Huawei e SMIC sono pronte ai 5 nm, in barba al ban USA: nuove conferme

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Crediti: SMIC

Aggiornamento 14/05: nuovi dettagli sulla vicenda che lega Huawei, SMIC e il nodo a 5 nm, li trovate a fine articolo.

Dopo la conquista dei 7 nm, SMIC sarebbe pronta a passare alla produzione a 5 nm. A dirlo è Dick Thurston, ex capo consulente legale di TSMC, secondo cui il progresso tecnologico del chipmaker cinese starebbe bypassando le limitazioni imposte col ban dal governo statunitense. È quasi paradossale che Thurston sia stata una delle figure che permise nel 2009 a TSMC di vincere la causa legale proprio contro SMIC, condannata per aver rubato a più riprese brevetti e proprietà intellettuali da Taiwan.

SMIC si prepara al passaggio dai 7 ai 5 nm: cosa aspettarsi da Huawei

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Non ho mai avuto alcun dubbio che avrebbero raggiunto i 7 nm, e non ho ancora alcun dubbio che avrebbero raggiunto i 5 nm senza gli strumenti EUV“, afferma Dick Thurston. A causa del ban americano, SMIC non può più acquistare i macchinari EUV che vengono prodotti esclusivamente da ASML: pur essendo una compagnia olandese, utilizza brevetti di origine americana ricadendo quindi nelle suddette limitazioni.

Come scoperto con il lancio del Kirin 9000S di Huawei, SMIC sta usando i macchinari DUV di scorsa generazione per produrre a 7 nm. Una fonte anonima proveniente da TSMC ha confermato che anche il chipmaker taiwanese produsse i suoi primi microchip a 7 nm senza macchinari EUV, il ché spiegherebbe come SMIC sia riuscita a raggiungere un traguardo del genere. Inoltre, secondo il consulente Paul Triolo di Albright Stonebridge Group, il tasso d’efficienza dei 7 nm di SMIC parrebbe più alto del 15% inizialmente vociferato: “fonti del settore in Cina suggeriscono che la resa è nell’ordine del 70% e che sta migliorando, il ché di solito è il caso di questo tipo di sforzi per spingere le apparecchiature esistenti oltre ciò a cui erano destinate“.

Se SMIC è riuscita a passare in pochi anni dagli ormai datati 14 nm agli attuali 7 nm soltanto con macchinari DUV sarebbe tutto merito del co-CEO Liang Mong-song, ex TSMC e Samsung considerato dagli addetti ai lavori uno dei geni del mondo dei microchip, e il perché potete scoprirlo in questo articolo. Come rimarca Dick Thurston, “non c’è scienziato o ingegnere più intelligente di lui, è davvero una delle menti più brillanti che abbia mai visto nel campo dei semiconduttori“. L’obiettivo di SMIC sarebbe di farlo nei prossimi anni: secondo Robert Maire, presidente di Semiconductor Advisers, “probabilmente ci vorranno circa due anni“, al punto che il governo USA starebbe valutando di porre un ban totale contro Huawei e SMIC.

Primi impianti | Aggiornamento 06/02

Dopo le dichiarazioni delle fonti di TSMC, questa volta è il Financial Times a parlare: in Cina, Huawei e SMIC sarebbero pronte ad avviare la produzione di microchip a 5 nm. Il chipmaker avrebbe fondato le prime linee di produzione in quel di Shanghai, utili per la realizzazione di semiconduttori che Huawei utilizzerebbe sia in ambito consumer con la linea Kirin che in quello dei data center con la linea Ascend per ridurre la dipendenza cinese da NVIDIA.

Altre conferme | Aggiornamento 14/05

A distanza di mesi dalle ultime informazioni, arrivano nuove conferme sul completamente del passaggio da 7 a 5 nm da parte delle fabbriche di SMIC. Anche a questo giro, il focus è sul fatto che il chipmaker cinese ci sia riuscito facendo esclusivamente utilizzo della tecnologia DUV, seppur il tasso di rendimento sarebbe inferiore a quella EUV a causa dei molteplici passaggi necessari affinché un macchinario DUV riesca a stampare transistor così piccoli.

Di conseguenza, i primi microchip SMIC a 5 nm potrebbero essere impiegati non in ambito commerciale, anche se in realtà si vocifera che il debutto potrebbe avvenire con Huawei, fra il Kirin della serie Mate 70 e la necessità di sostituire Intel.

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