È una storia tormentata, quella fra Qualcomm, TSMC e Samsung. Da un lato abbiamo un chipmaker fabless e che quindi deve necessariamente affidarsi a chi ha le fabbriche per stampare i propri chip. Dall’altro abbiamo due chipmaker fab, TSMC e Samsung, che da anni si contendono il mercato dei System-on-a-Chip. Un mercato a dir poco complesso nelle sue diramazioni, come dimostra le conseguenze che la crisi dei semiconduttori ha avuto sull’economia. Nonostante gli sforzi di Samsung Foundry e i suoi 13 impianti di stampa, TSMC si è costruita un impero fatto di 36 impianti ma soprattutto anni e anni di esperienza nella stampa dei chip mobile.
Se si guarda alla fascia alta del catalogo Qualcomm, bisogna risalire al 2013 e alla serie Snapdragon 800/801/805, usciti dalle fabbriche TSMC con l’allora processo produttivo a 28 nm. La collaborazione andò avanti fino al 2015, quando uscirono sul mercato Snapdragon 808 ma soprattutto lo sfortunato Snapdragon 810, che tanto fece dannare i produttori Android per i suoi problemi di surriscaldamento. Fu così che, in occasione del MWC 2015, Qualcomm annunciò la collaborazione con Samsung, che produsse i successivi Snapdragon 820 e 821. La compagnia sud coreana era riuscita a costruirsi una serie Exynos apprezzata dai consumatori, come l’Exynos 4210 Dual, montato a bordo di Samsung Galaxy S2 e Galaxy Note (e Meizu MX!).
Qualcomm si allontana da Samsung, TSMC lavorerà ai prossimi SoC, da Snapdragon 8 Gen 2 in poi
La collaborazione fra Qualcomm e Samsung andò avanti negli anni successivi, con Snapdragon 835 e 845, ma nel 2019 ci fu il ritorno di TSMC per Snapdragon 855/855+ e 860, 865/865+ e 870. Dopo il flop di Snap 870 nel 2015, il chipmaker taiwanese faceva la sua fortuna alleandosi con Apple e stampandole i SoC che hanno reso celebri i suoi iPhone, da Apple A8 fino al più recente A15 Bionic. Tuttavia, proprio per questo, TSMC si ritrova presto con le fabbriche oberate di lavoro per soddisfare i grandi volumi richiesti da Cupertino, fra smartphone, tablet e computer.
Il 2020 segna così il ritorno alle fabbriche Samsung, non tanto per una questione qualitativa ma quantitativa. TSMC non è in grado di stampare tutti i SoC di cui Qualcomm ha bisogno, pertanto è necessario diversificare quanto possibile. Debuttano così Snapdragon 888/888+ prima e Snapdragon 8 Gen 1, un trittico di SoC non particolarmente fortunati in termini di efficienza energetica. Al punto che produttori come Xiaomi, OnePlus e la stessa Samsung si ritrovano costretti a castrare i propri smartphone per non incorrere in problemi di surriscaldamento.
Samsung arriva a scusarsi pubblicamente dei problemi delle sue fabbriche, la cui efficienza non si rivela all’altezza delle aspettative. Nel frattempo, Qualcomm deve correre ai ripari e lo fa con uno Snapdragon 8+ Gen 1 che torna a essere nuovamente stampato dalle fabbriche di TSMC. E non ci vuole molto prima che i test preliminari evidenzino miglioramenti in termini di consumi e temperature, forte di un processo produttivo sempre a 4 nm ma più efficiente.
Come ogni anno, verso la fine del 2022 assisteremo alla presentazione dello Snapdragon 8 Gen 2, del quale si vocifera l’utilizzo di una CPU mai vista prima. E se ve lo steste chiedendo, sarà nuovamente TSMC a fabbricarlo, come indica il report stilato dal noto analista Ming-Chi Kuo, che afferma come Qualcomm avrebbe pianificato di affidarsi esclusivamente agli impianti di Taiwan per il biennio 2023/2024.
Un’indiscrezione che si incastra perfettamente con i rumors che vedrebbero Samsung voler rivoluzionare una divisione Exynos in palese difficoltà. Per capirci, sembrerebbe che la produzione dello Snapdragon 8 Gen 1 avesse un tasso di successo di solo il 35%: di 100 SoC prodotti, 65 veniva scartati. Nel mentre, si vocifera che lo Snapdragon 8 Gen 2 sarà più efficiente che mai, superando del +15% l’attuale Snap 8+ Gen 1.
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