Intel e ARM: il matrimonio che spaventa TSMC e Samsung

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TSMC è il nome sulla bocca di tutti quando si parla di microchip, che solo ultimamente sono stati sostituiti dall’intelligenza artificiale nelle prime pagine di tecnologia. La crisi dei semiconduttori ha palesato i problemi di un settore che in più di un’occasione ha assunto connotati di stampo geopolitico, principalmente nello scontro fra USA e Cina. Specialmente in ambito telefonico, la rilevanza del chipmaker taiwanese è critica: il 70% dei chip per smartphone è prodotto da TSMC, e questo rappresenta un rischio in un mondo tecnologico che sta cercando di slegarsi dal monopolio asiatico. In tal senso, l’ambizione di Intel è quella di porsi come nuovo competitor nel settore fab e diventare a tutti gli effetti un rivale per TSMC, e l’accordo con ARM non fa che confermare questo obiettivo.

Intel e ARM stringono un nuovo accordo per la produzione di chip al posto di TSMC

Nelle scorse ore, Intel ha pubblicamente dichiarato che lavorerà per produrre chip smartphone con architettura ARM: di per sé, ARM non realizza chip bensì le architetture dei processori che troviamo su ogni smartphone e tablet nel mondo; sia che si parli di Apple e Samsung, che di fornitori di terze parti quali Qualcomm e MediaTek, tutti usano CPU ARM e alcuni anche GPU.

Come afferma il CEO di Intel, Pat Gelsinger, “i clienti hanno avuto opzioni limitate per progettare attorno alla tecnologia mobile più avanzata“. L’obiettivo da parte di ARM è quello di porre Intel al pari di TSMC e Samsung quando si parla di produzione dei chipset mobile, con un accordo pluriannuale che partirà con la filiera produttiva Intel 18A a 1,8 nm o più correttamente 18 Ångström, viste le bugie del marketing attorno ai nanometri. Potrebbe essere ancora prematuro parlare di date, ma per i primi chip ARM prodotti da Intel si indica la fine del 2024 come data X.

La mossa di Intel e ARM non è interessante solo ai fini tecnologici ma anche appunto a quelli geopolitici, visto che aziende occidentali come Apple e Qualcomm avranno l’opportunità di farsi fabbricare i SoC anche in USA ed Europa e non doversi necessariamente rivolgersi solo a Taiwan, viste anche le turbolenze con la Cina; per quanto riguarda il nostro continente, se tutto va bene in Germania (a Magdeburgo) sorgerà la prima fabbrica Intel 20A a 2 nm, mentre il piano per l’Italia sembra tramontato. Tuttavia, non dimentichiamoci che proprio Qualcomm è in prima linea nello scontro con ARM e la sua volontà di aumentare i prezzi dei chip.

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