7 anni di aggiornamenti sono troppi: lo dice il Presidente di OnePlus e spiega perché

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L’avvento della gamma Pixel 8 ha portato una vera e propria rivoluzione nel mondo Android, gettando le basi per il futuro delle politiche di aggiornamento dei principali brand. Google ha annunciato, infatti, la bellezza di 7 anni di aggiornamenti (sia Android che di sicurezza) e subito dopo anche Samsung si è unito alla festa. Tuttavia c’è chi è contrario a questa scelta: il Presidente di OnePlus spiega in un’intervista perché 7 anni di update sono troppi e quali sono le cose importanti quando si pensa ad uno smartphone.

Il presidente di OnePlus contro i 7 anni di aggiornamenti di Google e Samsung: ecco perché

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La compagnia cinese è tornata sotto i riflettori di recente, con i nuovi OnePlus 12 e OnePlus 12R. Si tratta di modelli top di tutto rispetto, caratterizzati da un look ormai collaudato e specifiche di punta, sempre con un occhio attento al comparto fotografico. Nonostante le novità del mondo Android, la politica di aggiornamenti di OnePlus non è cambiata: 4 generazioni di OxygenOS e 5 anni di patch di sicurezza (sono esclusi i modelli delle serie Nord ed N). Il brand non sembra interessato a cambiare sotto questo aspetto e il COO e Presidente Kinder Liu ci spiega il motivo. Durante un’intervista, il dirigente si è soffermato innanzitutto sull’entusiasmo degli utenti verso il nuovo OnePlus 12 (con un incremento dei preordini del 200% rispetto al predecessore).

Quello che ha attirato l’attenzione degli utenti è il comparto del nuovo flagship: non solo il display più luminoso e la ricarica rapida, ma – ad esempio – anche la presenza di un sensore IR. Quest’ultimo non è una caratteristica comune e si presenta come l’esempio adatto dell’attenzione che OnePlus mette nelle richieste degli utenti. Tornando agli aggiornamenti, il Presidente conferma che OnePlus 12 avrà 4 major update e 5 anni di sicurezza mentre OnePlus 12R riceverà tre anni di aggiornamenti Android e 4 anni dedicati alla sicurezza. Mettendo da parte il modello 12R (si tratta comunque di un terminale più “economico”), come mai OnePlus ha deciso di non allinearsi a Samsung e Google?

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Crediti: OnePlus/Weibo

Semplicemente offrire politiche di aggiornamento software più lunghe manca completamente il punto”, sostiene Kinder Liu. “Non sono solo le politiche di aggiornamento software che sono importanti per l’utente, è anche la fluidità dell’esperienza del tuo telefono”. In parole povere, non serve a nulla avere un supporto software esteso se l’hardware del dispositivo non è capace di tenere il passo.

Il dirigente si è cimentato poi in una metafora: “Immagina che il tuo telefono sia un panino. Alcuni produttori sostengono che il ripieno del loro panino – il software del loro telefono – sarà ancora buono da mangiare tra sette anni. Ma quello che non ti stanno dicendo è che il pane – l’esperienza dell’utente – potrebbe essere ammuffito dopo quattro anni. Improvvisamente una politica di aggiornamento software di sette anni non ha importanza, perché il resto della tua esperienza con il telefono è terribile”.

Per aggiungere ulteriori dettagli al suo ragionamento, Kinder Liu ha tirato in ballo i test di TÜV: l’ente utilizza una grande varietà di modi per mettere alla prova i telefoni, simulando anni di utilizzo. Ebbene, sulla base di questi risultati OnePlus sostiene di poter garantire prestazioni “veloci e fluide” dopo quattro anni di utilizzo. I vari test includono lo stato della batteria e qui il Presidente lancia una provocazione, sostenendo che di certo questa non arriverà a 7 anni. Ciliegina sulla torta, cita anche gli studi pubblicati da  Counterpoint Research, che affermano che gli utenti Android hanno la tendenza a cambiare smartphone entro 4 anni dall’acquisto. Quindi, in soldoni, OnePlus è perfettamente allineata con la realtà mentre Samsung e Google starebbero offrendo tre anni aggiuntivi inutilmente.

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Crediti: OnePlus

Si tratta di un punto di vista interessante, ma che forse non tiene conto di un aspetto. A differenza degli utenti Apple (i quali beneficiano di 7 e più anni di aggiornamenti software già da parecchio tempo), gli utenti Android non sono per nulla abituati a politiche di aggiornamento estese. Si tratta di una pratica relativamente “nuova”, a maggior ragione se comprende sia update di Android che della sicurezza. Proprio questa nuova politica estesa dovrebbe sia accontentare gli utenti più esigenti che convincere una nuova fascia di consumatori ad affidarsi per un tempo maggiore al proprio telefono. Quindi il ragionamento di OnePlus è condivisibile, ma anche quello di Google e Samsung, dato che quest’ultimo apre le porte a nuovi scenari futuri.


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