Fatto sta che il primo al mondo a montare lo Snapdragon 8 Gen 1 è proprio il succitato Moto Edge X30. Per la prima volta in tanti anni, Motorola è andata all-in bruciando la concorrenza, portando sul mercato la prima scelta per chi volesse saggiare il nuovo SoC Qualcomm. Il flagship dovrebbe arrivare anche da noi sotto forma di Moto Edge 30 Ultra, anche se non c’è ancora una data e presumibilmente dovremo attendere un po’. Al contrario, in Cina è attualmente in vendita e c’è chi ha già avuto modo di metterci le mani sopra. C’era una certa curiosità di mettere lo Snapdragon 8 Gen 1 a confronto con i chip di scorsa generazione, e non soltanto sotto il profilo prestazionale.
Come prevedibile, i benchmark rimarcano l’avanzamento tecnico dello Snapdragon 8 Gen 1, non tanto nella CPU (comunque un po’ più potente) quanto nella potenza grafica della GPU Adreno. Lo si nota soprattutto nei test in gaming con titoli come Geshin Impact e PUBG, dove si nota come il SoC Qualcomm sia più stabile nel frame rate rispetto a Snapdragon 888+ e Kirin 9000. Tutta questa potenza in più, però, si traduce in consumi maggiori.
- Test 1
- Snapdragon 8 Gen 1
- FPS medi: 89,8
- Variazione FPS: 0,5
- Calo di FPS: 0%
- Potenza consumata: 774 mAh
- Snapdragon 888+
- FPS medi: 88,8
- Variazione FPS: 7,8
- Calo di FPS: 2,4%
- Potenza consumata: 311 mAh
- Kirin 9000
- FPS medi: 89,4
- Variazione FPS: 2,5
- Calo di FPS: 9,8%
- Potenza consumata: 673 mAh
- Test 2
- Snapdragon 8 Gen 1
- FPS medi: 59,4
- Variazione FPS: 18,8
- Calo di FPS: 77%
- Potenza consumata: 1.313 mAh
- Snapdragon 888+
- FPS medi: 39,8
- Variazione FPS: 22,3
- Calo di FPS: 21,9%
- Potenza consumata: 466 mAh
- Kirin 9000
- FPS medi: 41
- Variazione FPS: 121
- Calo di FPS: 77,4%
- Potenza consumata: 1.015 mAh
- Test 3
- Snapdragon 8 Gen 1
- FPS medi: 58,1
- Variazione FPS: 6,9
- Calo di FPS: 24,8%
- Potenza consumata: 1.082 mAh
- Snapdragon 888+
- FPS medi: 48
- Variazione FPS: 92,4
- Calo di FPS: 71,8%
- Potenza consumata: 441 mAh
- Kirin 9000
- FPS medi: 57,8
- Variazione FPS: 20,2
- Calo di FPS: 62,9%
- Potenza consumata: 977 mAh
I chipset di scorsa generazione a 5 nm come Snapdragon 888 e 888+ sono stati criticati per una gestione delle temperature non ottimale. Vi ricorderete il caso di OnePlus, accusata di castrare la serie 9 per evitare il thermal throttling. E visto che lo Snapdragon 8 Gen 1 rappresenta il passaggio ai 4 nm, solitamente questo avanzamento nel processo produttivo può coincidere con una migliore efficienza, cioè l’equilibrio fra potenza espressa, temperature e consumi.
Qualcomm non sarebbe realmente soddisfatta dello Snapdragon 8 Gen 1
Ma a quanto pare così non è, almeno con Moto Edge X30: come evidenziano benchmark e test specifici, lo smartphone tende a scaldare di più, soprattutto dello Snapdragon 888+. Resta da capire se si tratti di un caso isolato che riguarda soltanto il top di gamma di Motorola, ma ci sono altri indizi che suggerirebbe che sia qualcosa di meno circoscritto. Come riportano fonti dalla Sud Corea, Qualcomm non sarebbe pienamente soddisfatta dei risultati raggiunti con lo Snapdragon 8 Gen 1. E la colpa sarebbe di Samsung, che ricordiamo è il produttore che stampa fisicamente i nuovi SoC a 4 nm di Qualcomm.
Come vi ho spiegato in questo articolo, c’è una grossa differenza fra chipmaker fab e fabless. Qualcomm è un’azienda fabless e questo significa che non ha le fabbriche necessarie per stampare i semiconduttori che ingegnerizza. In ambito smartphone, sono praticamente soltanto due le realtà a cui affidarsi: TSMC e Samsung. Negli anni, il colosso taiwanese ha dimostrato di avere tecnologie migliori e più stabili rispetto alla concorrente sud coreana. Tuttavia, TSMC è un partner molto stretto di Apple: ciò significa che quando arriva un nuovo processo produttivo è Cupertino ad avere una sorta di esclusiva temporale. I primissimi iPhone erano mossi da chip Samsung, ma quando quest’ultima entrò nel mercato smartphone Apple decise di spostare la produzione dei propri chip alla più neutrale TSMC. Per esempio, i primi chip a 7 nm di TSMC sono arrivati a settembre 2018 con iPhone XS e Apple A12, mentre i primi smartphone con SoC Qualcomm a 7 nm sono arrivati nella prima metà del 2019. Pensate, l’intera produzione a 5 nm di TSMC è stata praticamente data in esclusiva ad Apple a partire da settembre 2020, con iPhone 12 e Apple A14, ma anche M1, M1 Pro e M1 Max per la linea Mac.
Negli anni, quindi, Qualcomm ha deciso di spostare parte della propria produzione a Samsung. Dopo il flop del “caliente” Snapdragon 810 fabbricato da TSMC, nel 2016 Snapdragon 820 e 821 vennero prodotti da Samsung. E lo stesso possiamo dire per modelli successivi come Snapdragon 835, 845, 888, 888+ e l’ultimo 8 Gen 1. Una scelta strategia anche sotto il profilo geopolitico: visto che la Cina vuole mettere le mani su Taiwan (e TSMC), per gli USA affiancare l’americana Qualcomm all’alleata Sud Corea è un modo per pararsi le spalle qualora qualcosa andasse male a Taiwan. Qualcomm ha comunque continuato a lavorare anche con TSMC, come dimostrano gli apprezzati Snapdragon 855, 855+, 860, 865, 865+ e 870.
iPhone 6S e chipgate: la storia si ripeterà?
Fatto sta che Qualcomm non sarebbe soddisfatta della produzione di Samsung dello Snapdragon 8 Gen 1: non soltanto per le temperature, che rischiano nuovamente di farla sfigurare con la concorrenza (con MediaTek che se la ride), ma anche per questioni di quantità. Samsung non sarebbe in grado di soddisfare le richieste di chip che Qualcomm vorrebbe stampare dello Snap 8 Gen 1. Sempre secondo queste fonti, Qualcomm avrebbe così deciso di affidare parte della produzione a TSMC. Una scelta comprensibile ma che potrebbe avere conseguenze negative in termini di uniformità. Se Qualcomm decidesse veramente di splittare la produzione fra TSMC e Samsung, ciò potrebbe significare che in circolazione potremmo trovare smartphone sì con lo Snapdragon 8 Gen 1, ma prodotto da fabbriche diverse.
Per capire meglio la situazione, dobbiamo tornare indietro al 2015 e al lancio di iPhone 6s, uno smartphone non particolarmente fortunato e che venne caratterizzato dal cosiddetto chipgate. Per la produzione dell’allora chip Apple A9, Cupertino decise di affidarne la produzione sia a TSMC che a Samsung. Il problema è che i due chip non erano affatto identici: quello di TSMC era a 16 nm, mentre quello di Samsung a 14 nm. Nonostante il secondo potesse sembrare più avanzato, restituiva risultati peggiori sia in termini di prestazioni che soprattutto di autonomia, rimarcando la migliore efficienza della controparte TSMC.
Mettiamoci il fatto che l’acquirente non avesse modo di sapere se stesse comprando un iPhone 6s con chip TSMC o Samsung e la frittata fu fatta. E vista la succitata notizia di Qualcomm che avrebbe deciso di fare sostanzialmente la stessa cosa, potrebbe esserci il rischio che accada lo stesso con lo Snapdragon 8 Gen 1. Non resta che attendere le prossime iterazioni di top di gamma con questo chip per capirne di più.
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