Per il CEO di Redmi i sensori ToF sono inutili per gli utenti

Il lancio di OPPO R17 Pro ha rappresentato l’arrivo dei sensori ToF in ambito mobile, dato che è stato il primo smartphone ad integrarne uno. A quello sono seguiti Vivo NEX Dual DisplayHonor View 20 e durante il 2019 dovrebbero arrivarne altri, fra cui targati LG G8 ThinQ. Quello che è certo è che non ne arriverà nessun da parte di Redmi (e probabilmente Xiaomi), viste le recenti affermazioni da parte del CEO Liu Weibing.

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Il CEO di Redmi esprime il suo parere sui nuovi sensori ToF

Honor View 20

Come affermato da egli su Weibo, i sensori ToF non servono a nulla e sono uno spreco di soldi per gli utenti. Parole piuttosto forti e che mi ricordano le affermazioni del CEO di Honor in merito agli smartphone pieghevoli. Tornando al caso di Redmi, secondo Liu Weibing l’utilizzo di questa tipologia di sensori sarebbe soltanto una “gimmick“, ovvero uno specchietto per le allodole. Questo perché non ci sarebbero campi di utilizzo che ne giustifichino l’implementazione (ed il conseguente costo maggiorato).

Ma cos’è un sensore ToF e a cosa serve? Il loro primo utilizzo in ambito mobile è in realtà avvenuto prima su iPhone X e poi su Xiaomi Mi 8 Explorer Edition, Huawei Mate 20 Pro e OPPO Find X. Come forse avrete capito, si tratta di uno degli elementi indispensabili per il comparto hardware incaricato del riconoscimento facciale 3D. Ma non stiamo parlando di questo utilizzo specifico, indubbiamente utile all’utente, quanto quello relativo alla fotocamera posteriore.

Un sensore ToF, ovvero Time of Flight, è in grado di emettere un fascio luminoso e, in base al tempo trascorso “in volo” (da qui il nome) fra la sua emissione e il suo ritorno al sensore, calcolare l’effettiva distanza rispetto al soggetto inquadrato ed effettuare una scansione 3D della scena. E se nel caso del Face Unlock 3D non si può affermare che sia inutile, piazzare un sensore ToF sul retro è utile fino ad un certo punto. Tuttavia, è altresì vero che questa tipologia di sensori serve, per esempio, con gli scatti in modalità Ritratto. Anziché affidarsi ad una dual camera, con risultati spesso imperfetti, avere un sensore 3D può aiutare non poco ad avere contorni meglio delineati.

Insomma, le affermazioni di Liu possono anche essere giuste, ma fino ad un certo punto. Quello che è sicuro è che nel 2019 vedremo un numero sempre più grande di smartphone con sensori ToF, perciò ci auguriamo che i produttori ne approfittino per darci features realmente utili e non fini a sé stesse.


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