Da quando iPhone 12 Mini è realtà, in molti si sono espressi sul sempre caldo tema degli smartphone compatti, Redmi in primis. Ad ottobre la dirigenza si espresse in merito, affermando di star seriamente valutando l’idea di produrre uno smartphone di minute dimensioni (perlomeno secondo gli standard odierni). Ma sin da subito si sono messe le mani in avanti: questo desiderio è potenzialmente accontentabile, a patto di scendere a compromessi con l’autonomia.
A riaccendere la discussione ci ha pensato Android Authority, con un Q&A con il general manager di Redmi, Lu Weibing. Un botta e risposta che ha maggiormente delineato la difficoltà che si incontra nella ingegnerizzazione di uno smartphone molto più piccolo degli attuali 6,5″ di media. Se i produttori si sono spinti così in là con la diagonale e le dimensioni, non è certo per capriccio o per dispetto. La tecnologia galoppa e ci dimentichiamo che, nell’arco di pochi anni, gli smartphone sono divenuti delle vere e proprie macchine dall’estrema potenza. Anche dispositivi da 200/300€ sono in grado di offrire features che fino a qualche anno fa erano esclusiva dei telefoni più pregiati.
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Un nuovo Q&A di Redmi ci parla delle intenzioni di riportare in auge gli smartphone compatti
L’aspetto più delicato è, come anticipato, quello della batteria. Se Apple è stata in grado di produrre un oggetto come iPhone 12 Mini è grazie all’ottimo lavoro svolto in termini di ottimizzazione. Essendo i melafonini macchine con hardware e software cuciti su misura, è possibile gestire tutto l’impianto tecnico proprio nell’ottica dell’autonomia. Discorso ben più complesso su Android, dove i produttori hanno a che fare con un OS open source che, nonostante gli sforzi, difficilmente sarà ottimizzato quanto iOS. Senza contare che, a parte qualche eccezione, tutta la componentistica nasce da catene produttive di terze parti.
Detto ciò, il GM di Redmi ha affermato che i consumatori stanno iniziando a chiedere dispositivi più compatti, anche sulla scia di quanto fatto da Apple con iPhone 12 Mini. “La durata della batteria è sempre stata una delle nostre priorità chiave nella progettazione degli smartphone Redmi. Sebbene le dimensioni degli smartphone siano aumentate nel corso degli anni, c’è ancora richiesta di telefoni più compatti. Lo sviluppo di una batteria con la stessa capacità mAh ma di dimensioni fisiche inferiori richiede un enorme passo avanti nella tecnologia delle batterie.”
Allo stato attuale, non è più possibile produrre un telefono come fu Redmi 4X nel 2017, in grado di ospitare una 4.100 mAh in soli 5″ di diagonale. Dentro agli smartphone c’è sempre più componentistica, senza contare che è necessario pensare ad evitare problemi di thermal throttling che potrebbero sorgere con troppi componenti ammassati fra di loro. In tutto ciò, l’avvento del 5G comporterà ulteriori consumi, così come avvenne con il passaggio fra 4G e 3G.
Ok la batteria, ma la ricarica?
Non si può parlare di batteria senza trattare di ricarica, un altro argomento cardine nell’evoluzione degli smartphone in questo 2020. Xiaomi è in prima linea, come dimostrato da Xiaomi Mi 10 Ultra, la cui ricarica da 120W ha sollevato molte sopracciglia ma anche qualche dubbio. I ragazzi di Android Authority hanno chiesto al GM di Redmi se ci sia un limite all’avanzamento e se vedremo nuovi standard di ricarica ancora più rapidi.
Tutto dipenderà dall’avanzamento tecnologico delle batterie, anche perché il prossimo traguardo dell’azienda sarà quello di abbassare i costi e portare le ricariche top anche sui modelli meno costosi. “Con i recenti progressi, la tecnologia di ricarica rapida sarà presto disponibile per gli smartphone sotto ai 250 euro“. Un cambiamento in questa direzione l’abbiamo già avuto con Redmi Note 9 Pro e la sua ricarica a 30W, ma nel 2021 l’asticella potrebbe essere ulteriormente alzata.
Si è parlato anche di sensori ID nel display
Per concludere, con Redmi hanno parlato anche dell’evoluzione della tecnologia legata al sensore ID nel display, un’altra caratteristica che sta venendo introdotta anche nelle fasce meno modeste. Anche perché si è parlato della loro possibile implementazione con gli schermi LCD, la tecnologia che nel 2020 continua ad essere la più diffusa per mid-range ed entry-level.
Ad oggi, infatti, questa tipologia di sensori è possibile solamente se lo smartphone fa utilizzo di uno schermo OLED. Al contempo, Redmi ha dimostrato di avere fra le mani la tecnologia che rende possibile il sensore ID anche nei display LCD. Sfortunatamente è un avanzamento ancora valutato come troppo costoso, almeno per il momento.
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