Samsung come Google: 7 anni di aggiornamenti, sfida ai brand cinesi

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Crediti: Samsung

Prima è stata Google ad alzare l’asticella, adesso è arrivato il turno di Samsung, che con la nuova serie Galaxy S24 ha annunciato l’estensione a 7 anni di aggiornamenti. Così come Big G con la sua più recente serie Pixel 8, anche la compagnia sud-coreana ha deciso di ampliare la sua politica degli aggiornamenti, che già in precedenza si era rivelata una delle più affidabili del settore degli smartphone Android.

Samsung alza l’asticella: 7 anni di aggiornamenti per la serie Galaxy S24

Quella di Samsung è una di quelle notizie che potrebbe cambiare il mercato mobile in termini software, o almeno è questa la speranza di chi ripone negli aggiornamenti un’attenzione particolare. Anche perché i 7 anni sbandierati da Samsung non riguardano soltanto le patch di sicurezza, come inizialmente ipotizzato dai rumor, ma anche i major update. Ciò significa che i modelli della serie Galaxy S24, al debutto con Android 14, verranno aggiornati fino ad Android 21, proprio come Pixel 8 e 8 Pro.

Ecco quanto dichiarato da Samsung: “gli ultimi flagship proseguono l’impegno da parte di Samsung di estendere il ciclo di vita del prodotto, offrendo sette generazioni di aggiornamenti dell’OS e sette anni di aggiornamenti di sicurezza per aiutare gli utenti a sperimentare in modo affidabile le prestazioni ottimizzate dei loro dispositivi Samsung ancora più a lungo“. In questo modo, la longevità della serie Galaxy S24 viene ulteriormente elevata, rimarcando ancora una volta quanto il software sia fondamentale per i prodotti odierni.

Fino a oggi, Fairphone 5 si poneva come lo smartphone Android col supporto software più prolungato di tutti: tuttavia, la compagnia si limiterà a portarlo da Android 13 ad Android 18, seppur le patch di sicurezza verranno rilasciate fino al 2031. Inoltre, Fairphone 5 si basa sul SoC Qualcomm QCM6490, soluzione atipica e non propriamente al passo coi tempi in quanto pensata principalmente per il settore industriale ma evidentemente ritenuta ideale in quanto la sua natura business fa sì che Qualcomm lo supporterà più a lungo dei SoC consumer.

Se queste compagnie possono permettersi un supporto così prolungato è in primis perché hanno le mani in pasta nei SoC che montano sui rispettivi smartphone e tablet. Da un lato i Google Tensor (realizzati da Samsung, fra l’altro), dall’altro i Samsung Exynos: soluzioni che, in quanto proprietarie, consentono ai rispettivi produttori di poter gestire il supporto software più agevolmente, proprio come avviene per Apple.

Un compito ben più arduo per chipmaker di terze parti come Qualcomm e MediaTek, che ogni anno producono decine di System-on-a-Chip per migliaia di smartphone diversi, una strategia che rende difficile se non impossibile supportarli tutti. Qualcuno potrebbe giustamente obiettare che anche la serie S24 monta SoC Qualcomm (Snapdragon 8 Gen 3 e 8 Gen 3 for Galaxy), e questo ci dà una piccola speranza che anche gli altri brand possano adeguarsi.

Mi riferisco alle varie Xiaomi, OPPO, OnePlus, Realme, vivo, Honor e così via, tutte aziende che, se lato hardware hanno spesso poco da invidiare ai brand “occidentali”, lato software non riescono a essere alla loro altezza, fra tempistiche dilatate e un supporto non capillare. Nel momento in cui scrivo questo articolo, l’aggiornamento ad Android 14 per gli smartphone Realme e Honor fatica ad arrivare a tutti, mentre Samsung ha già praticamente aggiornato il suo intero catalogo, mid-range ed entry-level compresi.

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