Continuano a farsi sentire gli effetti del conflitto fra Russia e Ucraina sul mercato tecnologico, anche sulle vendite di smartphone. Molte aziende (tech e non) hanno sospeso le proprie attività in Russia per protesta contro le azioni in Ucraina: qua trovate la lista completa. Se si parla di telefonia, Apple, Samsung e Nokia sono tre brand che hanno deciso di non vendere più i propri prodotti nella nazione governata da Vladimir Putin. Al contrario, i brand cinesi come Xiaomi, Huawei, OPPO e vivo non si sono schierati in tal senso e stanno continuando a operare normalmente.
Il conflitto tra Russia e Ucraina sta beneficiando in parte il mercato degli smartphone cinesi
Pochi giorni dopo l’inizio del conflitto fra Russia e Ucraina si era parlato di come le dirette conseguenze stessero colpendo anche le aziende cinesi. In particolare Xiaomi e OPPO, ritrovatesi a bloccare le proprie attività commerciali in Ucraina per ovvie ragioni; ma anche Huawei e ZTE, che in Ucraina hanno svolto importanti operazioni in termini di infrastrutture digitali. Al contempo, si è parlato di come il crollo del rublo abbia spinto i vari brand cinesi a mettere un freno alle proprie spedizioni.
Tuttavia, gli analisti evidenziano anche che in questi giorni le aziende di smartphone cinesi stanno beneficiano di un’aumento delle vendite in Russia. Nelle prime due settimane di marzo si è visto un aumento significativo delle vendite, secondo il report del quotidiano russo Kommersant. Nel caso di Huawei, si parla di vendite aumentate del +300% rispetto alle settimane precedenti, per OPPO e vivo del +200%, per ZTE del +100% e per Realme del +80%. Non si fa menzione delle vendite di Xiaomi, ma sappiamo che è uno dei brand più apprezzati in Russia e probabilmente anch’esso è in un aumento.
“Le persone stanno acquistando di tutto, dagli smartphone agli elettrodomestici” afferma Ivan Lam di Counterpoint Research. E il motivo di questa dinamica è proprio il succitato crollo del rublo: i consumatori stanno aumentando l’acquisto di beni prima che la moneta russa crolli ulteriormente di valore. Non propriamente un aumento dei più positivi, quindi, piuttosto acquisti dettati dal panico di un indebolimento eccessivo della propria valuta.
Nel frattempo, la guerra fra Russia e Ucraina sta avendo altri risvolti per il mercato tech. Dopo il blocco di Instagram è stata aperta l’alternativa russa Rossgram, i servizi cloud stanno esaurendosi, c’è un boom delle VPN e la nazione si prepara a staccarsi dalla rete internet. Per non parlare dell’aggravamento della crisi dei chip, di cui vi ho discusso in questo editoriale.
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