Nel corso dell’anno, vi abbiamo parlato in più occasioni di come la crisi degli smartphone stia affliggendo il settore tecnologico dal post pandemia. Da diversi mesi, gli analisti evidenziano le difficoltà riscontrate da un po’ tutti i produttori nel mondo, ponendo il 2022 come uno gli anni peggiori di sempre per l’andamento del segmento telefonico. E se si pensava che il 2023 potesse rappresentare un anno di miglioramento, le previsioni ci dicono tutto il contrario.
La crisi degli smartphone continuerà ancora a lungo, secondo gli analisti di settore
Bisogna tornare al 2019 per trovare l’ultimo picco in positivo, con circa 1,479 miliardi di smartphone venduti in tutto il globo. Da allora, causa pandemia, le vendite sono rapidamente crollate, e anche se ci siamo lasciati alle spalle una situazione sanitaria che si è bene o male stabilizzata i numeri sono progressivamente calati. Quest’anno è andato persino peggio degli anni precedenti afflitti dalla pandemia: se fra 2020 e 2021 il mercato era riuscito a piazzare rispettivamente 1,331 e 1,391 miliardi, nel 2022 è sceso a 1,240 miliardi di unità; e secondo gli analisti di Counterpoint Research, non andrà tanto meglio nel 2023, con previsioni che si attestano sulle 1,262 miliardi di unità.
Il perché questo ultimo biennio sta andando e andrà così male è da ricercare nella crisi economica che sta generalmente colpendo i principali mercati mondiali. L’inflazione galoppante sta comportando un aumento dei tassi di interesse e dei prezzi per molti beni e servizi, penalizzando sia consumatori che aziende produttrici; lo vediamo con brand come Xiaomi, storicamente molto attenti a tenere bassi i costi finali, che si trovano più o meno costretti ad alzare i prezzi, ma lo abbiamo visto con tanti altri casi, per esempio Amazon Prime, Nothing Ear (1), iPhone 14, iPad Mini e con i prezzi degli app store. In tutto ciò, non aiutano anche altri macro-fattori come la crisi energetica e i conseguenti rincari, il dollaro forte, la crisi dei semiconduttori che non accenna a placarsi, lo scontro USA/Cina e ovviamente il conflitto fra Russia e Ucraina.
Secondo i dati di Counterpoint, nel 2023 ci dovrebbe essere una lieve crescita del +2% se confrontato al 2022 ma prevedendo un calo del -15% rispetto al periodo pre-Covid-19. Un dato minore rispetto al +6% annuale previsto in precedenza, proprio a causa della difficile situazione economica e della domanda al ribasso da parte dei consumatori. Si prevede che le vendite continueranno ad andare male fino al primo semestre 2023, con una prima risalita non prima del Q3 2023. Ed è quasi paradossale pensare che la situazione sia più rosea per i prodotti premium, le cui vendite hanno subito meno la morsa della crisi. Inoltre, non bisogna sottovalutare il prolungamento del ciclo di sostituzione: come fa presente Liz Lee di Counterpoint, “si stima che quest’anno raggiungerà i 43 mesi, il livello più alto di sempre“.
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