Recensione Redmi AirDots: quasi perfette!

Non soltanto smartphone: Redmi ha deciso di buttarsi anche su altro. E oltre a RedmiBook 14, valigie e lavatrici, il sub-brand di Xiaomi ha ben pensato di proporre le proprie cuffie true wireless. E no, non sto parlando né delle AirDots né delle più premium AirDots Pro, anche se il nome Redmi AirDots fa proprio pensare a ciò. E non soltanto, dato che le somiglianze con le cuffie Xiaomi non sono poche. Ma non nel prezzo: servono soltanto 20/25€ per accaparrarsi un prodotto decisamente valido.

Recensione Redmi AirDots

Confezione

La confezione delle Redmi AirDots non può non ricordare il look adottato per il nuovo box della Xiaomi Mi Band 3. All’interno la dotazione è quella che ci si aspetterebbe da un prodotto del genere. Oltre a cuffie e case ci sono due paia di gommini aggiuntivi e la manualistica.

recensione redmi airdots

Design e qualità costruttiva

Ad un primo sguardo queste Redmi AirDots sono uguali in tutto e per tutto alle succitate Xiaomi AirDots. L’azienda ha preferito prendere un prodotto già ingegnerizzato, ri-brandizzarlo ed apportare qualche piccola modifica. Non solo nelle cuffie ma anche nella dock di ricarica, con tanto di logo Mi rimasto immutato sulla scocca. Persiste ancora la porta microUSB, ma su un prodotto low-cost non mi aspettavo diversamente. Ma persiste anche la chiusura magnetica, un bonus non da poco in questa fascia di prezzo.

Come dicevo, le cuffie hanno lo stesso look di quelle Xiaomi, con dimensioni poco invasive (per quanto in-ear) una volta indossate. Questo grazie anche al peso ridotto di soli 4 g ad auricolare. Una delle poche differenze con le Xiaomi la troviamo nella certificazione IPX4, rendendole resistenti in caso di pioggia. A differenza di altri prodotti TWS, fra cui la controparte Xiaomi, le Redmi AirDots hanno i tasti fisici, scelta che gradisco quando le cuffie sono così piccole. Altrimenti si rischia sempre di avere tocchi involontari anche soltanto sistemandosele nelle orecchie. Purtroppo i comandi a disposizioni sono fin troppo basici: con un click si mette in Play/Pausa, con un doppio click si attiva l’assistente vocale (inutile) e tenendo premuto si spegne la cuffia. Si possono anche gestire le chiamate, cliccando per accettarle/chiuderle o tenendo premuto per rifiutarle.

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Connettività e qualità chiamate

A differenza delle più costose AirDots Pro, le AirDots (sia Redmi che Xiaomi) godono del supporto al Bluetooth 5.0. Ciò significa una latenza assente in fase di riproduzione musicale ma soprattutto video, senza ritardi durante la visualizzazione di YouTube, Netflix e così via. Il range di copertura è quello standard, attorno ai 10 metri anche al chiuso. Il pairing avviene in maniera semplice: tenendo premuto i tasti attiviamo le cuffie, quella sinistra si collega a quella destra, con quest’ultima che va connesso al dispositivo da abbinare. Una volta fatto ciò, le volte successive basterà riaccenderle per farle connettere in automatico all’ultimo dispositivo connesso. E non ho mai verificato alcun bug sonoro o interruzione del segnale.

Se state cercando delle cuffie per gestire le vostre chiamate, evitatele. Non perché siano da buttare, per carità, ma il vostro interlocutore finirà per non chiamarvi mai più. Per quanto l’audio in cuffia sia buono (e stereo), non si può dire altrettanto di quello catturato dai microfoni. A meno che non vi troviate fermi in un luogo silenzioso, basterà muoversi all’aperto per peggiorare non di poco l’audio microfonico. L’assenza di un sistema di riduzione del rumore si fa sentire. Da segnalare che si possono usare in modalità mono, ma soltanto con la cuffia destra.

Qualità audio

Uno degli aspetti su cui Redmi ha deciso di limare i costi è in questo reparto. A differenza della controparte Xiaomi, infatti, qua troviamo il supporto allo standard SBC (Sub-band Coding) anziché AAC. Ciò implica che il segnale audio che arriva ai nostri orecchi si attesta massimo sui 328 kbps e, nel caso stiate utilizzando fonti sonore più raffinate, non potrete usufruire di tale dettaglio. C’è da dire, però, che in primis non si può pretendere più di tanto da un prodotto che costa così poco. Inoltre, piattaforme come Spotify arrivano ad un massimo di 320 kbps, perciò in fase di streaming audio non avrete problemi (a meno che non usiate il costoso TIDAL, che arriva fino a 1141 kbps).

Fatta questa premessa, l’ascolto con le Redmi AirDots si è rivelato piuttosto piacevole. Si nota una certa prevalenza di frequenze basse, aspetto che a me non guasta mai ma che potrebbe far leggermente storcere il naso ai più “puristi”. Il volume è corposo ma non esagerato, grazie ai driver dinamici da 7.2 mm integrati all’interno delle cuffie.

Autonomia

Da questo punto di vista non cambia nulla dalle Xiaomi AirDots, con le cuffie che integrano una batteria da 40 mAh l’una. Ciò permette di ottenere un’autonomia di poco più di 4 ore con volume medio/alto. Per ricaricarle viene in nostro aiuto la dock di trasporto, all’interno della quale c’è una 300 mAh che permette di ricaricarle 2/3 volte. Infine, la dock impiega circa 70 minuti per ricaricarsi, mentre le cuffie ci mettono quasi 1 ora e mezza. A comunicare lo stato di ricarica c’è un apposito LED sulla dock.

Conclusioni e prezzo

Tutti i difetti che ho elencato delle Redmi AirDots, ovvero tasti fisici e qualità microfonica, vengono meno nel momento in cui si guarda il prezzo. Online vengono vendute a soltanto 20/25€, un costo quasi irrisorio quando si parla di cuffie true wireless. Un prezzo che rende quasi inutile l’esistenza delle Xiaomi AirDots, il cui costo si aggira attorno ai 35€. Insomma, se state cercando delle cuffie TWS low-cost non fatevele scappare.

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