Ogni nuova annata ha i suoi trend per gli smartphone ed uno che vedremo nel 2021 sarà quello dei display LTPO. Le novità non riguarderanno soltanto fotocamere sempre più risolute e vetri muta-colore, ma anche gli schermi. Se ne parla già da qualche mese, ma con l’avvento dei top di gamma di nuova generazione Xiaomi, OnePlus ed OPPO se n’è iniziato a parlare con più insistenza. Come avrete intuito, si tratta di una nuova tecnologia che riguarda il mondo della produzione dei display, in particolar modo di quelli per smartphone. Ma come funziona nel dettaglio?
Quando si parla di schermi per smartphone, siamo abituati ad una divisione bipolare: LCD e OLED. Queste sono le due macro-categorie, in cui poi ricadono le varie denominazioni: IPS, AMOLED, Super AMOLED e così via. Tralasciando queste sigle, è sotto gli occhi di tutti che la tecnologia OLED sia sempre più imperante nel mondo della telefonia. I motivi sono sostanzialmente due: la qualità visiva ma soprattutto i consumi energetici. Per quanto un ottimo LCD possa non essere così inferiore qualitativamente ad un OLED, lo stesso non si può dire per l’impatto sulla batteria. Uno schermo OLED può riprodurre un nero assoluto in virtù della possibilità di spegnere i suoi pixel organici, con buona pace dell’autonomia.
Ecco come funziona la tecnologia LTPO e quali sono i vantaggi per i display
Fatta questa premessa, concentriamoci quindi sul mondo OLED e su come cambierà in meglio grazie all’avvento della tecnologia dei display LTPO. Questo acronimo sta ad indicare la sigla Low-Temperature Polycrystalline Oxid, sostanzialmente una nuova declinazione della già nota LTPS, dove la “S” sta per “Silicon“. Molti degli schermi sul mercato si basano sulla tecnologia LTPS, un semi-conduttore che ha permesso l’evoluzione degli schermi OLED. La sua implementazione ha fatto sì che i pannelli TFT (Thin Film Transistor) che li compongono potessero ricevere la giusta quantità di corrente elettrica ma rimanendo comunque compatti e sottili.
Tuttavia, questa tecnica si è scontrata con l’argomento “refresh rate” che sta prendendo il sopravvento nel mercato degli smartphone. Per far sì che uno schermo LTPS possa avere un refresh rate elevato è necessario aumentare la velocità di carica del condensatore posto dentro alla componente TFT. Così facendo, però, il materiale LTPS ha bisogno di essere costantemente caricato per evitare che possa essere soggetto a perdite di potenziale. La conseguenza è che gli schermi LTPS OLED non sono in grado di girare a bassa frequenza.
Qual è il problema, quindi? Finora si è parlato molto di smartphone a 90, 120, 144 Hz e così via, ma bisogna stare molto attenti ai consumi energetici. Avere un display costantemente a 144 Hz significa una batteria che durerà molto meno rispetto al solito, dato che il display richiede un maggior carico di alimentazione. Finora abbiamo visto sistemi “ibridi”, in cui il software permette una regolazione automatico o manuale che oscilla fra 60 e 90/120/144 Hz. Ma questi gradini non sono sufficienti per avere una regolazione ottimale per risparmiare batteria. Senza contare che è molto difficile ottenere uno schermo LTPS OLED che abbia sia un refresh rate che una risoluzione elevati.
Quali sono i vantaggi della tecnologia LTPO?
Ed è qui che intervengono i display LTPO, praticamente una commistione delle tecnologie finora presenti. In questo tipo di schermi, i circuiti di switch sono ereditati dagli LTPS, mentre la componente TFT da quelli IGZO (Indium Gallium Zinc Oxyde). Questa nuova struttura permette allo schermo di sfruttare i benefici delle due tecnologie. Quella IGZO ha una miglior mobilità degli elettroni, a beneficio della miniaturizzazione degli schermi ma senza andare a discapito della risoluzione o della diagonale.
Inoltre, ha un miglior bilanciamento energetico: secondo gli studi di settore, un display LTPO può risparmiare fra il 5% ed il 15% di batteria rispetto ad un tradizionale LTPS. Una commistione che va incontro proprio al succitato concetto di refresh rate elevato, ma migliorandolo. Con l’avvento di questi schermi, infatti, si inizia a parlare di refresh rate variabile, un elemento indispensabile per non intaccare troppo i consumi. Anziché variare unicamente fra 60, 90 e 120 Hz, un display di questo tipo può spaziare, per esempio, da 10 a 120 Hz. Questo switch di frequenza avviene in automatico, con il sistema che si regola in base a cosa stiamo visualizzando sullo schermo.
Cosa significa LTPO 2.0?
Da qualche tempo, si è iniziato a parlare anche di schermi con tecnologia LTPO 2.0. Pur trattandosi di una denominazione perlopiù commerciale, contraddistingue i pannelli LTPO di ultima generazione. Oltre a mantenere le stesse caratteristiche succitate, viene aggiunta la capacità di scendere fino a 1 Hz in quelle schermate laddove non è richiesta una frequenza di aggiornamento superiore. Potete vederne un esempio nella seguente clip:
Quali smartphone hanno un display LTPO?
Come potrete immaginare, i display LTPO sono più costosi e difficili da produrre, pertanto la loro diffusione nel 2021 sarà limitata. Ma sono già diversi i modelli che ne possono vantare uno e sono i seguenti:
- Apple
- iPhone 13 Pro, iPhone 13 Pro Max
- Google
- Google Pixel 6 Pro
- Leica
- Leitz Phone 1
- OnePlus
- OnePlus 10 Pro, 9 Pro
- OPPO
- OPPO Find X3, Find X3 Pro
- OPPO Find N
- Realme
- Realme GT 2 Pro
- Samsung
- Samsung Galaxy S21 Ultra
- Samsung Galaxy Note 20 Ultra
- Samsung Galaxy Z Fold 3, Z Fold 2, Z Flip 3
- Sharp
- Sharp Aquos R6
- vivo
- vivo X70 Pro+
- iQOO 9 Pro, 8 Pro
- Xiaomi
- Xiaomi 12 Pro