Gli USA accusano TCL: “Le loro smart TV ci spiano”

tcl smart tv

L’aspra diatriba che vede contrapposte USA vs Cina sembra non voler aver fine e questa volta fra l’incudine e il martello c’è finita TCL. Per quanto non sia un nome sulla bocca di molti, è uno dei produttori di elettronica più grandi al mondo, nonché uno dei tre blasoni principali quando si parla di smart TV (dopo Samsung ed LG). Non è la prima volta che le autorità statunitensi alzano l’allerta contro le possibili attività di spionaggio compiute tramite le TV moderne che popolano la ormai quasi totalità dei nostri salotti. Nel 2019 il Washington Post pubblicò un’inchiesta in cui si evidenziava come le TV di molti produttori (TCL compresa) siano in grado di inviare alle case manifatturiere dati relativi ai contenuti guardati dagli utenti.

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TCL risponde alle accuse degli USA di spionaggio tramite smart TV

Ma l’accusa rivolta dal Dipartimento per la Sicurezza Interna degli USA contro TCL è ben specifica. Stando alle dichiarazioni dell’ente americano, la compagnia asiatica installerebbe software backdoor sulle smart TV vendute sul suolo statunitense. Non è tardata la smentita netta da parte di TCL, affermando di non essere stata in alcun modo informata dal governo USA su queste indagini. Ha specificato che sulle smart TV vendute negli Stati Uniti sono preinstallati esclusivamente i sistemi operativi sviluppati da Google e Roku. Inoltre, ha ribadito che tutte le proprie azioni sono in linea con le regole del settore, nonché le politiche tecnologiche, le leggi locali e gli standard di sicurezza richiesti.

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Credits: TCL Weibo

Complice anche una pandemia che ci ha costretti in casa, le vendite di smart TV sono aumentate durante la seconda metà del 2020. Per la legge di domanda e offerta, i pannelli per smart TV (e non solo) stanno aumentando di prezzo. Solo nel Q3 2020, TCL ha venduto qualcosa come 7,24 milioni di smart TV, con una crescita del +24,7% rispetto al Q2 2020 e del +49,7% rispetto al Q3 2019. Risultati più che positivi per il colosso cinese, che per la prima volta ha venduto più modelli in USA che in Cina.

E sono forse questi risultati commerciali di spicco che potrebbero aver fatto insospettire gli USA, un po’ come accaduto per Huawei. Fra l’altro, di recente anche il celebre produttore di droni DJI è finito nella famigerata Entity List.

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