Secondo le previsioni di Canalys, il 2023 sarà l’anno in cui le auto EV rappresenteranno il 18% del mercato globale, con vendite oltre i 14 milioni di veicoli e un salto in avanti del +39% rispetto al 2022. Se ci si concentra al primo semestre, la crescita è stata del +49% con 6,2 milioni di unità vendute. Ma quali sono le aree geografiche in cui sta andando meglio e peggio?
Continua l’ascesa della Cina nell’industria automobilistica, ma non senza rischi
Gli Stati Uniti si confermano un mercato ostico per le auto elettriche: nei primi 6 mesi dell’anno hanno rappresentato soltanto il 13% delle vendite con 815.000 unità. Nonostante ciò, si registra una forte crescita del +97% su base annua grazie soprattutto ai nuovi sussidi statali, con una presenza massiccia di Tesla al 45% seguita da Ford e Hyundai, entrambe al 7%.
L’Europa è invece il secondo mercato mondiale: qua le auto EV sono il 24% del mercato complessivo con 1,5 milioni di unità e una crescita annua del +34%, più alta del +9% registrato nell’H1 2022. Anche nel vecchio continente è Tesla a guidare la classifica ma in minor parte: 12%, seguita da Volkswagen (8%) e Mercedes-Benz (7%). Quello europeo è un mercato più variegato e che comprende diversi marchi di auto cinesi che iniziano a diffondersi pur non senza difficoltà, specialmente in mercati quali Spagna e Italia, e non aiutano le indagini della Commissione Europea.
La Cina continua a essere il mercato più grande, rappresentando il 55% delle vendite globali di auto elettriche: 3,4 milioni di veicoli nel primo semestre, cioè il 31% di tutte le spedizioni di veicoli leggeri nella nazione. Nel mercato globale, il marchio cinese BYD ha superato Tesla con oltre 1,3 milioni di veicoli venduti, un raddoppio del +104% rispetto alle vendite dello scorso anno.
Rispetto all’occidente, però, quello cinese è un mercato molto frammentato: “sebbene in Cina sia disponibile una vasta scelta di veicoli elettrici, nessun singolo modello ha una quota di mercato superiore al 10%“. Questa estrema competitività potrebbe anche danneggiare l’industria: la guerra sui prezzi sta spingendo sempre più aziende a focalizzarsi su ridurre e ottimizzare i costi, e questo “può portare a una diminuzione degli investimenti in nuove tecnologie“.
Per convincere i consumatori, le aziende “devono migliorare rapidamente le proprie capacità software e hardware, creare ecosistemi intelligenti e coltivare nuove culture di marchio e concetti automobilistici“. Un esempio calzante è quello di NIO, che recentemente ha presentato il suo primo smartphone pensato per una simbiosi con l’automobile. E poi all’orizzonte c’è anche Xiaomi, che sicuramente con la sua prima auto elettrica realizzerà un prodotto che fonderà l’esperienza telefonica con quella automobilistica.
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