Che OnePlus e OPPO fossero legati non lo scopriamo certo oggi: basti vedere quanti smartphone del passato di OnePlus fossero strettamente collegati ad alcuni modelli OPPO. Un legame che si è consolidato con la fusione di OxygenOS e ColorOS: per quanto il tanto discusso Unified OS sembri saltato, le UI delle due aziende sono sempre più sovrapponibili. Ma se questi finora sono stati visti come svantaggi ai danni di OnePlus, quali sarebbero i vantaggi? A parlarne è Li Jie, presidente della divisione cinese, che in un’intervista con i media della nazione ha parlato forte e chiaro: basta una notte per avere oltre 10.000 negozi in tutta la Cina.
Grazie alla fusione di cui sopra, OnePlus potrebbe sfruttare questa connessione per portare il proprio catalogo all’interno dei negozi OPPO. Nel giro di una sola notte, OnePlus potrebbe espandersi in 2.800 negozi fisici, 4.000 distretti commerciali e oltre 5.000 punti Experience in tutta la Cina. Un traguardo ragguardevole, se si pensa che una qualsiasi aziende impiegherebbe svariati anni per avere così tanti punti vendita.
“Il negozio di OPPO è già pronto, è stato pagato l’affitto ed è stato pagato lo stipendio base dell’esperto consulente. Basta trovare un’area da affidare a OnePlus, metterci i prodotti e se questi generano vendite o servizi, si avrà una commissione. Questo è il vantaggio dell’integrazione, e il costo offline è molto basso” fa presente il presidente Li Jie. Inoltre, OnePlus fa presente come l’esperienza dal vivo sia fondamentale per apprezzare i dettagli che la compagnia è solita riversare nei suoi prodotti.
Fino a oggi, la presenza offline di OnePlus è altamente ristretta. Se si esclude l’eccentrico Flagship Store indiano e qualche centinaio di negozi in Asia, OnePlus è assente nel resto del mondo.
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