Nel corso degli anni, Xiaomi ci ha abituato ad una vera e propria sfilata di smartphone mid-range ed entry level e nell’ultimo periodo la cosa si è fatta alquanto pressante, specie a fronte di un design essenzialmente invariato. Il piccolo Redmi Note 7 non fa eccezione ma prova a concedere un po’ di respiro grazie ad un display con notch a goccia, visto finora solo con Xiaomi Play, e con un modulo fotografico che punta in alto.

La neonata Redmi sarà riuscita nell’intento di tirare fuori dal cilindro un prodotto “nuovo”, con quel qualcosa in più rispetto a tanti altri modelli di fascia medio-bassa? Scopritelo nella nostra recensione!

Recensione Redmi Note 7

Confezione di vendita

Il box di vendita è in perfetto stile Xiaomi (o forse dovremmo dire Redmi): un cartonato bianco super minimal con il nome del device stampato sulla parte superiore, con caratteri in una colorazione leggermente sfumata. All’interno del box abbiamo la solita dotazione:

  • Redmi Note 7;
  • cover protettiva in silicone morbido;
  • caricatore da parete da 5V 2A con plug cinese;
  • cavo USB / microUSB;
  • spilletta per lo slot SIM;
  • manualistica.

Sul contenuto nella confezione nulla di strano da dichiarare… ma aspettate! Un cavo USB / microUSB? Ma il device ha una porta USB Type-C! Questo è sicuramente un mistero da risolvere…

Design e costruzione

Il Redmi Note 7 colpisce fin da subito per le sue dimensioni (159.21 x 75.21 x 8.1 mm per un peso di 186 grammi), giustificate dalla presenza di un display ampio e dal rapporto in 19.5:9, quest’ultimo perfetto per impugnare il device ad una mano. Tuttavia non sarà facile raggiungere la parte altra dello schermo anche se in compenso abbiamo un buon grip nonostante la cover in vetro.

Redmi Note 7

A proposito di quest’ultima, risulta molto plasticosa al tatto e sembra di avere a che fare con un prodotto particolarmente cheap. La costruzione è buona, senza imperfezioni e scricchiolii ma la scocca risulta incredibilmente sensibile alle impronte: un po’ di trattamento oleofobico in più non avrebbe fatto male di certo.

Redmi Note 7

Frontalmente troviamo una selfie camera incastonata in un piccolo notch a goccia, con la capsula auricolare quasi a filo con il frame superiore. “Quasi” perché tutt’intorno al display troviamo il solito gradino, che contribuisce ad aumentare (anche se di poco) lo spessore dello smartphone e accentua ulteriormente quel senso di cheap a cui accennavamo poco fa. Il LED di notifica è presente ed è localizzato in basso, sulla cornice inferiore. Scelta stilistica (e pratica) infelice ma di certo necessaria.

Per quanto riguarda il resto dei componenti esterni, abbiamo un sensore IR, un ingresso mini-jack ed il microfono per la riduzione dei rumori lungo il bordo superiore; all’opposto microfono, porta USB Type-C (per la prima volta a bordo di un modello Redmi!) e speaker. Il bordo destro ospita bilanciere del volume e pulsante Power, il sinistro lo slot SIM.

Per concludere – abbiamo lasciato il meglio per ultimo – la cover posteriore ospita un lettore d’impronte (fulmineo ed affidabile) e la controversa dual camera verticale. Effettivamente non possiamo dare torto alle polemiche degli utenti cinesi: il modulo sporge davvero troppo ed è un pugno negli occhi (vi lasciamo immaginare al tatto).

Display

Il pannello utilizzato per il Redmi Note 7 è un’unità LCD da 6.3 pollici di diagonale con risoluzione Full HD+ (2340 x 1080 pixel), rapporto in 19.5:9 e 409 PPI. Senza dubbio tra i pregi del dispositivo non possiamo che annoverare l’utilizzo di un display ampio e dotato di un notch a goccia poco invadente; anche se le cornici non sono il massimo in fatto di ottimizzazione, nel complesso ci troviamo di fronte ad una soluzione gradevole dal punto di vista estetico e per la fruizione dei contenuti multimediali.

Redmi Note 7

Qualche problemino di visualizzazione sotto i raggi del sole non manca, tuttavia il sensore di luminosità fa il suo lavoro e la luminosità massima non è male. I colori restituiti dal pannello appaiono molto carichi e nel caso di tinte unite è possibile notare quanto essi siano saturi. Ovviamente è possibile mettere mano alle impostazioni dei colori, ma solo per una preferenza tra caldi/freddi. Non sono presenti impostazioni avanzate ma in fondo tanto basta.

Il display non ci ha impressionato particolarmente anche se nel complesso si tratta di un pannello “giusto”, specie in relazione alle mire ed al prezzo del dispositivo.

Hardware e prestazioni

Il cuore pulsante del piccolo Redmi è il chipset Qualcomm Snapdragon 660, una soluzione octa-core (fino a 2.2 GHz) su cui ormai sono stati scritti dei veri e propri trattati. Ad accompagnare il SoC trovaimo 4 GB di RAM e 64 GB di memoria interna (espandibile), una configurazione impeccabile dal punto di vista delle specifiche.

Nonostante ciò ogni tanto siamo incappati in qualche piccolo lag (sporadici) e questo, insieme ad altri segnali, ci lasciano intendere più che altro che il software è ancora in fase di ottimizzazione. Volendo tirare le somme, le prestazioni ci sono ed è innegabile (visto l’ottimo chipset a bordo) ma per goderne a pieno forse è meglio attendere il firmware Global.

Lato gaming, grazie alla GPU Adreno 512 non abbiamo riscontrato nessun tipo di problematiche con vari tipi di giochi, a patto di accettare qualche compromesso (scontato) con i titoli più pesanti.

Benchmark

Software

In attesa della versione internazionale, il Redmi Note 7 in prova monta una MIUI 10 China Stabile (versione 10.2.8.0) basata su Android 9 Pie e con patch di sicurezza aggiornate a gennaio 2019. Trattandosi di una release asiatica, le considerazioni sono le solite: manca l’italiano e bisognerà procurarsi autonomamente l’installer per i servizi Google ed il Play Store.

Niente di impegnativo ma gli utenti alle prime armi potrebbero non apprezzare (specialmente la mancanza della nostra lingua). In termini di feature siamo di fronte alla solita MIUI 10, in tutto il suo (controverso) splendore.

Abbiamo le solite chicche a cui siamo abituati come le Dual App, la modalità Second Space, le gesture full screen (ormai sono obbligatorie), i Temi, più una sfilza di app cinesi che non utilizzeremo mai, compreso l’assistente Xiao AI. Spiacente ma quest’ultimo parla solo cinese, per cui niente di fatto.

Per quanto riguarda eventuali problemi di notifiche, nulla da segnalare. Dopo aver lucchettato le app in background ed aver selezionato quelle da risparmiare dal massacro della gestione energetica automatica, WhatsApp ed altre applicazioni di messaggistica (e non solo) non hanno riportato difetti.

Concludiamo la nostra panoramica software segnalando anche la presenza del solito Manager che permette di mettere mano a varie impostazioni (per la pulizia del device, ecc), dell’App Lock e della modalità Game Boost. Insomma… melius abundare quam deficere!

Qualità fotografica

Ma veniamo alla vera peculiarità di questo smartphone, ovvero la tanto chiacchierata dual camera principale. Il modulo presente sulla back cover – come già sottolineato… troppo sporgente! – integra un sensore Samsung GM1 da 48 mega-pixel (f/1.8), accompagnato da uno secondario da 5 mega-pixel per la profondità).

Quello che doveva essere il core dello smartphone non si è rivelato essere tale, con luci ed ombre sui risultati. Il sensore – che normalmente scatta a 12 mega-pixel – ha una “leggera” tendenza a sovraesporre le immagini mentre in alcuni casi ci troviamo di fronte a colori eccessivamente saturi. Una buona mano (ed una buona prospettiva, soprattutto) possono aiutare ad aggiustare il tiro.

La modalità di scatto a 48 mega-pixel è disponibile nella schermata di scatto manuale. Paradossalmente alcune immagini risultato molto più soddisfacenti a 12 mega-pixel che a 48. La questione ha bisogno di alcune precisazioni: durante lo scatto normale il sensore combina 4 pixel in 1 ed il tutto viene elaborato tramite software. Quando si scatta a 48 mega-pixel, invece, si avrà a che fare con il lavoro “puro” del sensore; in questo caso sarà necessario mettere mano alle impostazioni Pro per ottenere il meglio e qui casca l’asino. I più esperti non avranno di certo problemi, ma per chi non mastica le basi della fotografia ci vorrà un bel po’ di impegno per ottenere buoni scatti in manuale.

Clicca qui per i sample a 48 MP

Insomma, visto l’hype generato da Xiaomi ci è sembrato che tutto venisse un po’ meno, anche a fronte di un software da migliorare (come si evince anche dall’introduzione della Night Mode, successiva alla commercializzazione del device).

A proposito della modalità notturna, forse proprio quest’ultima ci ha entusiasmato maggiormente. In situazioni di scarsa illuminazione, il software è in grado di correggere eventuali Lens Flare e di migliorare notevolmente il risultato finale. Anche in situazioni disastrose la Night Mode ha tirato fuori le unghie: perdita di dettagli e pastosità vengono leggermente corrette e le immagini ne guadagnano di certo.

Frontalmente, incastonata nel notch a goccia, troviamo una selfie camera da 13 mega-pixel accettabile in ambito social. Il livello di dettaglio diminuisce di pari passo con il calare delle tenebre e di sera il rumore di fondo aumenta notevolmente. Buona la modalità Ritratto: il soggetto in primo piano viene scontornato con precisione (vale anche per la cam posteriore) e nel complesso è possibile ottenere degli scatti abbastanza soddisfacenti.

Connettività e qualità audio

Come abbiamo potuto constatare anche in passato, il modem LTE X12 si è comportato in modo egregio e non abbiamo notato particolari cali di prestazioni – in termini di ricezione – dovute all’assenza della banda 20. L’audio in chiamata è chiaro e con un volume adeguato; l’unico intoppo per i più esigenti sarà lo slot ibrido Dual SIM: per utilizzare la seconda schedina dovrete necessariamente sacrificare la microSD.

Il resto del pacchetto connettività comprende il supporto al Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac Dual Band ed il Bluetooth 5.0. Manca all’appello l’NFC ma in compenso tutti i moduli funzionano bene e senza interruzioni ingiustificate. Buona anche la navigazione con GPS/A-GPS/GLONASS/BeiDou.

La parte audio è affidata ad uno speaker posto lungo il bordo inferiore ed al chip smartpa 98937. Non male per la fascia di prezzo, ma ovviamente non aspettatevi miracoli: il volume è abbastanza elevato e tutte le frequenze vengono ben gestite.

Autonomia

Con un utilizzo intenso, il Redmi Note 7 ci ha portato senza intoppi a fine giornata (e oltre) con poco più di cinque ore di schermo accesso; il tutto a fronte di una ricarica (con il caricabatterie in dotazione) di circa 2 ore e 10 minuti. Limitando l’esperienza alle operazioni basilari (senza comunque rinunciare ai social, giochini e navigazione web) siamo riusciti a raggiungere circa 7 ore di display acceso.

Forse – nell’utilizzo sfrenato del device – ci saremmo aspettati qualcosina in più a fronte del SoC e della batteria da 4000 mAh a bordo; tuttavia siamo su dei valori giusti e magari con un po’ di rodaggio (o magari…col firmware Global!) sarà possibile far salire ulteriormente l’asticella. Per concludere, il device presente il supporto alla ricarica Quick Charge 4: l’unico problema sarà trovare un caricatore compatibile con lo standard.

Recensione Redmi Note 7 – Prezzo e Conclusioni

Tirando le somme, il Redmi Note 7 rappresenta di certo un passo avanti importante per la gamma cheap del produttore asiatico (evidenziato anche dal cambio di rotta riguardante il brand). Redmi by Xiaomi ha provato ad offrire qualcosa di più cercando di mantenere un prezzo contenuto e questo è di certo un obiettivo ammirevole.

Nonostante le buone intenzioni non mancano luci ed ombre, come sempre del resto. Il piccolo device è piacevole da utilizzare e regala delle soddisfazioni anche in ambito fotografico grazie al suo sensore da 48 mega-pixel nuovo di zecca. La MIUI 10 China ci sembra un po’ troppo “rigida” ed è chiaro che ci sono ancora degli angoli da smussare; il look poi – come evidenziato anche nell’apposita sezione – è ormai troppo ispirato ed è seriamente necessario cambiare strada.

I materiali utilizzati per la back cover danno un senso di “economico”, accentuato ulteriormente dal gradino che circonda il display. Insomma, pregi e difetti si intrecciano senza sosta. Restiamo in attesa della variante Global, curiosi di scoprire come si comporterà il software dedicato al mercato internazionale.


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