La Cina accusa gli USA: “Huawei spiata per 10 anni”

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Crediti: SCMP

La guerra fredda tecnologica che è in atto fra USA e Cina va avanti ormai da molto tempo, con Huawei che è spesso al centro delle vicende che legano le due nazioni. Non starò qua a raccontarvi nuovamente le vicissitudini che hanno portato al suo ban, perché per quello c’è un lungo articolo dedicato che vi invito a recuperare. Sin dalla sua fondazione, la compagnia cinese ha attirato i sospetti del governo statunitense, specialmente in ambito spionaggio, ma questa volta le parti si sono invertite.

Gli USA avrebbero spiato per molti anni le infrastrutture cinesi di Huawei

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Crediti: FOX

Lo scorso mercoledì, il profilo WeChat del Ministero della Sicurezza di Stato della Cina ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, più precisamente contro la famigerata NSA, l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale che finì sotto i riflettori durante lo scandalo di Edward Snowden. L’ente americano avrebbe utilizzato la divisione TAO (Tailored Access Operations) per “effettuare ripetuti attacchi sistematici” ai danni della Cina per sottrarre “importanti risorse di dati” infettando migliaia di dispositivi. Nel 2009 sarebbe partita l’operazione Shotgiant, con cui “hackerare i server della sede centrale di Huawei” per ottenere informazioni su prodotti come router e switch digitali, monitorare le conversazioni della dirigenza e individuare legami con l’esercito cinese.

L’hacking ai danni di Huawei sarebbe continuato nel corso degli anni, ma gli attacchi statunitensi non si sarebbero limitati a Huawei, perché ci sarebbe sempre l’NSA dietro all’attacco informatico del settembre 2022 ai danni della Northwestern Polytechnical University dello Xi’an. È quanto riportato nel rapporto del ministero cinese intitolato “Scoprire i principali spregevoli mezzi di attacchi informatici e furti segreti da parte delle agenzie di intelligence statunitensi“.

C’è poi il problema relativo al Foreign Intelligence Surveillance Act, creato dagli USA nel 1978 per “stabilire procedure per la sorveglianza e la raccolta di informazioni straniere sul territorio nazionale” e che costringerebbe le aziende ad avere backdoor per il governo statunitense, in un programma di “rete pulita” con l’obiettivo di “eliminare le società cinesi dal mercato della rete internazionale“. La cosa a tratti paradossale è che l’operazione Shotgiant avrebbe usato i prodotti Huawei per spiare la Cina e gli altri paesi in cui venivano venduti; se da un lato Huawei viene accusata di avere backdoor nei suoi sistemi, dall’altro gli USA le userebbero per i loro scopi.

Che USA e Cina si spiino reciprocamente non è una novità ed è una notizia che sorprenderà pochi, ma è senza ombra di dubbio l’ennesimo tassello che si aggiunge alla complessa e delicata situazione fra le due potenze mondiali e che interessa in prima linea proprio Huawei. Con la presentazione della serie Mate 60 e del suo nuovo microchip proprietario, ha riacceso la vicenda, fra accuse di violazione del ban e dubbi sull’avanzamento tecnologico cinese.

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