L’Europa lancia l’allarme sulle batterie: “Dipendiamo troppo dalla Cina”

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Crediti: The Guardian

L’Europa rischia di diventare dipendente dalle batterie cinesi tanto quanto lo era con i combustibili russi prima del conflitto in Ucraina, e ciò sarebbe un freno per la modernizzazione e la lotta al cambiamento climatico. È questo quanto si legge nel documento privato ottenuto in esclusiva da Reuters: “Senza l’attuazione di misure forti, entro il 2030 l’ecosistema energetico europeo potrebbe avere una dipendenza dalla Cina di natura diversa, ma con una gravità simile, rispetto a quella che aveva nei confronti della Russia prima dell’invasione dell’Ucraina“.

L’Europa vaglia un piano per ridurre la dipendenza dalla Cina per la fornitura di batterie elettriche

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2050: è l’anno fissato dall’Europa per l’obiettivo zero emissioni, traguardo per cui serviranno da 10 a 30 volte la quantità di batterie agli ioni di litio, celle a combustibile ed elettrolizzatori che oggi utilizza il vecchio continente. Il crescente numero di auto elettriche e utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, che sia energia solare ed eolica, richiederà numerose batterie per immagazzinare l’energia prodotta che non viene consumata sul momento. L’Europa è migliorata negli ultimi anni, arrivando a produrre più del 50% degli elettrolizzatori (utili per immagazzinare energia sotto forma di idrogeno), ma dipende ancora molto dalla Cina per le batterie al litio.

Secondo i leader europei, l’unico modo per evitarlo è adottare misure forti, come accaduto nei confronti della Russia. Nel periodo pre-conflitto, l’Europa le dipendeva per oltre il 40% dei consumi di gas, per il 46% di importazioni di carbone e per il 27% di petrolio. Con il conflitto arrivò la scelta di interrompere i legami con il mercato russo, decisione che ha spinto la Banca Centrale Europea ad aumentare più volte i tassi d’interesse e che sta tuttora avendo un impatto negativo sull’economia europea.

L’Europa ha già ipotizzato possibili metodi per ridurre la dipendenza, ma se ne riparlerà concretamente il 5 ottobre, quando i leader si incontreranno a Granada, in Spagna, per discutere di sicurezza economica in Europa. La strada più facilmente percorribile sembrerebbe essere quella di diversificare verso Africa e America Latina.

Ma quello delle batterie non sarebbe l’unico problema, secondo il documento: “Uno scenario simile potrebbe verificarsi nello spazio della tecnologia digitale, le previsioni suggeriscono che la domanda di dispositivi digitali come sensori, droni, server di dati, apparecchiature di archiviazione e reti di trasmissione dati aumenterà notevolmente in questo decennio“. Non a caso, di recente si è parlato anche del problema che rappresenterebbero le auto elettriche cinesi per il mercato europeo. Ma che si parli di batterie o di prodotti elettronici, non si può trascurare l’argomento relativo a materie prime, come sottolineato dalla creazione del Critical Raw Materials Act europeo e dal fatto che anche l’Italia è tornata alla ricerca di terre rare.

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