Era già nell’aria un aumento del prezzo degli smartphone, anche se produttori come Xiaomi e Realme cercano di fare di tutto per ottenere il contrario. La nascita di una branca come Redmi e POCO ha proprio come traguardo il proporre ai consumatori dispositivi competitivi ma a prezzi quanto più bassi possibile. Una volontà che purtroppo si scontra con la dura realtà che sono i limiti che l’industria tecnologica stia affrontando da quando è iniziata la pandemia. La stessa Qualcomm, un colosso nel mondo del chipmaking, ha messo le mani avanti, affermando che potrebbero non esserci chipset per tutti.
Aggiornamento 02/04: a distanza di giorni, anche Realme si aggiunge al monito lanciato dalla dirigenza Xiaomi. Trovate tutti i dettagli a fine articolo.
La carenza di chipset impatterà sul costo degli smartphone Xiaomi
A parlare di quello che sempre più sta diventando un problema da non poter trascurare è lo stesso Wang Xiang, presidente di Xiaomi. Come ci insegna la legge del mercato, il prezzo è regolato anche dalla bilancia fra domanda e offerta. Da un lato abbiamo aziende come Xiaomi, OPPO, Realme, vivo e così via, desiderose di riprendersi dal tracollo economico del 2020 producendo sempre più smartphone. Dall’altro abbiamo Qualcomm, ma anche MediaTek e ovviamente produttori fisici come TSMC, che non riescono a tenere testa a questa grande richiesta. Ne consegue che non soltanto c’è penuria di SoC, ma che produzione e vendita dovrebbero accusare un innalzamento dei prezzi.
Durante la scorsa giornata, ecco quanto affermato dal presidente Xiaomi:
“Continueremo a ottimizzare i costi dei nostri dispositivi hardware, questo è certo. Ad essere onesti, faremo del nostro meglio per offrire il miglior prezzo possibile ai consumatori. Ma a volte, potremmo dover trasferire parte dell’aumento dei costi al consumatore in diversi casi.”
È ancora presto per parlare in concreto, ma è evidente che se lo stesso Wang Xiang si è sbilanciato in questa direzione, gli aumenti potrebbero avvenire veramente. Purtroppo la situazione non è delle più rosee e la scarsità di materie prime, manodopera e componenti ha colpito vari settori. A partire da quello automobilistico, ma anche dei componenti per PC (schede grafiche in primis) e al mercato tech hardware in generale, smartphone compresi.
Anche Realme si accoda a Xiaomi | Aggiornamento 02/04
Pochi giorni fa è stato presentato Realme GT Neo, l’ennesimo smartphone che cerca di abbassare la soglia del rapporto qualità/prezzo. Per soli 233€ (in Cina) offre un AMOLED a 120 Hz, un SoC abbastanza potente come il Dimensity 1200 di MediaTek con 5G ed una 4.500 mAh caricabile a 50W. Assieme a Xiaomi e Redmi, Realme è senz’altro uno dei produttori che cerca di alzare l’asticella in quanto a convenienza.
Ma il 2021 sarà l’anno della controtendenza dell’economicità, al punto di costringere queste aziende a mettere le mani avanti nei confronti di ciò che avverrà. Dopo Xiaomi e Redmi, anche la dirigenza di Realme l’ha fatto, con il vice presidente Xu Qi che ha affermato che dalla seconda metà del 2021 i prezzi potrebbero aumentare. E le motivazioni sono le medesime: la carenza di materia prima, fra SoC, batterie e componenti elettroniche in generale. Anche per questo, Realme ha avviato la cosiddetta Dual-flagship Strategy, in modo da stratificare la proposta per accontentare tutti i portafogli.
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