Più che nella fascia alta, è in quella mid-range che Xiaomi sembra avere un guizzo in più rispetto alla concorrenza. Dopo averci proposto dispositivi più che convincenti per il loro prezzo come Mi A1 e Redmi 5 Plus, questo Xiaomi Redmi Note 5 (Pro) vuole alzare l’asticella. E vuole farlo con uno Snapdragon 636 ed una dual camera che promette ottimi risultati. Ci sarà riuscito? Scopritelo nella nostra recensione.
Recensione Xiaomi Redmi Note 5 (Pro)
Unboxing
All’interno della confezione troviamo la seguente dotazione:
- Xiaomi Redmi Note 5;
- caricatore asiatico 5V 2A;
- cavo USB / microUSB;
- cover protettiva in silicone morbido;
- spilletta per lo slot SIM;
- manualistica.
Design e qualità costruttiva
L’estetica generale dello Xiaomi Redmi Note 5 non stupisce né delude. Le somiglianze con iPhone X ci sono ed è piuttosto palese, ma soltanto nella disposizione del modulo fotografico. Per il resto, in realtà, ci troviamo di fronte ad un prodotto piuttosto simile al succitato Redmi 5 Plus.
La scocca in metallo presenta posteriormente delle bande in plastica per le antenne, oltre che delle curvature per favorirne il grip. Con dimensioni di 158.6 x 75.4 x 8.05 mm per 181 g non è propriamente un telefono compatto, per quanto non troppo scivoloso. È comunque presente una cover in dotazione, anche per compensare il bump pronunciato della dual camera.
Ad inizio 2018 il Redmi Note 5 si presenta con una microUSB. Non che i competitors facciano di meglio in questa fascia di prezzo, però la presenza di una USB Type-C sarebbe stato un bonus non da poco. Presenti, invece, il LED di notifica monocromatico ed il sensore IR.
Sul retro troviamo il sensore ID, il cui funzionamento è reattivo e preciso, con una percentuale di errore veramente minima. Al contrario, il sistema di Face Unlock si è dimostrato più altalenante: con una buona luce è utilizzabile, ma quasi sempre preferirete usare il lettore posteriore.
Display
Lo Xiaomi Redmi Note 5 sfoggia un ampio display da 5.99 pollici Full HD+ (2160 x 1080 pixel), con una densità di 403 PPI. Gli angoli curvi e le cornici contenute danno un certo senso di modernità, solita di prodotti di fascia superiore, ed il trattamento oleofobico è più che discreto. Grazie al rapporto in 18:9 possiamo sfruttare maggiormente la diagonale a disposizione, vista anche la presenza dello split screen.
Molto probabilmente si tratta dello stesso schermo del Redmi 5 Plus, e questo è un bene. Si tratta di un IPS con una buona fedeltà cromatica, ma senza risultare slavato. Inoltre, la buona luminosità fanno apprezzare il tutto anche all’aperto. Questo è merito anche della laminazione del pannello, il cui vetro protettivo non risulta troppo spesso.
Tramite le impostazioni è possibile modificare parametri come temperatura del bianco e contrasto, con 3 presets ciascuno. Disponibile anche la modalità Lettura per le letture notturne, il double tap to wake e la regolazione delle dimensioni del font.
Prestazioni
Finalmente con lo Xiaomi Redmi Note vediamo novità rilevanti nel comparto hardware. Anziché l’affidabile ma abusato Snap 625, qua è stato implementato il nuovo Snapdragon 636 di Qualcomm. Si tratta di una soluzione a 14 nm che integra un processore octa-core con clock massimo ad 1.8 GHz. Una cifra inferiore ai SoC precedenti, ma che gode dell’architettura Kryo 260.
Essendo questa architettura proprietaria, Qualcomm promette un boost delle prestazioni fino al 40% rispetto allo Snap 630. Percentuali a parte, il salto in avanti c’è e si avverte, per quanto non sia epocale. In fase benchmark, ma soprattutto nell’utilizzo quotidiano, si nota una discreta reattività del sistema. Questo anche grazie alla RAM, per il nostro sample sempre da 4 GB (c’è anche con 6 GB) ma LPDDR4-1333 dual channel.
A gestire la parte grafica troviamo la rinnovata Adreno 509, pensata ad hoc per dispositivi in Full HD+, quindi con più pixel da elaborare. Anche con giochi pesanti come Asphalt 8 e co. non notiamo cali di frame, seppur con dettagli alti. A completare il tutto troviamo 64 GB di storage eMMC5.1, espandibile tramite microSD.
Software
Altra novità intrigante è nel software, dato che il firmware è basato su Android 8.1 Oreo e supporta Project Treble. Attualmente i terminali con questa release si contano su una mano, anche considerata la fascia premium. Tuttavia, l’esperienza dettata dalla MIUI 9.5.4.0 China Stable risulta pressoché uguale a Nougat. Soprattutto per le notifiche: nella lock screen più notifiche della stessa app sono mostrate singolarmente, anziché raggrupparle in un’una sola. E no, non ci sono le risposte rapide, così come il Picture-in-picture.
Ovviamente, trattandosi di una China (seppur Stable), sono presenti i vari “problemi”: niente lingua italiana (con MoreLocale 2 potete mettere una pezza), app cinesi (disinstallabili), niente servizi Google (comunque installabili) e certificazione Google (perciò Netflix dovrete installarlo tramite APK). Oltre a ciò, non abbiamo nemmeno il Google Assistant, sostituito dal nuovo (ma cinese) Xiao AI. Insomma, nulla di estremamente penalizzante e fra non molto avremo la MIUI 9 Global a disposizione.
Per il resto si tratta della “solita” MIUI 9, nel bene o nel male. Oltre a poter personalizzare l’interfaccia, anche con i Temi, abbiamo funzioni utili come il Dual App, per usare due account sui social, lo spazio privato che è Second Space, coadiuvato anche dall’App Lock e tante altre aggiunte, come lo Screen Recorder.
Essendo questo uno smartphone in 18:9, sono presenti anche le gestures full screen, con cui andare a togliere i tasti a schermo. Tuttavia, continuo a preferire quest’ultima opzione: la trovo più ergonomica. E le gestures non permettono né di richiamare l’assistente vocale né di fare lo switch rapido fra le ultime 2 app in background.
Qualità foto / video
Per la prima volta nella gamma Redmi Note viene utilizzata una dual camera, i cui risultati mi hanno convinto a metà. Non fraintendetemi: come adesso vi spiegherò, difficilmente otterrete delle foto da scartare. Quello che fa storcere la bocca è l’ottimizzazione software non al meglio, ci auguriamo risolvibile lato aggiornamenti.
Questa doppia configurazione da 12 + 5 mega-pixel permette lo scatto tramite modalità Portrait, con buoni scatti per la sua fascia. Discreta anche la messa a fuoco Dual PDAF, efficace sia in foto che in video. Di giorno le foto risultano vivide e dettagliate, soprattutto sfruttando l’Auto HDR. Visto che l’ISP è lo stesso dello Snap 660, mi aspettavo performance di livello anche con scarsa luce, ma così non è.
Seppur si abbia a disposizione un’apertura f/1.9 e pixel da 1.4 μm, la luce catturata non risulta sufficiente per tirar fuori foto di livello. Gli scatti non sono insufficienti, ma è con poca luce che salta fuori la scarsa ottimizzazione software. Anche se il chipset supporta lo Zero Shutter Lag, di notte ci vorrà un po’ di mano ferma per non avere foto micro-mosse.
La stessa situazione si ripresenta con la fotocamera frontale da 13 mega-pixel con apertura f/2.0. Di giorno gli scatti sembrano provenire da smartphone ben più costosi, anche con modalità Portrait ed HDR. Di notte, invece, la qualità degli scatti cala vistosamente.
Se vi steste chiedendo perché non l’ho provato con l’ormai celebre Google Camera, è perché le Camera2 API non sono abilitate. Pertanto dovrò necessariamente attendere di sbloccare il bootloader, abilitare le librerie in questione e poi dare una valutazione. A tempo debito vi mostreremo le eventuali migliorie con la GCam.
Altra limitazione software è l’assenza della registrazione dei video in 4K, limite bypassabile usando Open Camera. Assenti anche i video Full HD a 60 fps, anche con app di terze parti. I video Full HD a 30 fps risultano ben realizzati, soprattutto per l’ottima stabilizzazione EIS. Peccato che di notte la qualità cali a vista d’occhio.
Connettività e audio
Essendo questo Xiaomi Redmi Note 5 la versione cinese, è assente il supporto alla banda 20. Io non ho avuto problemi di sorta, ma uso Vodafone ed abito in un grande centro abitato. Pertanto se aveste problemi in merito, vi basterà attendere la variante Global.
Detto ciò, è presente connettività dual SIM 4G stand-by, così come Wi-Fi ac Dual Band e Bluetooth 5.0, entrambi pienamente funzionanti. Presenti Radio FM e sensore IR, mentre manca l’NFC. Non manca, invece, la bussola per coadiuvare i correttamente funzionanti sensori GPS/A-GPS/GLONASS/BeiDou. L’audio restituito in capsula auricolare è discreto, idem per lo speaker mono inferiore. Quest’ultimo offre un volume corposo, mentre la gestione delle frequenze è nella media.
Autonomia
Come per i suoi predecessori, anche con lo Xiaomi Redmi Note 5 la durata della batteria non è un problema. L’unità integrata da 4000 mAh, abbinata al parsimonioso Snapdragon 636, fornisce un’autonomia sopra alla media. Pur con un utilizzo medio/intenso si ottengono almeno 7 ore di display attivo, fra social, YouTube, Netflix, Spotify e gaming. Non avrete grosse difficoltà a vederlo durare anche 2 giorni con un utilizzo più basico.
Anche se lo Snap 636 supporterebbe il Quick Charge 4.0, il caricatore in dotazione da 5V 2A è sottostimato per le potenzialità dello smartphone. Con un caricatore alternativo QC 3.0 ho ottenuto il 70% in 1 ora ed il 100% in 2 ore.
Recensione Xiaomi Redmi Note 5 (Pro) – Conclusioni e prezzo
È lecito avere delle aspettative, visto che in diversi vogliono capire perché spendere di più rispetto, per esempio, ad un Redmi 5 Plus (e su questo arriverà un confronto apposito). Aspettative soprattutto lato fotocamera, aspetto dove Xiaomi può ancora lavorare.
Al contempo è difficile lamentarsi veramente dello Xiaomi Redmi Note 5 Pro. Non ci sono difetti che ne penalizzino veramente l’utilizzo: l’unico che ci si avvicina è lo standard microUSB utilizzato. Tutti i comparti si comportano discretamente ed un’autonomia del genere fa bene all’anima. Certo, si notano le limitazioni attuate da Xiaomi, ma stiamo pur sempre parlando di un mid-range.
Lo Xiaomi Redmi Note 5 è disponibile su GeekMall nella variante 4/64 GB ad un prezzo di 249 euro. Su questa cifra potete usufruire di uno sconto utilizzando il coupon “GIZCHINA”. Lo store offre spedizione dall’Italia, consegna in 48/72 ore, garanzia 2 anni ed assistenza in Italia.
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