In più di un’occasione abbiamo parlato di Xiaomi, di MIUI e delle differenze che intercorrono fra le sue varie versioni. Nel corso della sua storia, l’azienda si è trovata a dover riproporre la sua UI in più edizioni. Inizialmente nata come semplice custom ROM alternativa ad Android, ha poi assunto un maggiore peso sugli smartphone Xiaomi, diventandone un elemento preponderante e di spicco. In tutto ciò, l’espansione al di fuori della Cina ha significato la creazione di altre versioni pensate per il pubblico occidentale. Ma vediamo di capire meglio come interpretare tutte le sigle in cui siamo soliti imbatterci.
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Xiaomi e le sue MIUI: cosa cambia fra le varie versioni del software?
Indice
Alpha/Nightly
La genesi, anche delle differenze, della MIUI parte dalla prima fase, definita Alpha o Nightly, che dir si voglia. Si tratta della versione iniziale della ROM, di conseguenza è un software instabile, di solito con molti bug e non indicato per il pubblico. Anche perché è un firmware pensato con gli sviluppatori in mente, consentendo loro di testarlo in anticipo ed adeguarsi di conseguenza. Di solito vengono rilasciate con cadenza giornaliera, ma non sono accessibili pubblicamente (per ovvie ragioni).
Beta
Una volta che un firmware ha completato il suo decorso sotto forma di Alpha, può avere inizio la sua fase Beta. Probabilmente è qua che si crea la maggior confusione per noi utenti europei, dato che c’è una differenza fra Beta cinese ed occidentale. Questo perché il programma Global Beta è stato ufficialmente interrotto. Per quanto ci siano rumors sul suo ritorno, gli utenti occidentali non possono più usufruirne. Di tanto in tanto, però, l’azienda avvia dei programmi simili, chiamati Mi Pilot, con cui è possibile testare determinati firmware sui modelli venduti dalle nostre parti.
Va sicuramente meglio agli utenti cinesi, i quali possono testare le novità della MIUI in anticipo grazie alla fase Closed Beta. Pur trattandosi di ROM cinesi e tecnicamente limitate ad una ristretta cerchia di utenti, è comunque possibile installarle senza grossi problemi. Tuttavia, la procedura di installazione prevede lo sblocco del bootloader e l’installazione della custom recovery TWRP, necessaria per flashare ROM non rilevate come ufficiali. In ogni caso, nel nostro articolo dedicato trovate tutte le ultime Beta disponibili con relativo link.
Stable Beta
Una volta che la ROM MIUI è quasi pronta, si passa alla penultima fase, quella che viene definita Stable Beta. Anche in questo caso si crea confusione, a partire dal nome che combina due elementi che dovrebbero essere contrapposti. Xiaomi ha scelto questa denominazione perché si tratta a tutti gli effetti di ROM stabili, quindi teoricamente definitive, ma di cui non è ancora sicura al 100% al punto da poterle pubblicare. Di conseguenza, le ROM Stable Beta vengono inviate via aggiornamento OTA (Over-The-Air) ad una ristretta cerchia di utenti selezionati randomicamente. Una volta che Xiaomi constata che non ci sono feedback particolarmente negativi, passa alla fase successiva.
Stable
Eccoci arrivare così alla fase della MIUI Stable, o Stabile, ovvero la ROM definitiva che viene resa pubblica ed inviata a tutti i possessori del relativo smartphone Xiaomi. Tuttavia, anche in questo caso vanno specificate delle differenze.
China
Sì, perché fra le MIUI ci sono differenze regionali che possono rivelarsi anche abbastanza marcate. Tutto parte dalla nascita del modello di smartphone: quasi tutti vengono creati con la Cina come mercato di riferimento principale, per poi essere portati in altre regioni, come India e Europa. In questi casi, prima di tutte c’è la MIUI China, ovvero la ROM dedicata alla platea in madrepatria. Non ha i servizi di Google (data la sua assenza in Cina), ha molte app che funzionano solo in Cina (specialmente quelle multimediali) e, a parte quelle orientali, ha solo la lingua inglese per noi occidentali.
Global
Nel 99% dei casi, uno smartphone con MIUI China ha anche una controparte MIUI Global. Da quando Xiaomi opera anche fuori dalla Cina, soprattutto in India, ha dovuto per forza di cose creare una ROM pensata anche per coloro che non abitano in Cina. Questo significa innanzitutto la presenza dei servizi Google, ma anche del supporto a più lingue e l’assenza delle app inutilizzabili fuori dalla Cina. D’altro canto, molto spesso le MIUI Global si aggiornano dopo quelle China, che hanno sostanzialmente la priorità, e possono avere alcune features in meno.
EEA
La MIUI EEA nasce con l’avvento di Xiaomi in Europa ed è sostanzialmente molto simile a quella Global, a volte proprio uguale. Una differenza, adesso non più esistente, è che la EEA non ha una fase Beta, ma ad oggi non ce l’ha più nemmeno quella Global. Inoltre, nelle ROM EEA tende ad esserci meno pubblicità rispetto alle ROM Global.
Xiaomi.eu
Concludiamo con una ROM che non è ufficiale, ma che è comunque molto utilizzata ed utile per noi utenti europei e non. Il progetto si chiama Xiaomi.eu e consiste nella riproposizione delle ROM China sotto forma di ROM europee, quindi riadattate per funzionare correttamente sui nostri dispositivi. Sono disponibili sia le ROM China Stable che quelle Beta, potendo così saggiare in anticipo le novità che soltanto dopo verrebbero inserite nelle release pubbliche ufficiali.
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