Confronto OnePlus 7 Pro vs Xiaomi Mi 9 vs Huawei P30 Pro vs OPPO Reno 10x Zoom

Ogni anno ci troviamo di fronte ad una sfornata di top di gamma dalle caratteristiche invidiabili. In questo caso la crème della crème è rappresentata dal quartetto composto da OnePlus 7 ProXiaomi Mi 9Huawei P30 Pro ed OPPO Reno 10x Zoom. Di base è difficile trovarsi male con uno qualsiasi di questi dispositivi, ma si sa, a fare la differenza sono i dettagli. Ecco perché li ho voluti mettere a confronto, capendo quali siano pregi e difetti per ognuno di questi.

OnePlus 7 Pro vs Xiaomi Mi 9 vs Huawei P30 Pro vs OPPO Reno 10x Zoom

Unboxing

La dotazione nella confezione offre una cover protettiva su tutti, con Huawei ed OPPO che si spingono più in là, avendo dalla loro anche delle cuffie comprese. Ma pur essendo uno dei più costosi, il box di vendita di OnePlus 7 Pro pecca dell’adattatore mini-jack, “inspiegabilmente” non fornito.

Design e qualità costruttiva

  • OPPO Reno 10x Zoom: 162 x 77.2 x 9.3 mm – 215 g
  • OnePlus 7 Pro: 162.6 x 75.9 x 8.8 mm – 206 g
  • Huawei P30 Pro: 158 x 73.4 x 8.41 mm – 192 g
  • Xiaomi Mi 9: 157.5 x 74.67 x 7.61 mm – 173 g

Se state cercando un top di gamma compatto, il più tascabile dei 4 è sicuramente Xiaomi Mi 9. Non soltanto in lunghezza e larghezza, ma anche in spessore e peso. Il più massiccio è sicuramente OPPO Reno 10x Zoom, il cui peso si fa sentire in mano. È giusto, però, far notare che la fotocamera di Reno è l’unica a non sporgere dalla scocca. A tal proposito, OPPO ha anche integrato un pallino in ceramica che, oltre ad essere un bel dettaglio estetico, rialza la scocca e la protegge dall’usura.

E se si parla di estetica, la back cover di Mi 9 è probabilmente la più anonima, con OPPO che riesce maggiormente a distinguersi. Cromaticamente parlando, questa colorazione di P30 Pro è la più appariscente, con tutti i pro e i contro del caso. Al tatto, comunque, risultano tutti pregiati e di ottima fattura. Tuttavia, Huawei P30 Pro è il solo a godere della certificazione IP68 contro liquidi e polvere. Senza dimenticarci dell’Alert Slider targato OnePlus, sempre una manna dal cielo per switchare rapidamente profilo audio. Anche Mi 9 ha un bonus, ovvero il tasto AI solitamente associato a Google Assistant ma ulteriormente configurabile.

confronto huawei p30 pro vs oneplus 7 pro vs xiaomi mi 9 vs oppo reno 10x zoom

Sblocco biometrico

Come pressoché tutti i flagship moderni, su tutti e 4 troviamo un sensore ottico d’impronte sotto al display. In quanto a velocità e reattività, i migliori sotto questo profilo sono OnePlus 7 Pro e OPPO Reno 10x Zoom. Leggermente più lenti, invece, si piazzano Huawei P30 Pro e Xiaomi Mi 9 allo stesso livello. Nel caso di Huawei ed OPPO lo sblocco biometrico può essere usata anche per proteggere app e files, mentre con OnePlus soltanto le app. Il riconoscimento facciale è pressoché uguale su tutti i modelli, per quanto su OnePlus risulti leggermente più lento per via di un’animazione meno istantanea.

Una chicca software di Xiaomi e OnePlus è la possibilità di avere delle shortcuts tenendo premuto nella zona del sensore ID una volta sbloccato il display. Preferisco la versione di OnePlus, più ricca di scorciatoie e personalizzabile.

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Display

  • OnePlus 7 Pro: 6.67″ Quad HD+ (3120 x 1440 pixel) – 515 PPI
  • Xiaomi Mi 9: 6.39″ Full HD+ (2340 x 1080 pixel) – 402 PPI
  • Huawei P30 Pro: 6.47″ Full HD+ (2340 x 1080 pixel) – 399 PPI
  • OPPO Reno 10x Zoom: 6.6″ Full HD+ (2340 x 1080 pixel) – 387 PPI

La primissima cosa che si nota è che, al contrario del notch di Mi 9 e P30 Pro, sia OPPO che OnePlus hanno adottato una soluzione full screen. Questo garantisce un colpo d’occhio migliore, soprattutto per coloro che non sopportano l’intrusione della tacca in video e giochi. Lo stesso potremmo dire per la curvatura Dual Edge implementata da Huawei e OnePlus, un aspetto già più discutibile. Per quanto più appagante visivamente, questa tipologia di curvatura non scampa ai riflessi all’aperto e ad un grip inferiore.

Per avere un sensore sotto al display, significa che sui 4 telefoni c’è un pannello AMOLED. Una volta messi uno a fianco dell’altro, si nota come OPPO e Xiaomi tendano leggermente al giallo, con P30 Pro più slavato e meno saturo. Sotto questo profilo OnePlus 7 Pro è il dispositivo con il display migliore, non sfigurando a fianco dei migliori Samsung. Anche inclinandolo si nota un’ottima conservazione dei colori, senza particolari viraggi. Senza considerare, poi, la risoluzione Quad HD+ ed il refresh rate a 90 Hz (anche se configurabile anche a Full HD+ e 60 Hz). Parlando di luminosità, si superano i 600 nits su tutti i modelli, tranne su OPPO Reno 10x Zoom che si ferma ai più standard 450 nits. Inoltre, su P30 Pro il sensore automatico tende più al ribasso rispetto agli altri.

Spostiamoci sul software, adesso. In primis OnePlus 7 Pro è l’unico a non avere l’Always-on Display, funzione più personalizzabile graficamente su Mi 9. La configurazione del pannello è possibile su tutti i modelli, potendo tarare temperatura e colore, con la OxygenOS che offre più presets. Su tutti c’è la modalità Notturna che filtra le luci blu, mentre su OnePlus 7 Pro c’è anche una modalità Lettura per rendere il display in bianco e nero.

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Hardware e prestazioni

Come ripeto sempre in questi casi, le performance degli attuali top di gamma sono fondamentalmente equivalenti. Sono tutti basati sullo Snapdragon 855 di Qualcomm, esclusione fatta per Huawei P30 Pro ed il suo Kirin 980. Unico appunto va a Huawei P30 Pro, il solo a vantare il supporto NanoSD, soluzione sì proprietaria ma che, ad un costo non eccessivo, permette di espandere la memoria. Inutile dire che l’utilizzo quotidiano è godibile con qualsiasi soluzione scegliate delle 4, così come l’aspetto legato al gaming. Nonostante la GPU meno potente, PUBG gira a 40 fps ad HDR/Ultra anche su P30 Pro: la potenza inferiore della Mali-G76 si rispecchia in altri ambiti di cui parleremo a breve.

Vista anche l’esperienza con Black Shark, la MIUI vanta anche una modalità Game Turbo con features non da poco. Nulla di eclatante come quelle di ASUS ROG, ma non per questo non degne di nota. Oltre alle classiche funzioni di pulizia RAM, è possibile avviare in modalità flottante app come Facebook, WhatsApp e Browser, oltre ad avere dettagli su consumo CPU, GPU ed FPS. Anche OnePlus ha dalla sua la rinnovata Fnatic Mode, comprensiva di una modalità Non Disturbare avanzata.

Più in generale, a fare la differenza lato prestazionale sono due aspetti. Quello meno rilevante sono i tagli di memoria disponibili in Italia: si parte dai 6/64 GB di Xiaomi per passare ai più capienti 6/128 GB di HuaweiOnePlus fino agli 8/256 GB di OPPO. L’altro aspetto, più considerevole, è legato alla componente software.

Benchmark

Software

Ognuno di questi telefoni rappresenta una filosofia software differente: MIUI, EMUI, OxygenOS e ColorOS. Lato aggiornamenti la ColorOS è probabilmente la più svantaggiata, vista la minor diffusione in ambito occidentale. Se ci tenete molto ai major updates probabilmente dovrete optare per OnePlus, visto che Android 9 Pie è stato portato anche sui modelli di 3 anni fa. Anche Xiaomi è sempre molto ricettiva sugli aggiornamenti, per quanto questi riguardino principalmente la MIUI stessa. Allo stato attuale, però, le patch di sicurezza sono più aggiornate su Huawei ed OPPO (giugno 2019), mentre OnePlus si ferma a maggio e Xiaomi ad aprile.

L’ottimizzazione dell’interfaccia parte dalla home e da cosa si può raggiungere con uno swipe. Vista l’ampia diagonale degli schermi, con OxygenOS e MIUI si può aprire la tendina delle notifiche swipando verso il basso, mentre con EMUI e ColorOS si apre la meno utile ricerca. Altro aspetto cardine è la presenza del drawer swipando verso l’alto, presente unicamente su OxygenOS e ColorOS, mentre con la MIUI si apre la ricerca. Niente shortcuts, invece, sulla EMUI. Un altro elemento, meno rilevante, è la schermata che si raggiunge swipe verso destra. Mentre la EMUI c’è “soltanto” Google Now, su OnePlus, OPPO e Xiaomi si accede alla schermata dell’assistente, detta anche Shelf nella OxygenOS. Da questo punto di vista preferisco proprio quest’ultima, più funzionale e ricca di opzioni utili.

Essendo dispositivi a tutto schermo, le gestures full screen sono all’ordine del giorno. Il funzionamento è pressoché lo stesso, se non fosse che su EMUI e MIUI il tasto Back è sostituito dallo swipe laterale. Su OnePlus, invece, il tasto Back funziona con uno swipe verso la parte bassa a destra/sinistra. Le gestures più duttili sono quelle della ColorOS, configurabili in ambo i modi. Dal punto di vista della personalizzazione, la MIUI Global pecca ancora dell’impossibilità di avere una griglia 5x, così come la ColorOS ma solo per la dock. Viceversa, sulla OxygenOS non solo si può fare ciò, ma si possono anche cambiare gli icon pack e relativa dimensione delle icone. Al contempo, sulla MIUI ci sono tantissimi Temi a disposizione: ci sono anche su EMUI e ColorOS, ma molti meno.

L’altro aspetto da considerare quando si parla di interfaccia sono le funzioni aggiuntive. Visto il pannello OLED, su EMUI, MIUI e OxygenOS c’è il Tema Scuro per sfruttarlo al meglio. Se vi piace avere un’opzione di Registra Schermo, allora dovrete optare nuovamente per il trio composto da EMUI, MIUI e OxygenOS. Ma attualmente è la EMUI l’unica interfaccia a poter vantare una modalità Desktop, anche wireless. Non manca la funzione di clona app su EMUI (ma con meno app), MIUI, OxygenOS e ColorOS. Al contrario, la modalità ad 1 mano è integrata soltanto su EMUI e MIUI: una manna, viste le dimensioni maggiorate. Parlando di gestures, la più utile secondo me è il double tap to wake, assente soltanto sulla EMUI. Ognuna di queste interfacce ha un qualcosa assente sulle altre: sulla EMUI c’è la succitata modalità Desktop, sulla OxygenOS la Zen Mode per staccare dal telefono, sulla MIUI il Second Space per criptare i propri contenuti e la ColorOS una barra laterale per avviare alcune shortcuts. Infine, le traduzioni migliori le troviamo sulla EMUI, seguita dalla OxygenOS. Sulla MIUI Global si notano ancora delle mancanze, sempre in inglese, mentre la ColorOS risulta ancora troppo maccheronica in certi frangenti.

Qualità foto/video

  • OnePlus 7 Pro
    • Posteriore: 48+16+8 mpx – f/1.6-2.2-2.4 – OIS – autofocus ibrido
    • Frontale: 16 mpx – f/2
  • Xiaomi Mi 9
    • Posteriore: 48+12+16 mpx – f/1.75-2.2-2.2 – OIS – autofocus ibrido
    • Frontale: 20 mpx – f/2
  • Huawei P30 Pro
    • Posteriore: 40+20+16 mpx – sensore ToF – f/1.6-2.2-3.4 – autofocus ibrido
    • Frontale: 32 mpx – f/2
  • OPPO Reno 10x Zoom
    • Posteriore: 48+13+8 mpx – f/1.7-2.2-3.0 – autofocus PDAF
    • Frontale: 16 mpx – f/2

Come tutti i top di gamma attuali, su questi 4 telefoni troviamo una tripla fotocamera con teleobiettivo e grandangolare. L’unico a differenziarsi è Huawei P30 Pro, grazie ad un sensore ToF che permette anche di avere una funzione Super Macro con cui catturare soggetti molto ravvicinati. Inoltre, il flagship Huawei è il più ricco di funzioni, integrando anche modalità B&W, Light Painting e Doppia Visuale, per dirne alcune. Allo stesso  tempo è il solo a non avere l’Auto HDR, dato che – ahimé – l’HDR continua ad essere una funzione a sé stante. Tramite la funzione Pro, invece, è possibile scattare in RAW, come su OnePlus 7 Pro, al contrario di Mi 9 e Reno.

Samples dimensioni originali

A differenza di OPPO, gli altri 3 terminali sfruttano il teleobiettivo per la modalità Ritratto. La definizione risulta comunque un pelo migliore su OPPO, pur restituendo immagini meno luminose e contrastate. L’effetto generale che meno mi convince è quello fornito da Huawei.

Come anticipato, abbiamo un sensore grandangolare su tutti, per quanto quello di OnePlus 7 Pro sia il meno ampio come FoV. Un plauso a Huawei, fra l’altro, che è l’unica ad offrire la modalità Notturna anche col grandangolo. Dei quattro OnePlus è forse il migliore, risultando il più bilanciato con e senza luce, per quanto si noti un certo contrasto ed una temperatura del bianco verso tonalità calde. Ottime anche le foto anche con Mi 9, a patto che ci sia luce, dato che con la penombra calano dettagli e range dinamico. Huawei ed OPPO sono più equilibrati, seppur spesso producano immagini meno “pungenti” e, con luci più difficili, con un’esposizione non calibrata benissimo.

Del teleobiettivo abbiamo già ampiamente parlato in questo precedente confronto. Huawei ed OPPO sono avanti alla concorrenza a livello hardware, grazie ad un teleobiettivo ottico 5X. OnePlus si difende comunque piuttosto bene, mentre Xiaomi è evidente che non sia al livello della concorrenza.

In situazione diurna si notano le differenti interpretazioni software da parte dei 4 produttori. Huawei P30 Pro è il più equilibrato, con scatti tendenzialmente naturali e spesso con più dettagli nelle zone d’ombra. OnePlus 7 Po ha un Auto HDR spesso portentoso, in grado di fornire una buona esposizione e colori vivaci ma mai saturi. OPPO Reno 10x Zoom è anch’esso bilanciato ma meno d’impatto rispetto a P30 Pro, con immagini a volte smorte e/o sovraesposte. Xiaomi Mi 9 è ottimo di giorno, con foto vivaci e con tanto range dinamico, per quanto ogni tanto siano troppo sature.

Quando ci si trova con poca luce a garantire le foto più luminose sono Huawei, per quanto ogni tanto virino verso il giallo, e Xiaomi, per quanto ogni tanto risultino meno calibrate come colori ed esposizione.

In modalità Notturna ecco che Huawei passa in vantaggio, grazie ad inquadrature più luminose e nitide, con OnePlus subito dietro, per quanto con colori meno slavati. OPPO è nuovamente bilanciato ma il meno luminoso, mentre Xiaomi è spesso poco utilizzabile, per via di una scarsa definizione e riproduzione cromatica.

Per finire, reputo la selfie camera di OnePlus 7 Pro la migliore del lotto, subito seguita da Huawei. La definizione è superiore nel caso di P30 Pro, per quanto la nitidezza risulti meno lavorata via software dalla OxygenOS. OPPO tende a sovraesporre gli autoscatti, mentre le foto di Mi 9 ondeggiano fra l’equilibrato e lo smorto. La modalità Ritratto mi ha convinto di più sempre su Huawei e OnePlus. Se ci si trova al buio OnePlus si comporta bene, con scatti meno mossi, per quanto il flash LED fisico di OPPO abbia una marcia in più.

Come anticipato, la GPU meno potente fa sì che Huawei P30 Pro sia l’unico a fermarsi alle clip 4K a 30 fps, mentre i rivali si spingono fino al 4K a 60 fps. Al contempo, Huawei è la sola a dare un Super Slow Motion a 960 fps, presente anche su Mi 9, per quanto siano interpolati. Se si parla di Full HD a 30 fps, la qualità generale è piuttosto buona su tutti e 4, anche per ciò che concerne la stabilizzazione. Le clip più bilanciate risultano quelle di Xiaomi Mi 9, dato che P30 Pro tende a sovraesporre, OP7 Pro ad avere un contrasto un po’ eccessivo ed OPPO Reno realizzati video un po’ smorti.

Connettività e audio

Il reparto connettività è il solito sui 4 modelli, fra supporto dual SIM 4G+, Wi-Fi ac Dual Band e Bluetooth 5.0. Ma ci sono alcune differenze, a partire dalla presenza del sensore IR su Xiaomi e Huawei per sfruttarli come telecomandi. L’utilizzo di una porta USB Type-C 3.1 è stato adoperato soltanto da Huawei e OnePlus. Altro aspetto rilevante riguarda la navigazione satellitare, dato che Huawei e Xiaomi vantano un GPS a doppia frequenza. Al chiuso OPPO è il più veloce ad agganciare il segnale vedendo più satelliti, Huawei è il più preciso, mentre Xiaomi si piazza a metà, con OnePlus che non riesce ad agganciarsi. All’aperto, invece, Huawei e Xiaomi si equivalgono, con OnePlus ed OPPO subito dietro.

Spostandoci sul comparto audio, su Xiaomi e Huawei c’è soltanto uno speaker mono, dall’output sonoro simile ma leggermente migliore come frequenze sul Huawei. Differente è la situazione su OnePlus ed OPPO, dato che entrambi hanno uno speaker stereo. Ma è quello di OnePlus ad avere un volume leggermente superiore, oltre che godere di una pià netta separazione stereofonica ed una migliore riproduzione delle frequenze. Tutti sono sprovvisti di mini-jack, ma l’audio in cuffia è comunque più che godibile. L’equalizzatore è presente all’appello su tutti, per quanto quello di OPPO sia il meno incisivo.

Autonomia

  • OnePlus 7 Pro: 4000 mAh – Warp Charge
  • Xiaomi Mi 9: 3300 mAh – Quick Charge 4 – Wireless 20W
  • Huawei P30 Pro: 4200 mAh – Super Charge – Wireless 15W
  • OPPO Reno 10x Zoom: 4000 mAh – VOOC 3

Concludiamo con un aspetto chiave, quello legato alla durata dei suddetti telefoni. Sulla carta il più svantaggiato è senz’altro Xiaomi ed i suoi modesti 3300 mAh. Su OnePlus c’è una 4000 mAh e su OPPO una 4065 mAh, fino ad arrivare ai più capienti 4200 mAh di Huawei. Ma in virtù di ciò, a stupire maggiormente è Mi 9 che, pur avendo una batteria più contenuta, garantisce comunque 6 ore di display attivo. Lo stesso si può dire per Huawei ed OPPO, salendo a 6/7 ore, mentre con OnePlus il discorso prende un bivio. Se lo si utilizza in Quad HD+ e a 90 Hz, ci si attesta sulle 4/5 ore, salendo a 6 ore con un più parco Full HD+ a 60 Hz.

Per ciò che concerne la ricarica, Xiaomi Mi 9 ed il suo caricatore a 27W ci mette circa 60 minuti per passare dallo 0% al 100%. Idem per Huawei P30 Pro ed il supporto Super Charge a 40W, salendo a circa 80 minuti per OnePlus 7 Pro con Warp Charge ed OPPO Reno 10x Zoom con VOOC 3.0, entrambi a 20W. Se invece preferiste la ricarica wireless, ad integrarla sono soltanto Huawei e Xiaomi. Grazie al supporto a 20W, Mi 9 si carica senza fili in circa 100 minuti, mentre con P30 Pro a 15W ci vogliono circa 130 minuti. Quest’ultimo gode anche di tecnologia reverse wireless, per caricare (lentamente) tutti i dispositivi compatibili.

Conclusioni e prezzo

Arrivati a questo punto, proviamo a riassumere la situazione per capitoli.

OnePlus 7 Pro Xiaomi Mi 9 Huawei P30 Pro OPPO Reno 10x Zoom
Confezione x x
Design x
Dimensioni x X
Display x x x
Prestazioni ✔ (+NanoSD)
Software ✔ (?) x
Fotocamera ✔ (di giorno) ✔ (più flessibile) x
Connettività x x x
Audio x x
Autonomia x
Ricarica x x

Se la si giocasse ai punti, Huawei P30 Pro sarebbe il vincitore, aggiudicandosi 9 categorie su 11. Ma si sa, un ruolo quasi primario quando si deve scegliere un telefono lo gioca anche il prezzo. Da questo punto di vista, è indubbiamente Xiaomi Mi 9 a battere i competitors, partendo da un costo di 400/450€. Per P30 Pro, infatti, occorrono almeno 680/700€, per non parlare dei 709€ per OnePlus 7 Pro e 799€ (630€ da GearBest ma con 12 mesi di garanzia ufficiale) per OPPO Reno 10x Zoom. Inoltre, quest’ultimo pecca di scarsa disponibilità, non essendo acquistabile da Amazon o eBay. A questo punto sta a voi valutare quale sia il rapporto qualità/prezzo più conveniente per le vostre tasche.

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