Huawei senza Google fino al 2021: prolungato il ban USA

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Sembrava che fra Huawei e gli USA potesse esserci un ricongiungimento, dopo la questione del 5G, ma evidentemente non è così. Arriva come un fulmine a ciel sereno la decisione da parte del governo Trump di rinnovare il ban USA inflitto all’azienda cinese (e non solo). L’ordine esecutivo è stato ufficialmente firmato e pubblicato sul sito della Casa Bianca, specificando come l’inserimento nella famigerata Entity List venga prolungato fino a maggio 2021. Allo scoccare dei 365 giorni dall’inizio di tutta questa epopea, gli USA hanno così deciso di mantenere alta la guardia.

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Il ban USA non abbandonerà Huawei almeno fino al maggio 2021

Inutile dire che la presenza di Huawei e delle sue società affiliate nella Entity List continuerà ad impedir loro di commerciare normalmente con le controparti americane. Inoltre, Huawei non potrà ancora vendere le proprie attrezzature telecomunicative negli USA. I motivi rimangono immutati: Huawei rappresenta ancora una minaccia alla sicurezza nazionale, nonché all’economica del continente occidentale. Con il ban continuerà a persistere la possibilità di acquisire licenze speciali per bypassare questo ban, a patto che gli enti incaricati diano il via libera a chi le richiede.

Quali saranno le conseguenze?

Non variando le direttive del ban USA, ciò che Huawei non potrà fare da qui al prossimo anno rimane anch’esso invariato. Questo significa principalmente niente smartphone con servizi Google, nonostante l’azienda stia cercando di riportare in auge vecchi modelli del 2019 sotto la serie “New Edition“. Questo non sarà possibile da qui in avanti, dato che nel 2021 gli ex modelli saranno anch’essi sprovvisti dell’ecosistema Google. È altamente difficile, se non impossibile, che Huawei decida di cambiare strategia e affidarsi al proprio HarmonyOS. Per quanto ci siano dei rumors a riguardo, risulta ancora più vantaggioso utilizzare Android AOSP e colmare le mancanze con AppGallery e servizi annessi, che sicuramente cresceranno nel corso dei mesi.

L’altro aspetto cruciale riguarda lo sviluppo del 5G, specialmente negli USA. In Europa non vige alcun blocco nei confronti di Huawei, per quanto le dinamiche socio/politiche risultano complesse, tirando in ballo l’alleanza fra le nazioni europee e gli USA. L’amministrazione Trump ha più volte ribadito che, nel caso in cui uno dei propri alleati si affidasse alle infrastrutture di Huawei, cesserebbe la condivisione dei dati strategici ritenuti sensibili.

Problemi per gli smartphone, non solo software

Non dimentichiamoci, poi, della filiera produttiva, duramente colpita dal divieto di cooperare con l’industria di TSMC. Per questo se ne riparlerà fra più tempo, ma già adesso stiamo assistendo ad uno spostamento della produzione verso società cinesi. Per esempio, l’ultimo Honor Play 4T ha un Kirin 710A realizzato da SMIC anziché TSMC.

Per il resto è tutto in divenire. Certo è che, a questo giro, il prolungamento del ban è decisamente più lungo di quelli precedenti, rinnovati ogni tot mesi anziché dopo un anno intero.

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