PaLM 2: scopriamo la mente dietro a Google Bard

google PaLM 2

Si è parlato in lungo e largo di Google Bard, di come la risposta di Big G alla creazione di ChatGPT non sia stata particolarmente adeguata, incappando in scivoloni mediatici di una certa rilevanza. Ma è anche vero che da un lato parliamo di una compagnia, OpenAI, che non ha molto da perdere rispetto a Google, dai cui servizi dipendono miliardi di persone in tutto il mondo. Ne consegue una certa cautela nel rilasciare tecnologie che potrebbero avere un impatto così forte da non esserlo necessariamente in positivo, destando le preoccupazioni dei suoi stessi creatori. Ma al Google I/O 2023 non potevamo non aspettarci novità in tal senso, a partire dall’aver reso Bard disponibile a tutti, così come la presentazione di PaLM 2, senza il quale Bard non esisterebbe nemmeno.

Google presenta ufficialmente PaLM 2, senza il quale non esisterebbe Google Bard

Google Bard

In occasione della conferenza, Google ha tenuto a rimarcare come negli ultimi 10 anni abbia guidato lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma che abbia deciso di procedere gradualmente e di costruire tecnologiche “che portino reali benefici alle persone nella loro vita quotidiana“. Da queste premesse nasce Google PaLM 2, il nuovo modello di linguaggio IA che possiamo considerare rivale di GPT-4, il modello che alimenta ChatGPT. È in grado di supportare oltre 100 lingue, può capire e generare in maniera più efficace testi complessi, indovinelli, poesie e persino superare esami avanzati di linguistica; secondo gli ingegneri che l’hanno sviluppato, ha una competenza tale da “poter insegnare quella lingua“.

Per renderlo il più versatile possibile, Google ha deciso di creare quattro versioni di PaLM 2, dalla più piccola alla più grande: Gecko, Otter, Bison e Unicorn. Di queste, Gecko sarà quella per i dispositivi mobili, essendo leggera e utilizzabile anche offline: può elaborare 20 token al secondo (circa 16/17 parole), e avere un modello linguistico così miniaturizzato è un passo in avanti notevole in termini di consumi energetici, economici e privacy; resta da capire quanto Gecko sarà inferiore rispetto alle versioni più avanzate.

Google ha costruito PaLM 2 su fondamenta composte anche da moltissimi documenti scientifici, migliorandone le capacità in termini di logica e matematica, e il pre-addestramento eseguito su grandi quantità di codice software fa sì che sia in grado di programmare usando linguaggi come Python, JavaScript, Prolog, Fortran e Verilog. Sec-PaLM, versione specializzata sulla sicurezza informatica, usa l’IA per individuare e avvertire sulla presenza di software potenzialmente dannosi; c’è poi Med-PaLM 2, specificatamente addestrata su dati sanitari, che può fornire risposte in ambito medico con risultati talmente accurati da passare l’esame di licenza medica degli Stati Uniti con il grado di “esperto”, potendo persino dare un parere su radiografiche e mammografie.

Come migliora Google Bard

Come anticipato, PaLM 2 è la base su cui sono state costruite le tecnologie IA che attualmente muovono oltre 25 prodotti targati Google, fra cui le nuove feature Workspace (fra Gmail, Documenti e Fogli) e Duet AI per aiutare nello sviluppo software in Google Cloud. Ma il protagonista è ovviamente Google Bard, che oltre a essere stato rilasciato pubblicamente è stato ulteriormente migliorato proprio grazie a PaLM 2. Fra le prossime novità ci sarà l’aggiunta di domande e risposte con immagini: se l’utente chiede “Quali luoghi non devo perdermi a Roma?“, Bard risponde anche con foto dei posti da visitare. Lo stesso potrà fare l’utente: per esempio, aggiungendo la foto di un cane potrà chiedere a Bard di scriverne una descrizione divertente.

E a proposito di immagini, Google ha annunciato la collaborazione con il modello di IA generativa Adobe Firefly affinché possa essere usato dentro Bard per creare immagini da input testuali, ma sono previsti collaborazioni anche con Kayak, OpenTable, ZipRecruiter, Instacart, Wolfram e Khan Academy. Saranno poi applicate migliorie secondarie ma comunque utili, come il miglioramento delle citazioni alle fonti e l’aggiunta del Tema scuro. Google sta poi lavorando affinché diventi parte integrante del suo ecosistema, per esempio usandolo per scrivere in Gmail e Documenti e per le future integrazioni in Drive, Maps e così via.

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