo però non vuol dire che lo smartphone non scaldi: con sessioni lunghe intense di giochi complessi, come Gesnhin Impach o CoD Mobile, la temperature possono arrivare a raggiungere anche i 36°, ma lo fanno in un tempo profondamente più lungo di quanto accadeva con uno Snap 8+.

Buono l’audio in capsula e la ricezione della rete cellulare, così come la connessione e le prestazioni con le reti WiFi, continua ad essere presente il fantastico sensore per le impronte digitali che abbiamo visto nell’X80 Pro: è una tecnologia innovativa, in grado di influenzare profondamente l’esperienza utente grazie all’immediatezza della rilevazione, e che gli altri brand continuano ad ignorare. Lo fanno per pigrizia? Probabile, fatto sta che sul vivo X90 Pro+ c’è il miglior sensore per le impronte digitali mai integrato in uno smartphone.

Design

Veniamo ora al design. La prima cosa che ho pensato quando ho visto dal vivo il vivo X90 Pro+, è che lo smartphone sembrava una sorta di “fusione” tra l’X80 Pro e la serie iQOO 10. Tutta la sezione anteriore è dedicata al display, ma è posteriormente che arrivano le novità.

Disponibile in tre colorazioni (tra cui la rossa è sicuramente quella più bella), nella zona superiore predomina un camera bump leggermente diverso rispetto alla generazione precedente, che contiene ora tutte le ottiche in maniera simmetrica, ma non il flash, che è stato posizionato esternamente assieme al logo Zeiss.

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Sotto la zona della fotocamera è stata posizionata una striscia in alluminio leggermente rialzata, che effettivamente mi ricorda un po’ lo stile dei Pixel 7 di Google (qui la recensione), e tutta la back cover è realizzata in similpelle di ottima qualità, che chiaramente non soffre minimamente delle impronte digitali e che si sporca pochissimo.

Ottima la decisione di eliminare quello strato in vetro attorno al camera bump che caratterizzava l’X80 Pro, che era bello da vedere ma poco funzionale in quanto a impronte e sporco, e continua ad essere presente il blaster IR posizionato nella cornice superiore, ed integra un paio di altoparlanti stereofonici che sono in grado di garantire un audio tutto sommato con una buona spazialità.

Display

In quanto a schermo, nel vivo X90 Pro+ siamo al top della categoria. Il pannello è un Samsung E6 da 6.78”, risoluzione 1.5K (2800 × 1260 pixel), refresh rate a 120 Hz e frequenza di campionamento del tocco a 300 Hz. È un LTPO 4.0 che spicca non solo per la luminosità di picco di 1800 nits, ma soprattutto per il PWM Dimming a 2160 Hz e per l’ottimo range entro il quale si riesce a gestire la retroilluminazione: nei miei test ho rilevato che la luminosità minima che è in grado di raggiungere il pannello è intorno ai 2/3 nits, ed è una manna dal cielo soprattutto quando si utilizza lo smartphone in ambienti bui.

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E c’è poco da fare, quando si guarda un pannello E6, non si viene mai delusi per la qualità e la finezza dei colori. Anche in neri ed il contrasto sono di ottimo livello, e c’è veramente poco da obiettare al lavoro fatto da vivo e Samsung.

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È compatibile con Dolby Vision ed HDR10+, ma ciò che non mi ha fatto proprio impazzire è stata la frequenza di aggiornamento del tocco, che con i suoi 300 Hz è un po’ al disotto delle aspettative: sia chiaro, il touch risponde bene, ma non con quell’immediatezza che abbiamo trovato per esempio negli smartphone di Xiaomi.

Software

Al momento della recensione lo vivo X90 Pro+ che abbiamo in prova è animato da Android 13 personalizzato con la Origin OS 3: fuori dalla Cina, l’interfaccia sarà la recente Funtouch OS 13, anch’essa animata da Android 13.

Ad ogni modo, non mi dilungherò troppo sul software del nostro sample per il semplice motivo che si tratta della versione cinese del dispositivo: quando avremo modo di installare la ROM ufficiale italiana, pubblicheremo un approfondimento dedicato. Ma attenzione: dopo l’ultimo aggiornamento, nonostante il software continui ad essere la versione asiatica della GUI di vivo, questo vivo X90 Pro+ dispone della lingua italiana.

Batteria e ricarica

Con i suoi 4700 mAh di capienza, batteria del vivo X90 Pro+ è in grado di garantire una buona autonomia al dispositivo, che però non fa gridare al miracolo. Certo, con un utilizzo medio non si avranno problemi ad arrivare a sera ma, sarà per via dello Snap 8 Gen. 2, quello dell’autonomia è un fattore molto più variabile in base all’utilizzo che si fa con lo smartphone di quanto lo era con la generazione precedente del SoC di Qualcomm.

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Buona la velocità di ricarica cablata, che con i suoi 80w ricarica completamente lo smartphone in circa 35 minuti, così come la velocità di ricarica wireless che arriva a 50w.

Prezzo di vendita e conclusioni

Ad oggi, non sappiamo ancora quando è se lo vivo X90 Pro+ sarà venduto in Italia. È però già possibile acquistarlo su Trading Shenzen, con spedizione senza oneri doganali ma sempre con la ROM cinese, in cui è possibile utilizzare il Play Store senza problemi e che, dopo l’ultimo aggiornamento, dispone della lingua italiana.

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Il prezzo parte da 1047,00 euro per la versione 12/256, ed arriva a 1147,00 euro per quella con 512 GB di memoria interna, ai quali bisognerà aggiungere 15 euro per la spedizione. Ed il punto è questo: nonostante il vivo X90 Pro+ non sia un modello “rivoluzionario” come lo è stato l’X80 Pro, è indubbio che il connubio tra il nuovo SoC ed i nuovi sensori utilizzati nelle fotocamere sottolineano l’ottimo lavoro che il brand sta facendo in questi anni.

Non per niente, la serie X di vivo è diventata nel tempo uno dei punti di riferimento nel mercato ultra-premium cinese, e sono convinto che il brand ha tutte le carte in regola per iniziare a far parlare molto di sé anche da noi in Italia. L’unico timore che ho sul vivo X90 Pro+ in Italia riguarda il prezzo: qualora dovesse arrivare nel nostro mercato a cifre uguali o (probabilmente) superiori a quelle viste con l’X80 Pro, a mio parere difficilmente gli utenti potrebbero pensare di acquistarlo. E sarebbe davvero un peccato.


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