Non accenna a concludersi le buone notizie per Xiaomi, con l’azienda di Lei Jun che fra 2020 e 2021 ha rapidamente scalato le classifiche dei produttori mondiali. Per la prima volta nella sua storia decennale, la creatura di Lei Jun e soci ha conquistato il primo posto nel ranking delle vendite nel mondo. Un successo che passa dalla crescita in varie aree geografiche, in particolare in Europa, dove la dipartita di Huawei ha lasciato spazio alle rivali storiche. Ma mentre Samsung ed Apple non sembrano riuscite a capitalizzare questo retrofront, le aziende cinesi stanno rapidamente avanzando. Se si guarda al nostro continente, Xiaomi è attualmente il secondo produttore, posizione di rilievo raggiunta grazie anche alle vendite in Italia.
Xiaomi, OPPO e Realme conquistano la classifica delle vendite in Italia
Così come su scala globale, il secondo trimestre del 2021 ha segnato per la prima volta per Xiaomi la salita in prima posizione in Italia. Un risultato ragguardevole, se si considera che già tornando al primo trimestre Xiaomi era diverse quote di mercato dietro a Samsung. I dati di Canalys relativi al Q2 2021, invece, ci mostrano una Xiaomi al primo posto con il 35% del nostro mercato ed una crescita del +88%. Scende così in seconda posizione la diretta rivale Samsung, che soffre un pesante -41% che la mette quindi al 22% del mercato.
L’altra crescita degna di nota riguarda due aziende a stretto, anzi, strettissimo contatto: OPPO e Realme. Le due aziende sono rispettivamente al 12% e al 5% dello share di smartphone in Italia, con crescite importanti del +246% e +1723%. Ovviamente i numeri di crescita sono così alti perché parliamo di due aziende che fino a qualche mese fa non operavano ufficialmente qua da noi. Ma è innegabile che il trend di mercato stia premiando i produttori cinesi, come dimostra il -58% che porta Apple in quarta posizione. Per pura curiosità, guardate i risultati di mercato di Canalys relativi al Q1 2020, per capire quanto sia cambiato il mercato con l'”addio” di Huawei. E c’è chi in Europa inizia a preoccuparsi che l’avanzata degli smartphone cinesi possa rappresentare un rischio per la sicurezza.