Sin da subito Xiaomi Mi 10 Ultra ha fatto capire di che pasta sia fatto, con un punteggio DxOMark che ha spiazzato tutti i competitors. Sono ormai lontani i tempi in cui Xiaomi non poteva ambire al gotha dei camera phone, quando era perlopiù Samsung, Apple, LG e Sony a comandare. Nel giro di pochi anni i produttori cinesi hanno fatto un deciso passo in avanti: non a caso la top 10 di DxOMark è capitanata dai vari Xiaomi, Huawei, Honor, OPPO e OnePlus.
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Ecco come ha fatto Xiaomi Mi 10 Ultra ad essere premiato da DxOMark
Premettiamo: il punteggio di DxOMark non è tutto e non significa che Xiaomi Mi 10 Ultra sia il migliore in senso assoluto. Ma, come per i benchmark Antutu e GeekBench, è una piattaforma utile ad avere un confronto quanto meno paritario fra i modelli coinvolti. Detto questo, come ha fatto l’ultimo top di gamma Xiaomi a conquistare il primo posto nell’ambita graduatoria fotografica? Ad esporsi in merito è stato Hou Weiqi, esperto di ottiche fotografiche di Xiaomi, parlandoci più nel dettaglio delle caratteristiche di Mi 10 Ultra.
La prima cosa da fare notare è che le specifiche desiderate hanno reso più difficoltosa del previsto la configurazione strutturale della fotocamera di Xiaomi Mi 10 Ultra. Più obiettivi ma soprattutto più lenti sono presenti più diventa difficile produrle in massa ed assemblarle. Per esempio, il grandangolare utilizza un design con lenti 7P, sistema efficace per correggere distorsione e vignettatura ai bordi, nonché migliorarne il dettaglio.
Prendiamo in esame il Sony IMX586, ovvero il sensore utilizzato da Xiaomi per il teleobiettivo che permette di avere l’incredibile zoom 120x (avete visto i sample?). Trattandosi di uno zoom periscopiale, il suo spessore è più pronunciato e quindi Xiaomi ha ben pensato di tagliare via le zone non utilizzate delle lenti per compensare. Tuttavia, questa decisione ha implicato lo sviluppo di una nuova tecnologia di calibrazione attiva dell’asse delle ottiche per non inficiarne le prestazioni.
A lavorare al comparto fotografico di Xiaomi Mi 10 Ultra ha partecipato anche l’esperto di sensori Atsushi Kobayashi. È suo il merito di aver introdotto per la prima volta la tecnologia Dual Native ISO Fusing. Questa feature consiste nello scatto simultaneo di due immagini con alta e bassa esposizione ISO, poi unite per ottenere una gamma dinamica più ampia e migliorare la gestione del rumore. Trattandosi di una tecnologia interna al sensore, foto e video HDR hanno una migliore resa e senza andare a discapito delle prestazioni.
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