Da quando si è staccata da Huawei, Honor si sta facendo strada sul mercato degli smartphone, dopo essere stata bloccata dal ban del governo statunitense. Da allora, il brand è progressivamente salito nelle preferenze dei consumatori, come dimostra l’esserci conquistata il 2° posto in Cina ai danni di OPPO, vivo e Xiaomi. Sia la serie Honor 50 che quella Magic 4 hanno ottenuto vendite milionarie, nonché risultati ambiziosi come quello del miglior camera phone secondo DxOMark. In tutto ciò, il CEO di Honor ha preso la palla al balzo per rimarcare questa posizione di rilievo, specialmente contro i nuovi nomi del settore, uno su tutti: Nothing.
Era l’inizio del 2021 quando Carl Pei usciva dal silenzio dopo la dipartita da OnePlus, annunciando la sua nuova avventura marchiata Nothing. Dopo essersi presentata al mondo con un prodotto audio come le Nothing Ear (1), negli scorsi mesi si è iniziato a parlare del primo smartphone, Nothing Phone (1). Da allora, la macchina dell’hype è partita, con foto leak in rete, teaser, rumors, e prontamente è arrivato l’annuncio: lo smartphone si farà.
Honor si schiera contro Nothing: quando l’hype può essere dannoso
Nelle scorse settimane Nothing ha tenuto un keynote digitale le cui dinamiche non sono andate giù a molti. Da buon hype machine qual è Carl Pei, all’evento non si è visto molto di questo Nothing Phone (1), limitandosi a parlare del software e di come l’interfaccia Nothing OS sarà leggera e dallo stile minimalista. Dello smartphone è stata mostrata soltanto un’immagine criptica, solleticando la creatività di chi in rete ha realizzato un render di come potrebbe apparire il telefono. Per non parlare del teaser dell’1 aprile, con tanto di slogan “(1) more thing” a scimmiottare volutamente Apple e il voler rimarcare come Nothing Phone (1) “non sarà come tutti gli altri“.
E fra coloro a cui questa dinamica non è andata giù c’è anche il CEO di Honor, George Zhao, che ha parlato apertamente della vicenda in una recente intervista. Parlando del successo riscosso da Honor, ha specificato che il 60% degli utenti Honor sono passati da dispositivi Huawei o Apple. In tal senso, ha fatto presente come tanti produttori cinesi cerchino di porsi sul mercato come l’alternativa ad Apple, seppur con scarsi risultati. Uno di questi è ovviamente Nothing, che nella sua campagna promozionale si è più volte affiancata al nome di Apple, rimarcando la volontà di creare un ecosistema che sia all’altezza di quello di Cupertino.
Non solo: durante l’intervista, George Zhao ha ribadito che Honor non ama alzare l’hype suoi smartphone, una tecnica che rischia di lasciare l’amaro in bocca all’utente finale, preferendo che sia lui a dare un giudizio sui prodotti. C’è chi vede queste affermazioni come frecciatine neanche troppo velate nei confronti di Nothing, anche perché sempre di recente la compagnia di George Zhao si è schierata anche contro i produttori di auto che vogliono fare smartphone.
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