Neanche il tempo di debuttare che Google Pixel 6a è finito subito in un teardown. Infatti, il nuovo top-mid range del colosso americano è stato smontato per capirne i segreti interni e testare come si comporta in merito a riparabilità, che sembra essere buona.
Google Pixel 6a: il report del primo teardown non presenta criticità interne
Cosa ci porta dunque il disassemblaggio dello smartphone di Google? Come si può vedere nel video, aldilà di un non eccelso confezionamento ma questo dipende da modello a modello. Si parte quindi dal display, che ci presenta subito un sensore di impronte attaccato al pannello, come succede spesso con telefoni con display AMOLED. In seguito, troviamo una piastra in grafite, che serve al Pixel 6a per dissipare le temperature durante l’utilizzo.
Passando oltre, troviamo poi una batteria facile da rimuovere, sicuramente più semplice rispetto agli altri Pixel precedenti. La criticità vera potrebbe essere rappresentata dalla porta Type-C saldata sulla scheda principale in cui risiede anche la scheda madre, rendendo quindi di poco più complessa la riparazione. Chicca che per gli smartphone della sua fascia di prezzo non è scontata, vedi Xiaomi, è la presenza di un vero sensore di prossimità.
Ma alla fine della fiera, è facile riparare Google Pixel 6a? L’esperto PBK, noto YouTuber di teardown, ci presenta un totale di riparabilità pari a 7 su 10. Non è certamente eccelso, ma comunque ci sembra un voto molto onesto per uno smartphone di fascia media. Intanto, se vi piace e vorreste acquistarlo, vi lasciamo la nostra guida su dove comprarlo ad un buon prezzo.
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