Da quando OPPO ha fatto il suo ritorno in Italia abbiamo avuto modo di provare Find X, R15 Pro ed A3. Tre modelli intriganti che, però, per un motivo o per l’altro, non sono riusciti a convincere a pieno, vuoi per il prezzo, vuoi per il software. Oggi siamo qui per parlarvi di OPPO RX17 Pro, l’ultimo arrivato sul nostro mercato, uno smartphone la cui estetica mi ha catturato sin dal primo momento. Sarà riuscito a convincermi del tutto questa volta? Scopritelo nella nostra recensione.

Recensione OPPO RX17 Pro

Unboxing

All’interno della confezione troviamo la seguente dotazione:

  • OPPO RX17 Pro;
  • cover morbida protettiva;
  • caricatore Super VOOC;
  • cavo USB Type-C;
  • cuffie USB Type-C;
  • manualistica.

Design e qualità costruttiva

Se dovessi stilare una personale top 10 degli smartphone più belli di sempre, OPPO RX17 Pro ci rientrerebbe a pieno. La motivazione è presto detta: è il telefono vaporwave per eccellenza, e io amo questo filone estetico. Anzi, e s t e t i c o. La colorazione Radiant Mist (c’è anche quella Stream Blu) offre una splendida sfumatura che va dal blu marino al viola, con riflessi anche verdi/gialli a seconda della rifrazione della luce. Un telefono sì appariscente (più persone mi hanno fermato chiedendomi che telefono fosse) ma con eleganza.

recensione oppo rx17 pro

Pur essendo realizzata in vetro, la back cover ha una finitura opaca, quasi metallica, che da un lato lo rende ancora più affascinante, mentre dall’altro scivoloso. Ma il vero tocco di classe lo troviamo sul frame in metallo sopra e sotto, dove viene ripreso il gradiente con tanto di scanalatura puramente estetica.

Con dimensioni di 157.6 x 74.6 x 7.9 mm ed un peso ben bilanciato di 183 g è uno smartphone “nella media” per gli standard attuali. Non è piccolo ma nemmeno esagerato e comunque ergonomico nelle forme, anche se la cover è consigliata. E quella in dotazione, di colore blu, riesce a non rovinare del tutto il look. Peccato per l’assenza della modalità ad una mano.

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Metodi di sblocco

Come tutti i top di gamma del colosso BBK, ad esempio Vivo NEX S, anche a bordo di OPPO RX17 Pro troviamo un lettore d’impronte nel display (con 5 animazioni di sblocco). Questo può essere utilizzato anche per bloccare l’avvio di app o la visualizzazione di files in memoria. Il sensore si è dimostrato buono ma non ottimo, sia per quanto riguarda velocità che precisione. Visto che si tratta di un sensore ottico, è necessario premere un po’ col dito, altrimenti si incappa in letture mancate.

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A compensare ciò c’è comunque lo sblocco facciale 2D, rapido nel funzionamento. Onde evitare fastidi fra i due metodi, vi consiglio di disabilitare la funzione di risveglio del display quando si alza il telefono, dopodiché impostate il double tap to wake. Così facendo alzare il telefono illuminerà l’impronta, mostrandovi dove premere, oppure basterà fare doppio tap sul display o premere il tasto Power per accendere il display ed usare il riconoscimento facciale.

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Display

Se non siete fra gli amanti del notch (esistono?), la soluzione adottata su RX17 Pro è il miglior compromesso attuale. Il cosiddetto notch a goccia è abbastanza discreto, soprattutto perché le forme sinuose lo rendono meno invasivo e più “estetico”. Peccato, però, che le notifiche continuino a non essere mostrate. Comunque, abbiamo un display in 19.5:9 da 6.4″ Full HD+ (2340 x 1080 pixel) con densità di 402 PPI e protezione Gorilla Glass 6.

Oltre ad avere cornici piuttosto ridotte, la tecnologia AMOLED, oltre a permettere la presenza di un sensore sotto al display, offre una qualità visiva degna di nota. Contrasto elevato, colori vividi ed un punto di nero assoluto ne fanno uno schermo decisamente godibile, oltre che con una sufficiente oleofobicità. La luminosità lo rende ben leggibile anche all’aperto, seppur il sensore automatico tenda al ribasso. Via software è possibile tarare il bilanciamento del bianco, attivare la modalità Notturna e non manca l’Always-on Display (disattivabile), anche se mostra soltanto SMS, chiamate, orario, data e batteria.

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Hardware

OPPO RX17 Pro è classificabile come un modello di fascia medio/alta, principalmente per la presenza dello Snapdragon 710 di Qualcomm. Il chipset a 10 nm integra una CPU octa-core Kryo 360 a 2.2 GHz, assieme a 6 GB di RAM LPDDR4X e 128 GB di memoria, rapida ma non espandibile. Una configurazione che non disattende le aspettative, offrendo una fluidità costante all’interno dei vari menù e durante l’utilizzo delle varie app, con pochi ricaricamenti in background ed uno switch rapido fra le app in esecuzione.

La componente grafica è gestita dalla GPU Adreno 616, non certo la soluzione più performante ma non per questo non adeguata, anzi. Anche giocando a titoli pesanti come PUBG non si avvertono cali di frame, sempre attorno ai 30/40 fps e con temperature mai sopra i 50°C anche dopo svariati minuti di gioco. Ad aiutare c’è anche lo Spazio Gioco, funzione software con cui bloccare le notifiche ed ottimizzare le prestazioni.

Benchmark

Software

Ma come al solito, quando si parla di OPPO, il vero punto critico è rappresentato dal software, la ColorOS 5.2 qua basata su Android 8.1 Oreo e con patch di ottobre. Innanzitutto le traduzioni sono state in parte migliorate, ma c’è ancora qualcosina da aggiustare. C’è comunque il supporto a Project Treble, così come alle Camera2 API e la certificazione Widevine L1. Ma a dividere l’opinione è soprattutto l’estetica generale (potete comunque installare launcher alternativi), oltre a fattori come l’assenza del drawer, delle gestures full screen, dei temi ed il notch senza notifiche. A proposito di notifiche, queste arrivano senza problemi e senza dover impostare nulla. Manca il LED di notifica, ma è possibile impostare l’accensione del display alla ricezione.

L’unica vera differenza che ho trovato rispetto a Find X è l’eliminazione del Full Screen Multitasking in favore della barra laterale intelligente. Il funzionamento è pressoché lo stesso ma lo si può utilizzare anche con lo schermo in verticale. Con uno swipe dall’alto a destra si apre questa tendina con varie shortcuts: fotocamera, esplora files, screenshot, modalità Non Disturbare e app a scelta. Le più indicate sono SMS, Messenger e WhatsApp, in quanto possono essere aperte in modalità flottante sopra ad altre app in esecuzione.

Con uno swipe verso destra dalla home si accede all’Assistente Intelligente (Google Now non è impostabile), una schermata che raccoglie shortcuts più o meno utili, fra cui contatti preferiti, meteo, contapassi e foto. Più utile è invece il Clona App, con cui avere due istanze di Facebook, Messenger, Instagram, Telegram e WhatsApp.

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Qualità foto/video

L’approccio adottato per la tripla fotocamera di OPPO RX17 Pro è considerabile unico, rispetto a brand come Huawei, Samsung o LG. Anziché aggiungere un’altra ottica, il terzo sensore è definito TOF (Time of Flight). Praticamente è un sensore adoperato unicamente per la scansione 3D, potendo così ricreare modelli dei soggetti immortalati, misurazioni, applicazioni in realtà aumentata e quant’altro. Peccato che, allo stato attuale, il sensore non è abilitato, dato che la modalità di scatto 3D verrà aggiunta a fine anno, stando ad OPPO Italia.

Non proprio una mossa felice, in quanto lanciare un telefono castrato non è mai un’ottima idea. Comunque, il resto del comparto non è da sottovalutare, anzi. Abbiamo un sensore principale Sony IMX362 da 12 mega-pixel da 1/2.55″, pixel da 1.4 apertura meccanica variabile f/1.5-2.4, come visto con Galaxy S9. Tuttavia, qua il cambio di focale è automatico e non può essere gestito manualmente. Il secondario è invece un 20 mega-pixel con apertura f/2.6, utilizzato per avere uno zoom 2x e la modalità Ritratto.

Se avete già letto altre mie recensioni, saprete che sono abbastanza pignolo quando si parla di fotografia su smartphone. Questo perché l’asticella è stata alzata così tanto che, detto francamente, tutti i telefoni possono scattare “belle foto”, ma sono i dettagli a fare la differenza. Detto ciò, OPPO RX17 Pro è appunto uno smartphone che scatta belle foto, forse più di notte che di giorno, in proporzione.

In fase diurna i dettagli catturati sono molti, con colori ben bilanciati e mai esagerati. Ciò che continua a non convincermi di OPPO è la gestione dell’esposizione, in quanto con luci difficili c’è una certa tendenza a sovraesporre. Fattore compensabile tramite l’HDR, la cui modalità Auto non interviene sempre quando dovrebbe e, quando lo fa, l’effetto non dei migliori, con un aumento della luminosità generale e non a zone. Non manca il riconoscimento della scena (disattivabile) ma le differenze non sono così evidenti. La modalità manuale permette di agire sui seguenti parametri: bilanciamento del bianco, valore e tempo di esposizione, ISO e messa a fuoco. Ma niente foto in RAW con l’app di default.

Ma come vi ho anticipato, il telefono mi ha soddisfatto maggiormente di notte, grazie ad una modalità Ultra Night veramente efficace. Non siamo ancora ai livelli della Night Sight di Google, ma il risultato ottenuto da OPPO è comunque convincente. Grazie all’aiuto dell’OIS, lo scatto impiega circa 2 secondi e riesce a prendere foto particolarmente buie e renderle decisamente più d’impatto, con una migliore esposizione, vivacità cromatica e anche un livello di dettaglio più marcato.

La selfie camera da 25 mega-pixel con apertura f/2.0 garantisce scatti di buona fattura, per quanto, rispetto al suo predecessore, non ci sia l’ottima tecnologia Sensor-HDR in grado di scattare in HDR anche in modalità Portrait. Quest’ultima va scontornare abbastanza bene il soggetto e garantisce buoni risultati anche di sera e con effetto bokeh attivato.

I video possono essere girati in 4K e Full HD a 30 fps (mancano i 60 fps), oltre in Slow-motion (fps non precisati). Le clip catturate presentano dei colori molto piacevoli, con contorni ben definiti ed una qualità generale più che sufficiente anche di notte. La stabilizzazione OIS riesce a compensare buona parte dei movimenti, per quanto qualche vibrazione sia visibile.

Samples a dimensioni originali (Google Drive)

Connettività e audio

OPPO RX17 Pro integra il supporto dual SIM 4G+ ed offre una copertura molto buona, sia per le chiamate che per la navigazione dati. Molto bene anche il Wi-Fi ac Dual Band, anche se lo switch fra Wi-Fi e 4G non è molto rapido. C’è poi il Bluetooth 5.0 ed anche l’NFC per i pagamenti con Google Pay, così come Wi-Fi Direct e DLNA. Da segnalare che, seppur ci sia una porta USB Type-C 3.1, non è possibile effettuare il mirroring a monitor esterni.

Per quanto la capsula auricolare sia di dimensioni ridotte, la qualità in chiamata è più che adeguata, così come quella microfonica. Manca l’ingresso mini-jack (così come la Radio FM), mentre lo speaker mono inferiore ha un buon volume ed una gestione delle frequenze nella media. C’è anche un’equalizzatore per l’audio con cuffie cablate.

Autonomia

All’interno di OPPO RX17 Pro troviamo una capiente batteria da 3700 mAh, in grado di resistere ad una giornata di utilizzo continuo senza grossi problemi. Purtroppo il software non ci dà modo di sapere le ore di display, anche utilizzando app come GSam, ma sono comunque soddisfatto dalla longevità della batteria.

In realtà sarebbe più corretto parlarne al plurale, visto che sono due batterie da 1850 mAh l’una. Questa conformazione è necessaria per sfruttare la portentosa Super VOOC, la ricarica più rapida che ci sia allo stato attuale. Vi consigliamo di vedere il test a confronto con altri top di gamma, ed anche RX17 Pro ha mantenuto le promesse, mettendoci solo 35 minuti per arrivare dallo 0% al 100%. Assente, invece, la ricarica wireless.

Conclusioni e prezzo

Rispetto ad R15 Pro, questo OPPO RX17 Pro è indubbiamente uno smartphone più competitivo che riesce a spiccare rispetto alla massa grazie ad un’estetica particolare ed affascinante ed un comparto tecnico degno di nota. Il “problema” quando si parla di OPPO è fondamentalmente uno: il prezzo.

Lo smartphone è venduto nei negozi MediaWorld ad un prezzo di 599€ per il taglio da 6/128 GB, una cifra più congrua rispetto a R15 Pro ma che, volente o nolente, lo mette in competizione con un po’ tutti i top di gamma che, seppur in negozio costino di più, hanno come vantaggio uno street price inferiore. Senza considerare un software polarizzante come estetica, che ha ancora bisogno di migliorie e che non si sa per quanto verrà supportato.


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