Da essere una delle realtà più promettenti del panorama mobile, Black Shark sta subendo un ridimensionamento che ha portato a vari licenziamenti. Le ultime notizie non dipingono un quadro molto ottimista per la compagnia, che dopo i falliti tentativi di farsi acquisire dall’esterno sta incontrando lo scorno degli ex dipendenti, ritrovandosi le pagine social ricoperte di proteste e insulti contro la dirigenza. Dopo anni passati a collaborare assieme, circa un anno fa si iniziò a vociferare di una possibile acquisizione di Black Shark da parte di Tencent, progetto che avrebbe dovuto portare alla creazione di prodotti VR per il metaverso. Dopo pochi mesi, però, è ufficialmente saltato tutto: l’acquisizione, che sarebbe dovuta avvenire fra l’altro per soli 380 milioni di euro, non ha ricevuto l’approvazione necessaria dagli enti incaricati. Da lì in avanti, nonostante l’uscita della serie Black Shark 5, la situazione si è ulteriormente aggravata.
Black Shark subisce la crisi economica, dopo il fallimento marchiato Tencent
I media cinesi riferiscono di come Black Shark avrebbe attuato più tagli al personale da agosto ad oggi, passando da oltre 1.000 a soli 100 dipendenti. A causa delle citate “tremende difficoltà operative“, non solo la compagnia ha licenziato buona parte del suo personale ma non è riuscita a pagarne la liquidazione. Questo ha causato l’ira di molti, che hanno utilizzato il social cinese Weibo per sfogare la propria rabbia sulle pagine dell’azienda: è bastato un semplice “Buongiorno” postato dal CEO Luo Yuzhou per essere inondato di commenti arrabbiati in cui viene richiesto a gran voce il pagamento del trattamento di fine rapporto.
Black Shark starebbe cercando modi per risolvere i problemi di insolvenza, mentre alcuni dipendenti affermano di aver ricevuto un risarcimento pari a solo 2.000 yuan (circa 275€). “Come posso superare il capodanno lunare con 2.000 yuan di risarcimento? Come posso dirlo alla mia famiglia?“, scrivono su Weibo. Un altro afferma di stare ancora spettando oltre 20.000€ di risarcimento e di essersi rivolto assieme a oltre 100 ex dipendenti alla commissione del lavoro di Shanghai per far valere i propri diritti. Tuttavia, l’azienda non ha risposto a nessun media locale in merito: “Nessuno di Black Shark si è presentato in commissione e nessuno dei dirigenti chiave, incluso il CEO, è raggiungibile“.
Come tutti i produttori in gioco, anche Black Shark ha subito e sta subendo la crisi di vendite in Cina e nel mondo, senza contare gli storici problemi del mercato videoludico in Cina. La stessa Xiaomi ha tagliato parte della sua forza lavoro, e il sub-brand Redmi non punta più ai videogiochi mobile, come dimostra la cancellazione di K60 Gaming.
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