Le vendite di smartphone stanno sorridendo a Huawei, ad oggi la prima azienda al mondo nonostante le problematiche derivanti dal ban USA. Ma non è questo il business su cui la società punta in toto, visti gli ingenti profitti derivanti dal mercato del 5G che sta prendendo piedi negli ultimi anni. Un mercato che sta subendo diverse battute d’arresto: l’ostracizzazione degli Stati Uniti d’America ha avuto un effetto domino su diversi paesi occidentali. In primis il Regno Unito, ma in minor parte anche Italia e Germania. In tutto ciò rischiano di rimetterci paesi meno benestanti come il Portogallo e il Brasile, soggetto degli ultimi risvolti nella vicenda che vede contrapposte Huawei e USA.
Sin dal 2019 abbiamo assistito ad un enorme piano di investimenti da parte di Huawei in Brasile, paese dove l’azienda vuole investire sotto il profilo delle infrastrutture. Tutto ciò in vista del proliferare dei servizi 5G, ma questa mossa è stata mal vista dal governo USA, con l’ambasciatore americano Todd Chapman che ha allertato la nazione sud americana. Se verrà consentito a Huawei Technologies di operare nell’infrastruttura telefonica nazionale “potrebbero esserci conseguenze“. Le motivazioni sono sempre le stesse: mancato rispetto della proprietà intellettuale e favoreggiamento della violazione dei diritti umani.
Aggiornamento 25/01: si torna a parlare della vicenda di Huawei e il 5G in Brasile. Trovate tutti i dettagli a fine articolo.
Il 5G di Huawei in Brasile, ma il governo degli USA si oppone
Le autorità statunitensi stanno cercando a tutti i costi di limitare la presenza di Huawei nel mondo e la sua diffusione della rete 5G. Secondo la loro visione, acconsentire a ciò garantirebbe al Partito Cinese lo spionaggio dei dati che corrono lungo le infrastrutture in questione. Il Brasile non andrebbe incontro a rappresaglie da parte degli USA, ma l’ambasciatore ha lasciato trasparire che questa mossa potrebbe comportare un incrinatura dei rapporti fra le nazioni.
“Ogni paese è responsabile delle sue decisioni. Le conseguenze che stiamo vedendo nel mondo sono che le aziende coinvolte nella proprietà intellettuale hanno paura di fare investimenti in paesi in cui questa non è protetta.” Ha poi aggiunto che ci sono in ballo 60 miliardi di investimenti da parte della U.S.International Development Finance Corp. Se non la conosceste, è un’agenzia di finanziamento nata sotto l’amministrazione Trump, ideata per contrastare l’influenza della Cina. Chi deciderà di sottostare alla scelta degli USA avrà a disposizioni fondi per la sostituzione delle infrastrutture sensibili da “fornitori affidabili“.
Nonostante il presidente brasiliano Bolsonaro sia un alleato di Trump ed un non-simpatizzante della Cina, non si è dimostrato troppo restio ad utilizzare i servizi di Huawei. Non è dato sapere il perché, ma si ipotizza che i costi applicati dall’azienda cinese siano troppo favorevoli per non essere presi in considerazione. Il rischio di estromettere Huawei sarebbe un rallentamento dello sviluppo tecnologico che finirebbe per lasciare indietro un paese già non al passo coi tempi.
Bolsonaro cerca opzioni legali per bandire il 5G di Huawei | 09/12
Nuovi problemi per Huawei, ancora una volta in Brasile, sempre per le infrastrutture 5G. Sebbene in uno degli Stati maggiori del paese il colosso cinese favorirà l’agricoltura con il monitoraggio tramite la nuova connessione, il Governo centrale non è molto convinto di adottare una scelta simile. Secondo Reuters, spinti da Bolsonaro, il Consigliere per la Sicurezza Augusto Heleno ed il Ministero delle Comunicazioni stanno valutando un decreto presidenziale che potrebbe mettere in atto nuove disposizioni per l’utilizzo delle telecomunicazioni, sfavorendo la posizione di Huawei.
Questo però, visto il rapporto commerciale tra Brasile e Cina, potrebbe portare tensioni non da poco proprio nell’ambito degli scambi tra i due paesi, ma anche a livello interno, dove l’opposizione ed anche qualche alleato della Presidenza non sono per nulla convinti delle decisioni da attuare.
Il VP brasiliano lancia l’allerta sui costi | Aggiornamento 11/12
Mentre il governo brasiliano si è dimostrato contrario all’intervento di Huawei nel 5G, il vice presidente Hamilton Mourão ha manifestato insofferenza per questa scelta. Il VP ha fatto presente che, senza la presenza dell’azienda cinese, i costi per costruzione e sviluppo della rete sarebbero ben superiori. Le affermazioni hanno scatenato polemiche all’interno del partito brasiliano, non trovandosi d’accordo con quelle dello stesso Bolsonaro.
Hamilton ha fornito una stima sulla presenza della strumentazione Huawei nell’apparato telecomunicativo nazionale. Secondo le stime stilate dall’agenzia brasiliana Anatel, l’attrezzatura dell’azienda rappresenta il 40% dell’infrastruttura 3G e 4G del Brasile. “Se Huawei non può fornire l’attrezzatura, il costo sarà molto più alto“, ha affermato il VP, aggiungendo che ci saranno ulteriori costi per la revisione (ed eventuale bonifica) della rete. Costi che non potranno che riflettersi sui consumatori, una brutta notizia per un paese che vive di grosse divergenze economiche e sociali.
Huawei assolda l’ex Presidente del Brasile per spingere sul 5G | Aggiornamento 25/01
Huawei punta forte sul 5G in Brasile, e lo fa assoldando l’ex Presidente. Da anni, infatti, il brand cinese cerca di conquistare una posizione di vantaggio in tale territorio, con scarsi risultati. Tra poco, infatti, si terrà l’asta che determinerà chi, fra le varie aziende concorrenti, potrà finalmente aggiudicarsi l’appalto per la rete 5G in Brasile. Perché, però, Huawei ha portato tra le proprie fila Michel Temer, l’ex Presidente del Brasile? Qui i motivi sono diversi. Da una parte, infatti, il brand cinese vuole dare dimostrazione di massima trasparenza con tutte le parti interessate, ovviamente anche sul fronte della sicurezza nazionale che tanti problemi gli ha creato in questi ultimi anni. Dall’altra parte, invece, una figura di spicco di questo tipo potrà dare sicuramente una mano per l’acquisizione di tale appalto.
Michel Temer, oltre ad aver coperto la carica di Presidente del Brasile, è anche professore e avvocato di diritto costituzionale. Questo personaggio, inoltre, è in buoni rapporti con Bolsonaro, l’attuale Presidente, e questo non può che portare giovamento a Huawei. Vedremo, dunque, che cosa succederà nel corso delle prossime settimane.
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