Chiunque abbia letto le mie recensioni, sa quanta stima ho per Sonos e per i suoi prodotti audio. Si tratta di dispositivi eccezionali, in grado di portare davvero un qualcosa in più a chiunque voglia un sistema audio di qualità e totalmente privo di cavi, che – puntualmente – arrivano introducendo novità. Insomma non si limitano mai a fare dei semplici “restyling” e, di che ne ho memoria, non ricordo un solo nuovo prodotto Sonos che non sia riuscito ad innovare nel mondo dell’audio.
Ma con la Sonos Arc Ultra, lo ammetto, si sono davvero superati. La nuova soundbar top di gamma del brand ora supporta Dolby Atmos virtuale 9.1.4 (a differenza del vecchio modello che aveva una configurazione 5.1.2), ha una nuova barra di controllo sul retro ereditata da Era 300 (qui la recensione) ed Era 100 (qui la recensione), supporta finalmente il Bluetooth ed integra il nuovo driver “Sound Motion”, che la rende una delle soundbar con i bassi più profondi e impattanti del mercato.
Ho passato una settimana a testarla guardando film, ascoltandoci musica, programmi TV e a giocarci, utilizzandola singolarmente e associandola a due Era 300 ed un Sonos Sub (qui la recensione) per avere l’esperienza completa, e sono pronto a raccontarvi tutti i suoi pro ed i suoi contro.
Indice
Recensione Sonos Arc Ultra: Sound Motion la rende il dispositivo audio più rivoluzionario del momento
Design e materiali
Da un punto di vista estetico, Sonos Arc Ultra non si allontana molto dal design della prima Sonos Arc (qui la recensione). Continua ad essere una soundbar piuttosto grande e con i suoi 117 cm di lunghezza supera di 3 cm le dimensioni della generazione precedente. Basta pensare che è quasi grande quanto il lato più lungo di una TV da 50” e per questo, il primo consiglio che mi sento di darvi è quello di immaginarne l’acquisto solo se si ha una TV almeno di questa diagonale. Il design è minimale, privo di fronzoli, e vede una barra arrotondata, molto lunga e realizzata in alluminio, avvolta da una rete metallica su ogni lato.
Nulla di sfarzoso, nulla che cade all’occhio, in tipico stile Sonos. La soundbar si può anche appendere al muro, ma con un accessorio da acquistare a parte, ed integra sostanzialmente due porte principali: quella per l’alimentatore e quella per l’HDMI. Ma a differenza di quanto abbiamo visto nella prima generazione della soundbar del brand, proprio come abbiamo piacevolmente visto in Era 300 ed Era 100, anche Sonos Arc Ultra integra il Bluetooth.
Dalla serie Era, poi, eredita anche il nuovo sistema di gestione del volume: è una barra con una superficie incava posizionata nella zona posteriore della soundbar e, sì, ‘gestione del volume che ora non avviene solo tramite tocchi, ma che può essere regolato anche attraverso uno swipe da fare su una superficia incava. È è una soluzione vincente, molto più semplice da gestire qualora si posizionasse la soundbar in posizioni difficili da raggiungere.
Dato il livello che ormai hanno raggiunto, mi sarebbe però piaciuto che quelli di Sonos avessero pensato ad un sistema pass-through video perché, parliamoci chiaro, per collegare la nuova soundbar di Sonos sarà necessario sacrificare una delle porte HDMI della propria TV: per questo, avrei preferito che la Arc avesse integrato una porta HDMI in ed una porta HDMI out, in modo da fare da “bridge” e non rendere inutilizzabile un HDMI come ingresso video.
Processo di configurazione
Al primo utilizzo, non basterà collegare Sonos Arc Ultra all’alimentazione per poterlo utilizzare. Perché così come in tutti i prodotti del brand, anche la gestione del nuovo smart speaker avviene tramite l’applicazione Sonos S2, con la quale sarà possibile non solo attivare il diffusore, ma anche gestirne tutte le funzionalità, ottimizzarne la resa audio con il True Play ed associare un assistente digitale.
Ma attenzione: così come la Serie Era, anche Sonos Arc Ultra perde il supporto all’Assistente Google. Eh già, purtroppo a seguito delle vicissitudini tra il brand ed il colosso di Mountain View, i nuovi prodotti del brand non sono più compatibili con Google Assistant, e possono sfruttare esclusivamente Alexa o il sistema di controllo vocale del brand. Ed è un vero peccato, anche perché nei vecchi modelli (fortunatamente) il supporto a Google continua ad essere presente.
Il processo di configurazione è comunque estremamente intuitivo, ed è strutturato in modo da poter essere portato a termine anche da chi ignora totalmente le dinamiche della tecnologia. Qualora si avesse anche un Sonos Sub, o una coppia di Era 100 o 300, l’associazione agli altri dispositivi sarebbe comunque semplicissima.
App e ottimizzazione True Play universale
Conosciamo bene l’app Sonos S2. L’evoluzione del primo controller digitale degli speaker Sonos permette agli utenti la gestione completa del proprio sistema e l’associazione ai più diffusi servizi di streaming musicale, compreso Spotify, Apple Music, Amazon Music Unlimited e Sonos Radio.
La novità più importante della nuova generazione di smart speaker del brand sta nel nuovo True Play che, finalmente, non è più limitato ai soli dispositivi iOS. Mi spiego meglio: si tratta di un processo di ottimizzazione del suono, grazie al quale (tramite l’analisi delle rifrazioni delle onde sonore) il sistema ottimizzerà la riproduzione in base all’ambiente in cui è posizionato il diffusore, e fino ad oggi è stata una funzionalità sfruttabile solo con un iPhone.
Una grande limitazione, che è stata risolta con un’idea semplice e funzionale, che finalmente ha eliminato il divario, o quantomeno lo ha reso meno incisivo. Con Sonos Arc Ultra è possibile sfruttare il True Play anche con gli smartphone Android, ma con un processo di ottimizzazione molto diverso: non è più necessario girare per la stanza con lo smartphone per “captare” le onde sonore, ma tutto verrà gestito in totale autonomia dai microfoni integrati nel diffusore (la soundbar emette il suono e calcola le riflessioni con i suoi microfoni e si autocalibra).
E funziona. Certo, a mio avviso per un risultato ottimale sarebbe sempre meglio utilizzare il vecchio metodo (che è ancora disponibile e funziona ancora solo con iPhone), ma una volta portato a termine tutto il processo, la resa audio e l’effetto di spazialità di Sonos Arc Ultra cambiano radicalmente.
Cos’è e come funziona Sound Motion
All’interno della nuova Sonos Arc Ultra c’è un driver che cambia profondamente le regole dell’audio: è stato presentato nel 2021 da Mayht, un brand olandese, e Sonos ha deciso di investire 100 milioni di dollari per poter utilizzare questa tecnologia che rivoluzionava totalmente la struttura degli altoparlanti.
Ma come funziona? Fino all’arrivo degli altoparlanti Heart Motion quasi tutti i driver avevano la stessa forma con una singola membrana flessibile che, seppur efficace, ha sempre avuto tante limitazioni. La tecnologia Heart Motion, invece, utilizza due membrane poste su lati opposti con dei motori decentrati che le muovono simultaneamente: il risultato sono driver più compatti (per produrre la pressione e la risposta in frequenza di un driver classico da 8 pollici basta un driver HeartMotion da 3,5 pollici) e cinque volte più leggeri dei trasduttori classici.
Ma non finisce qui. Data la struttura a due membrane opposte, in sostanza questo sistema è il primo altoparlante auto-bilanciante mai realizzato, nel quale viene totalmente risolto il problema della singola membrana classica ed elimina la creazione delle vibrazioni che potrebbero dar fastidio agli altoparlanti con una scocca leggera, come appunto quello delle soundbar.
Morale della favola: bassi più potenti, zero vibrazioni, dimensioni più compatte.
Caratteristiche e prova d’ascolto
Sonos Arc Ultra crea un campo audio eccezionalmente ampio, grazie alla nuova architettura acustica che include 14 driver progettati da Sonos, un woofer Sound Motion e un gruppo di tweeter con guide d’onda su ciascun lato.
A mio avviso, la parte più debole della precedente Sonos Arc era nei dialoghi. In alcune occasioni il parlato non era ben definito e per migliorare l’ascolto mi ritrovavo sempre a dover attivare la funzione di miglioramento dialoghi, soprattutto guardando i programmi televisivi più tradizionali, come i telegiornali o i talk show: un problema evidente di cui, ovviamente, erano a conoscenza anche gli ingegneri di Sonos.
Ebbene, è proprio nel miglioramento dei dialoghi che troviamo la prima tangibile novità della nuova Sonos Arc Ultra: ora tramite l’app si possono gestire su tre livelli di “chiarezza” ma, in linea generale, la qualità del dialogo è profondamente migliore rispetto alla generazione precedente. Ora sono nitidi, chiari e il canale centrale fa un ottimo lavoro con il parlato anche in scene rumorose. Funziona egregiamente con i film ed i programmi TV, ma è anche ottimo nei TG o nei documentari.
A livello sonoro, Sonos Arc Ultra è capace di gestire 9.1.4 canali in Dolby vision. E chiunque voglia eseguire un test d’ascolto dovrebbe provarla con la traccia audio di Apple Music chiamata “Dolby Atmos 9.6.2 Master Series Fx 2” (quella che trovate in alto). Va detto però che questa soundbar da il meglio di sé nei film Dolby Atmos e sicuramente uno dei titoli migliori con cui mettere sotto torchio i muscoli della Sonos Arc Ultra è DUNE che è disponibile su diverse piattaforme di streaming: il brand ci ha consigliato di testarla con la scena del 120mo minuto, in cui arrivano i vermi Shai-Hulud accompagnati dalla colonna sonora di Hans Zimmer.
È a fatto bene a consigliarci quella scena: per provare il meglio di Dolby Atmos sulla nuova Sonos Arc Ultra bisognerà utilizzare la traccia in inglese (quella in italiano è un semplice 5.1) e sì, qui è dove si riescono a vedere tutte le ottime qualità della soundbar.
E lo si nota anche sui bassi, frequenze che grazie a Sound Motion sono sempre presenti, rotonde, profonde e ben bilanciate. Certo, associarla ad un Sonos Sub e due Era 300 vi aprirà un mondo di esperienze uditive, ma è importante sottolineare che non è obbligatorio utilizzarla con altri speaker: in sostanza, Sonos Arc Ultra è la soundbar con i migliori bassi e la migliore esperienza Dolby Atmos attualmente disponibile in commercio.
Prezzo di vendita e conclusioni
Il prezzo di vendita di Sonos Arc Ultra è di 999.00 euro sul sito italiano di Sonos e, tra l’altro, potreste acquistare la prima generazione a 799 euro in sconto su Amazon. E, sì: a mio avviso la nuova soundbar del brand è un validissimo aggiornamento rispetto alla generazione precedente.
Tutti suoi sembrano più espansivi, l’audio spaziale è migliorato così come l’elaborazione dei dialoghi. Grazie alla tecnologia Sound Motion, poi, è come se avesse integrato un mini sub-woofer al suo interno, e qualsiasi sia l’utilizzo che ne farete, qualsiasi siano i contenuti che ci riprodurrete, non rimarrete mai delusi dalla qualità audio.
Se poi ci si associa due Era 300 e un Sonos Sub, si arriva a livelli altissimi.
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